La libertà di manifestazione del pensiero è da sempre ritenuta il fondamento della convivenza sociale e della democrazia. Il suo riconoscimento nel testo costituzionale, tuttavia, come autorevolmente insegna Carlo Esposito, va letto nel senso di una libertà individualistica garantita «perché l’uomo possa unirsi all’altro uomo nel pensiero e col pensiero ed eventualmente insieme operare: i vivi con i vivi ed i morti con i vivi e non per le utilità sociali delle unioni di pensiero»1 . Il presente lavoro di ricerca intende indagare i confini di tale libertà rispetto al contesto on line. Internet nasce, infatti, come mezzo di informazione e di comunicazione e si fonda proprio sulla immissione, diffusione e condivisione di contenuti, dati e pensieri. Dal punto di vista dell’impostazione scelta, lo studio segue un approccio costituzionalistico, sebbene l’analisi verta anche su questioni attinenti ad altri ambiti giuridici, primo fra tutti il diritto dell’informatica, nonché il diritto penale. Non risultano, invece, approfonditi i profili più strettamente civilistici e amministrativistici. La prima parte della ricerca è dedicata alla questione più generale del fondamento costituzionale di Internet e dei diritti sulla rete. Si dà conto, in proposito, dell’ampio dibattito dottrinale tra chi considera il testo costituzionale già idoneo a fornire tutela anche all’interno della realtà digitale, e gli autori che ritengono, al contrario, indispensabile un intervento di riforma della Costituzione. È evidente come la rete abbia un forte impatto sui diritti fondamentali, sia nel senso di una loro promozione ed espansione, che di una loro compressione. Inoltre, va considerata l’emersione di diritti strettamente legati al progresso tecnologico. Tra queste nuove situazioni giuridiche soggettive, un’attenzione particolare è rivolta alla libertà informatica e al diritto di accesso ad Internet. L’intento è quello di analizzare la controversa lettura delle predette situazioni giuridiche, sebbene risulti innegabile, almeno per il diritto di accesso ad Internet, che esso costituisca ormai una precondizione per il godimento e l’esercizio di altri diritti sulla rete. Il primo capitolo si compone, poi, di una seconda sezione dedicata all’analisi comparata. In particolare, si mostra come alcuni ordinamenti hanno proceduto ad un esplicito riconoscimento dei diritti “digitali” all’interno della Carta costituzionale e come in altri casi, invece, un ruolo centrale è stato rivestito dalla giurisprudenza. Un’attenzione particolare è dedicata, infine, alla Francia. La riflessione sulle scelte compiute dall’ordinamento francese è il frutto di un periodo di ricerca trascorso presso l’Università Paris 1 Panthéon-Sorbonne. La Francia rappresenta un ambito di studio di notevole interesse, se si considerano solo le più recenti decisioni della giurisprudenza e gli interventi del legislatore. Con riferimento a quest’ultimo, in particolare, si può citare la Loi pour une République numérique del 2016, volta a dotare il Paese degli strumenti necessari a rispondere alle sfide tecnologiche, con specifico riferimento alle pubbliche amministrazioni. Ancora, più di recente, è stata adottata la legge per il contrasto alle fake news, che ha previsto degli obblighi di collaborazione in capo alle piattaforme digitali, al fine di limitare la diffusione di notizie false soprattutto durante le campagne elettorali. La seconda parte della tesi analizza il rapporto tra stampa tradizionale e stampa on line, a partire dall’estensione a quest’ultima delle garanzie che la Costituzione prevede per il sequestro degli stampati. In assenza di un quadro normativo specifico per il settore dell’informazione giornalistica on line, si ripercorrono gli interventi della giurisprudenza in materia, dando risalto alle ultime pronunce in cui la Corte di Cassazione ha mutato l’orientamento fino ad oggi prevalente, volto all’esclusione di qualsiasi equiparazione tra stampa on line e stampa cartacea. Nonostante la nuova nozione di stampa fornita dalla Corte di Cassazione, che ha portato ad estendere ai giornali on line la disciplina costituzionale e ordinaria in materia di stampa, si dà conto delle questioni che rimangono ancora aperte in merito al regime giuridico degli altri mezzi di diffusione del pensiero presenti in rete. Il terzo capitolo costituisce l’esito naturale delle indagini precedentemente svolte, giacché va ad analizzare la tenuta dei limiti tradizionali alla libertà di manifestazione del pensiero on line. Ciò richiede un’analisi delle tutele apprestate alle diverse situazioni giuridiche soggettive che entrano in contrasto con la diffusione del pensiero, con l’intento di verificare se, rispetto ad Internet, si pongano nuovi limiti a fronte di una libertà di espressione che risulta certamente ampliata alla luce delle caratteristiche della rete. Viene quindi analizzato, anzitutto, l’unico limite esplicito previsto dalla Costituzione, vale a dire il buon costume. Una specifica riflessione è poi dedicata ai limiti impliciti che tradizionalmente sono stati riconosciuti rispetto alla libertà di espressione e, in particolare, la tutela dell’onore e della reputazione, il diritto alla privacy, il diritto d’autore e l’ordine pubblico. Oltre a tali limiti, una specifica attenzione va riservata al tema dei discorsi d’odio e a quello delle fake news, vista la diffusione che essi hanno assunto in Internet e la forte influenza sulla manifestazione del pensiero. Nel complesso, la tesi non intende fornire delle risposte definitive rispetto a un tema che solleva interrogativi più che offrire certezze. L’intento, in particolare, è quello di verificare quali questioni discendano dalla particolarità del mezzo Internet e della realtà telematica sul godimento della libertà di manifestazione del pensiero. In prospettiva de iure condendo, pur nella consapevolezza della peculiarità del contesto on line e delle difficoltà che pone qualsiasi tentativo di disciplinare uno spazio a-territoriale e globale, si cerca di indagare in merito alle azioni da intraprendere e agli strumenti più idonei al fine di assicurare un’adeguata tutela all’individuo che ormai esplica buona parte della sua personalità in rete. La ricerca va certamente considerata come una prima riflessione sull’ampio tema dei diritti in Internet, che richiederà necessariamente ulteriori approfondimenti. Lo studio rappresenta, quindi, un punto di partenza rispetto al complesso e affascinante tema della tutela dell’individuo nel contesto on line.

La manifestazione del pensiero on line: i limiti costituzionali alla libertà sulla rete

TRESCA, MICHELA
2020

Abstract

La libertà di manifestazione del pensiero è da sempre ritenuta il fondamento della convivenza sociale e della democrazia. Il suo riconoscimento nel testo costituzionale, tuttavia, come autorevolmente insegna Carlo Esposito, va letto nel senso di una libertà individualistica garantita «perché l’uomo possa unirsi all’altro uomo nel pensiero e col pensiero ed eventualmente insieme operare: i vivi con i vivi ed i morti con i vivi e non per le utilità sociali delle unioni di pensiero»1 . Il presente lavoro di ricerca intende indagare i confini di tale libertà rispetto al contesto on line. Internet nasce, infatti, come mezzo di informazione e di comunicazione e si fonda proprio sulla immissione, diffusione e condivisione di contenuti, dati e pensieri. Dal punto di vista dell’impostazione scelta, lo studio segue un approccio costituzionalistico, sebbene l’analisi verta anche su questioni attinenti ad altri ambiti giuridici, primo fra tutti il diritto dell’informatica, nonché il diritto penale. Non risultano, invece, approfonditi i profili più strettamente civilistici e amministrativistici. La prima parte della ricerca è dedicata alla questione più generale del fondamento costituzionale di Internet e dei diritti sulla rete. Si dà conto, in proposito, dell’ampio dibattito dottrinale tra chi considera il testo costituzionale già idoneo a fornire tutela anche all’interno della realtà digitale, e gli autori che ritengono, al contrario, indispensabile un intervento di riforma della Costituzione. È evidente come la rete abbia un forte impatto sui diritti fondamentali, sia nel senso di una loro promozione ed espansione, che di una loro compressione. Inoltre, va considerata l’emersione di diritti strettamente legati al progresso tecnologico. Tra queste nuove situazioni giuridiche soggettive, un’attenzione particolare è rivolta alla libertà informatica e al diritto di accesso ad Internet. L’intento è quello di analizzare la controversa lettura delle predette situazioni giuridiche, sebbene risulti innegabile, almeno per il diritto di accesso ad Internet, che esso costituisca ormai una precondizione per il godimento e l’esercizio di altri diritti sulla rete. Il primo capitolo si compone, poi, di una seconda sezione dedicata all’analisi comparata. In particolare, si mostra come alcuni ordinamenti hanno proceduto ad un esplicito riconoscimento dei diritti “digitali” all’interno della Carta costituzionale e come in altri casi, invece, un ruolo centrale è stato rivestito dalla giurisprudenza. Un’attenzione particolare è dedicata, infine, alla Francia. La riflessione sulle scelte compiute dall’ordinamento francese è il frutto di un periodo di ricerca trascorso presso l’Università Paris 1 Panthéon-Sorbonne. La Francia rappresenta un ambito di studio di notevole interesse, se si considerano solo le più recenti decisioni della giurisprudenza e gli interventi del legislatore. Con riferimento a quest’ultimo, in particolare, si può citare la Loi pour une République numérique del 2016, volta a dotare il Paese degli strumenti necessari a rispondere alle sfide tecnologiche, con specifico riferimento alle pubbliche amministrazioni. Ancora, più di recente, è stata adottata la legge per il contrasto alle fake news, che ha previsto degli obblighi di collaborazione in capo alle piattaforme digitali, al fine di limitare la diffusione di notizie false soprattutto durante le campagne elettorali. La seconda parte della tesi analizza il rapporto tra stampa tradizionale e stampa on line, a partire dall’estensione a quest’ultima delle garanzie che la Costituzione prevede per il sequestro degli stampati. In assenza di un quadro normativo specifico per il settore dell’informazione giornalistica on line, si ripercorrono gli interventi della giurisprudenza in materia, dando risalto alle ultime pronunce in cui la Corte di Cassazione ha mutato l’orientamento fino ad oggi prevalente, volto all’esclusione di qualsiasi equiparazione tra stampa on line e stampa cartacea. Nonostante la nuova nozione di stampa fornita dalla Corte di Cassazione, che ha portato ad estendere ai giornali on line la disciplina costituzionale e ordinaria in materia di stampa, si dà conto delle questioni che rimangono ancora aperte in merito al regime giuridico degli altri mezzi di diffusione del pensiero presenti in rete. Il terzo capitolo costituisce l’esito naturale delle indagini precedentemente svolte, giacché va ad analizzare la tenuta dei limiti tradizionali alla libertà di manifestazione del pensiero on line. Ciò richiede un’analisi delle tutele apprestate alle diverse situazioni giuridiche soggettive che entrano in contrasto con la diffusione del pensiero, con l’intento di verificare se, rispetto ad Internet, si pongano nuovi limiti a fronte di una libertà di espressione che risulta certamente ampliata alla luce delle caratteristiche della rete. Viene quindi analizzato, anzitutto, l’unico limite esplicito previsto dalla Costituzione, vale a dire il buon costume. Una specifica riflessione è poi dedicata ai limiti impliciti che tradizionalmente sono stati riconosciuti rispetto alla libertà di espressione e, in particolare, la tutela dell’onore e della reputazione, il diritto alla privacy, il diritto d’autore e l’ordine pubblico. Oltre a tali limiti, una specifica attenzione va riservata al tema dei discorsi d’odio e a quello delle fake news, vista la diffusione che essi hanno assunto in Internet e la forte influenza sulla manifestazione del pensiero. Nel complesso, la tesi non intende fornire delle risposte definitive rispetto a un tema che solleva interrogativi più che offrire certezze. L’intento, in particolare, è quello di verificare quali questioni discendano dalla particolarità del mezzo Internet e della realtà telematica sul godimento della libertà di manifestazione del pensiero. In prospettiva de iure condendo, pur nella consapevolezza della peculiarità del contesto on line e delle difficoltà che pone qualsiasi tentativo di disciplinare uno spazio a-territoriale e globale, si cerca di indagare in merito alle azioni da intraprendere e agli strumenti più idonei al fine di assicurare un’adeguata tutela all’individuo che ormai esplica buona parte della sua personalità in rete. La ricerca va certamente considerata come una prima riflessione sull’ampio tema dei diritti in Internet, che richiederà necessariamente ulteriori approfondimenti. Lo studio rappresenta, quindi, un punto di partenza rispetto al complesso e affascinante tema della tutela dell’individuo nel contesto on line.
2020
Italiano
MORANA, DONATELLA
Università degli Studi di Roma "Tor Vergata"
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/297471
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIROMA2-297471