Background – Postconditioning, i.e. cycles of ischaemia and reperfusion following a prolonged ischaemic insult, applied either intracoronary (culprit lesion) or on a remote organ, is an effective way to reduce infarct size. Objectives – The aim of this study was to compare 2 different methods in use to achieve cardiac postconditioning: myocardial and remote. Primary end point was the reduction in infarct size, measured by ST-segment deviation resolution and Troponin I (TnI) release curve; secondary end point was the improvement in cardiac ejection fraction evaluated by means of echocardiography at 3 months. Methods – We enrolled 78 pts randomized in 3 arms as follow: A myocardial postconditioning (29 pts), B remote postconditioning (29 pts), C control group (20 pts). Measures of efficacy were: ST-segment deviation recovery and peak TnI during hospitalization, LVEF and LVWMSI evaluated at 3 months. Results – No statistically significant differences were found between group A and B, in terms of full ST-segment deviation recovery and reduction of ST-segment deviation score (62% e 78±14% vs 55% e 78±14%, p=NS respectively) and peak TnI (130±41 vs 134±42, p=NS). The LVEF and LVWMSI differences did not achieve statistical significance (46±10% vs 47±9% b, p=NS; 51±9% vs 52±10% a, p=NS; 1.6±0.4 vs 1.6±0.4 b, p=NS; 1.3±0.3 vs 1.3±0.3 a, p=NS, group A and B respectively). All efficacy measurers were statistically significant different when both groups A and B were compared to group C. Conclusions – This study shows that remote postconditioning is non-inferior to myocardial for the prevention of reperfusion injury, and is even a safer, easier to do and faster method (no procedural time prolonged). Introduzione – Il postcondizionamento, applicando dopo ischemia prolungata cicli di ischemia e riperfusione, sia a livello della coronaria riaperta che di un organo remoto, è in grado di ridurre l’area infartuale. Scopo - Confronto di efficacia tra le 2 metodiche di postcondizionamento attualmente applicate in letteratura, miocardico e remoto: end point primario la riduzione dell’area infartuale, valutata mediante risoluzione della deviazione del tratto ST e curva di dismissione di Troponina I (TnI); end point secondario il miglioramento della funzione contrattile valutata mediante ecocardiografia a 3 mesi. Metodi – Sono stati arruolati 78 pz, randomizzati in 3 gruppi: A postcondizionamento miocardico (29 pz), B postcondizionamento remoto (29 pz), C controllo (20 pz). Le misure di efficacia considerate sono: risoluzione della deviazione del tratto ST e picco di TnI durante l’ospedalizzazione, FEVS e LVWMSI a 3 mesi. Risultati – Non vi sono differenze statisticamente significative tra i gruppi A e B in termini di risoluzione, assoluta e percentuale, della deviazione del tratto ST (rispettivamente 62% e 78±14% vs 55% e 78±14%, p=NS) e di picco di TnI (130±41 vs 134±42, p=NS). Anche la differenza in termini di FEVS e LVWMSI non è risultata statisticamente significativa (rispettivamente 46±10% vs 47±9% pre, p=NS; 51±9% vs 52±10% post, p=NS; 1.6±0.4 vs 1.6±0.4 pre, p=NS; 1.3±0.3 vs 1.3±0.3 post, p=NS). Tutte le misure di efficacia considerate differiscono significativamente tra i gruppi A e B quando confrontati con il gruppo C. Conclusioni – I dati dimostrano la non inferiorità del postcondizionamento remoto, più sicuro, facile da applicare e veloce (nessun allungamento dei tempi procedurali), rispetto al miocardico.

Ridurre l'area infartuale nello STEMI a costo zero!

MANTOVANI, ANTONIO
2013

Abstract

Background – Postconditioning, i.e. cycles of ischaemia and reperfusion following a prolonged ischaemic insult, applied either intracoronary (culprit lesion) or on a remote organ, is an effective way to reduce infarct size. Objectives – The aim of this study was to compare 2 different methods in use to achieve cardiac postconditioning: myocardial and remote. Primary end point was the reduction in infarct size, measured by ST-segment deviation resolution and Troponin I (TnI) release curve; secondary end point was the improvement in cardiac ejection fraction evaluated by means of echocardiography at 3 months. Methods – We enrolled 78 pts randomized in 3 arms as follow: A myocardial postconditioning (29 pts), B remote postconditioning (29 pts), C control group (20 pts). Measures of efficacy were: ST-segment deviation recovery and peak TnI during hospitalization, LVEF and LVWMSI evaluated at 3 months. Results – No statistically significant differences were found between group A and B, in terms of full ST-segment deviation recovery and reduction of ST-segment deviation score (62% e 78±14% vs 55% e 78±14%, p=NS respectively) and peak TnI (130±41 vs 134±42, p=NS). The LVEF and LVWMSI differences did not achieve statistical significance (46±10% vs 47±9% b, p=NS; 51±9% vs 52±10% a, p=NS; 1.6±0.4 vs 1.6±0.4 b, p=NS; 1.3±0.3 vs 1.3±0.3 a, p=NS, group A and B respectively). All efficacy measurers were statistically significant different when both groups A and B were compared to group C. Conclusions – This study shows that remote postconditioning is non-inferior to myocardial for the prevention of reperfusion injury, and is even a safer, easier to do and faster method (no procedural time prolonged). Introduzione – Il postcondizionamento, applicando dopo ischemia prolungata cicli di ischemia e riperfusione, sia a livello della coronaria riaperta che di un organo remoto, è in grado di ridurre l’area infartuale. Scopo - Confronto di efficacia tra le 2 metodiche di postcondizionamento attualmente applicate in letteratura, miocardico e remoto: end point primario la riduzione dell’area infartuale, valutata mediante risoluzione della deviazione del tratto ST e curva di dismissione di Troponina I (TnI); end point secondario il miglioramento della funzione contrattile valutata mediante ecocardiografia a 3 mesi. Metodi – Sono stati arruolati 78 pz, randomizzati in 3 gruppi: A postcondizionamento miocardico (29 pz), B postcondizionamento remoto (29 pz), C controllo (20 pz). Le misure di efficacia considerate sono: risoluzione della deviazione del tratto ST e picco di TnI durante l’ospedalizzazione, FEVS e LVWMSI a 3 mesi. Risultati – Non vi sono differenze statisticamente significative tra i gruppi A e B in termini di risoluzione, assoluta e percentuale, della deviazione del tratto ST (rispettivamente 62% e 78±14% vs 55% e 78±14%, p=NS) e di picco di TnI (130±41 vs 134±42, p=NS). Anche la differenza in termini di FEVS e LVWMSI non è risultata statisticamente significativa (rispettivamente 46±10% vs 47±9% pre, p=NS; 51±9% vs 52±10% post, p=NS; 1.6±0.4 vs 1.6±0.4 pre, p=NS; 1.3±0.3 vs 1.3±0.3 post, p=NS). Tutte le misure di efficacia considerate differiscono significativamente tra i gruppi A e B quando confrontati con il gruppo C. Conclusioni – I dati dimostrano la non inferiorità del postcondizionamento remoto, più sicuro, facile da applicare e veloce (nessun allungamento dei tempi procedurali), rispetto al miocardico.
2013
Italiano
Ischemia, STEMI, riperfusione, postcondizionamento, ischaemia, STEMI, reperfusion, postconditioning.
NEGRINI, DANIELA
SALERNO URIARTE, JORGE ANTONIO
Università degli Studi dell'Insubria
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/300675
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNINSUBRIA-300675