Il glioblastoma (GBM) ਠun tumore astrocitario (di IV grado secondo la classificazione OMS) molto diffuso, con un'incidenza annuale di circa 3-4 casi su 100'000. Colpisce soprattutto in età adulta (attorno ai 60 anni) con localizzazione preferenziale ma non esclusiva negli emisferi cerebrali. E' caratterizzato da crescita rapida, malignità , aggressività e scarsa aspettativa di sopravvivenza. Presenta necrosi estesa e capacità evolutiva sia pre che post- intervento. L'aspettativa di vita per chi ਠaffetto da GBM non supera i 12-15 mesi, se non trattato addirittura non supera i 3 mesi. La percentuale di coloro che riescono a sopravvivere per circa 5 anni ਠdel 33,3%. Interventi chirurgici, radioterapia, chemioterapia concomitante con temozolomide e carmustina sono gli interventi standard con cui si trattano malati al di sotto dei 70 anni. Tuttavia, la resistenza alla terapia e la velocità con cui queste cellule tumorali mutano nel tempo necessita di trovare metodi che prevedano mezzi che riescano a penetrare meglio la barriera emato-encefalica (BEE) ed incrementare cosଠla regressione del tumore. In questa tesi compilativa dopo un'iniziale parte introduttiva descrittiva del tumore, della classificazione e di tutte le sue caratteristiche, ci occuperemo delle limitazioni e difficoltà che si incontrano nel trattamento standard, delle strategie attuabili per superare il grande ostacolo posto dalla barriera emato-encefalica e di come si possa migliorare l'efficienza dei trattamenti farmacologici. Si cercherà di proiettare l'interesse verso le metodiche pi๠innovative e quelle con ridotta invasività di trattamento, che consentano al farmaco di passare pi๠facilmente la BEE e di accumularsi in maniera specifica a livello del tumore rispetto ad altri organi non target, dando quindi una maggiore efficacia e riducendo la tossicità . In particolare, verrà posta attenzione sulla nanomedicina, con descrizione di vantaggi e limiti emersi nell'applicazione di sistemi nanoparticellari per la veicolazione e il targeting mirato di farmaci, prendendo in considerazione diversi studi in vivo condotti su modelli animali, dove l'impatto e l'incisività del trattamento cosଠcome la riduzione della tossicità sistemica sono verificati valutando parametri quali l'analisi della sopravvivenza media, la valutazione del volume della massa tumorale e l'analisi dell'indice di inibizione tumorale.
NANOMEDICINA APPLICATA AL TRATTAMENTO DEL GLIOBLASTOMA
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2019
Abstract
Il glioblastoma (GBM) ਠun tumore astrocitario (di IV grado secondo la classificazione OMS) molto diffuso, con un'incidenza annuale di circa 3-4 casi su 100'000. Colpisce soprattutto in età adulta (attorno ai 60 anni) con localizzazione preferenziale ma non esclusiva negli emisferi cerebrali. E' caratterizzato da crescita rapida, malignità , aggressività e scarsa aspettativa di sopravvivenza. Presenta necrosi estesa e capacità evolutiva sia pre che post- intervento. L'aspettativa di vita per chi ਠaffetto da GBM non supera i 12-15 mesi, se non trattato addirittura non supera i 3 mesi. La percentuale di coloro che riescono a sopravvivere per circa 5 anni ਠdel 33,3%. Interventi chirurgici, radioterapia, chemioterapia concomitante con temozolomide e carmustina sono gli interventi standard con cui si trattano malati al di sotto dei 70 anni. Tuttavia, la resistenza alla terapia e la velocità con cui queste cellule tumorali mutano nel tempo necessita di trovare metodi che prevedano mezzi che riescano a penetrare meglio la barriera emato-encefalica (BEE) ed incrementare cosଠla regressione del tumore. In questa tesi compilativa dopo un'iniziale parte introduttiva descrittiva del tumore, della classificazione e di tutte le sue caratteristiche, ci occuperemo delle limitazioni e difficoltà che si incontrano nel trattamento standard, delle strategie attuabili per superare il grande ostacolo posto dalla barriera emato-encefalica e di come si possa migliorare l'efficienza dei trattamenti farmacologici. Si cercherà di proiettare l'interesse verso le metodiche pi๠innovative e quelle con ridotta invasività di trattamento, che consentano al farmaco di passare pi๠facilmente la BEE e di accumularsi in maniera specifica a livello del tumore rispetto ad altri organi non target, dando quindi una maggiore efficacia e riducendo la tossicità . In particolare, verrà posta attenzione sulla nanomedicina, con descrizione di vantaggi e limiti emersi nell'applicazione di sistemi nanoparticellari per la veicolazione e il targeting mirato di farmaci, prendendo in considerazione diversi studi in vivo condotti su modelli animali, dove l'impatto e l'incisività del trattamento cosଠcome la riduzione della tossicità sistemica sono verificati valutando parametri quali l'analisi della sopravvivenza media, la valutazione del volume della massa tumorale e l'analisi dell'indice di inibizione tumorale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/301114
URN:NBN:IT:UNIMORE-301114