Il Diabete Mellito tipo 2 (DMT2) è la forma più comune di diabete nel soggetto anziano [1] e rappresenta un rilevante problema di salute pubblica a causa della sua elevata prevalenza e delle sue complicanze tardive [2]. Le più comuni complicanze croniche della malattia diabetica sono di tipo vascolare e si distinguono in complicanze macrovascolari (aterosclerosi coronarica, cerebrale e periferica) e complicanze microvascolari (nefropatia, retinopatia e neuropatia diabetica) [3]. Esse sono strettamente dipendenti dal grado di controllo metabolico e, pertanto, sono correlate ai valori di emoglobina glicosilata [4]. Recenti dati epidemiologici hanno tuttavia evidenziato che la malattia diabetica influenza negativamente anche organi e tessuti dell’organismo diversi dal sistema vascolare e, tra questi, il tessuto osseo deve essere considerato un ulteriore bersaglio della malattia [5]. I pazienti affetti da DMT2, infatti, nonostante presentino valori di densità minerale ossea (Bone Mineral Density, BMD) più elevati rispetto a quelli della popolazione non diabetica [6], hanno un aumentato rischio di frattura [6-10], che sembra essere secondario al rallentato processo di rimodellamento osseo e/o all’alterazione della qualità dell’osso indotti dall’iperglicemia cronica [11]. Il ridotto rimodellamento osseo descritto nei pazienti affetti da DMT2 è associato ad una minore concentrazione sia dei biomarcatori di riassorbimeto osseo (C-terminal cross-linked Telopeptide of type I collagen, CTX) sia dei biomarcatori di neoformazione ossea (osteocalcina, OC e Procollagen type 1 N-terminal Propeptide, PINP1) [12, 13] e ad un incremento delle concentrazioni plasmatiche di osteoprotegerina (OPG) [14]. Sebbene l’OPG sia stata originariamente identificata come glicoproteina prodotta dagli osteoblasti e coinvolata nella regolazione del processo di rimodellamento osseo [15-17], studi successivi hanno dimostrato che questa proteina è prodotta anche dalle cellule endoteliali e dalle cellule muscolari lisce dei vasi [18-21] e che, nel sistema vascolare, contribuisce all’inibizione del processo di calcificazione vascolare [18, 21]. Le calcificazioni vascolari rappresentano un importante fattore di rischio cardiovascolare, soprattutto nei pazienti diabetici [22, 23], e sebbene gli esatti meccanismi che regolano la formazione di tali lesioni siano ancora poco chiari, il sistema che coinvolge le proteine RANKL (Receptor Activator of Nuclear factor Kappa B Ligand) - RANK (Receptor Activator of Nuclear factor Kappa B) - OPG sembra avere un ruolo fondamentale [24]. Diversi studi hanno dimostrato che le concentrazioni plasmatiche di OPG sono maggiori nei pazienti affetti da DMT2 rispetto alla popolazione sana non diabetica [25-33] e sono direttamente correlate con i valori di emoglobina glicosilata (HbA1c) [30, 31, 34, 35]; inoltre, i livelli di OPG aumentano in modo significativo nei pazienti diabetici che hanno sviluppato le complicanze vascolari della malattia [30-33, 36-40]. Come descritto da Rochette L et al, l’OPG sembra avere un ruolo centrale nella comunicazione tra sistema vascolare e tessuto osseo [41, 42] e, a nostro avviso, potrebbe contribuire allo sviluppo dell’osteopatia diabetica attraverso l’inibizione del processo di rimodellamento osseo.

L’osteoprotegerina nell’anziano affetto da Diabete Mellito tipo 2: relazione con il grado di compenso metabolico e potenziale ruolo nell’osteopatia diabetica

VALENTINI, ALESSIA
2019

Abstract

Il Diabete Mellito tipo 2 (DMT2) è la forma più comune di diabete nel soggetto anziano [1] e rappresenta un rilevante problema di salute pubblica a causa della sua elevata prevalenza e delle sue complicanze tardive [2]. Le più comuni complicanze croniche della malattia diabetica sono di tipo vascolare e si distinguono in complicanze macrovascolari (aterosclerosi coronarica, cerebrale e periferica) e complicanze microvascolari (nefropatia, retinopatia e neuropatia diabetica) [3]. Esse sono strettamente dipendenti dal grado di controllo metabolico e, pertanto, sono correlate ai valori di emoglobina glicosilata [4]. Recenti dati epidemiologici hanno tuttavia evidenziato che la malattia diabetica influenza negativamente anche organi e tessuti dell’organismo diversi dal sistema vascolare e, tra questi, il tessuto osseo deve essere considerato un ulteriore bersaglio della malattia [5]. I pazienti affetti da DMT2, infatti, nonostante presentino valori di densità minerale ossea (Bone Mineral Density, BMD) più elevati rispetto a quelli della popolazione non diabetica [6], hanno un aumentato rischio di frattura [6-10], che sembra essere secondario al rallentato processo di rimodellamento osseo e/o all’alterazione della qualità dell’osso indotti dall’iperglicemia cronica [11]. Il ridotto rimodellamento osseo descritto nei pazienti affetti da DMT2 è associato ad una minore concentrazione sia dei biomarcatori di riassorbimeto osseo (C-terminal cross-linked Telopeptide of type I collagen, CTX) sia dei biomarcatori di neoformazione ossea (osteocalcina, OC e Procollagen type 1 N-terminal Propeptide, PINP1) [12, 13] e ad un incremento delle concentrazioni plasmatiche di osteoprotegerina (OPG) [14]. Sebbene l’OPG sia stata originariamente identificata come glicoproteina prodotta dagli osteoblasti e coinvolata nella regolazione del processo di rimodellamento osseo [15-17], studi successivi hanno dimostrato che questa proteina è prodotta anche dalle cellule endoteliali e dalle cellule muscolari lisce dei vasi [18-21] e che, nel sistema vascolare, contribuisce all’inibizione del processo di calcificazione vascolare [18, 21]. Le calcificazioni vascolari rappresentano un importante fattore di rischio cardiovascolare, soprattutto nei pazienti diabetici [22, 23], e sebbene gli esatti meccanismi che regolano la formazione di tali lesioni siano ancora poco chiari, il sistema che coinvolge le proteine RANKL (Receptor Activator of Nuclear factor Kappa B Ligand) - RANK (Receptor Activator of Nuclear factor Kappa B) - OPG sembra avere un ruolo fondamentale [24]. Diversi studi hanno dimostrato che le concentrazioni plasmatiche di OPG sono maggiori nei pazienti affetti da DMT2 rispetto alla popolazione sana non diabetica [25-33] e sono direttamente correlate con i valori di emoglobina glicosilata (HbA1c) [30, 31, 34, 35]; inoltre, i livelli di OPG aumentano in modo significativo nei pazienti diabetici che hanno sviluppato le complicanze vascolari della malattia [30-33, 36-40]. Come descritto da Rochette L et al, l’OPG sembra avere un ruolo centrale nella comunicazione tra sistema vascolare e tessuto osseo [41, 42] e, a nostro avviso, potrebbe contribuire allo sviluppo dell’osteopatia diabetica attraverso l’inibizione del processo di rimodellamento osseo.
2019
Italiano
BERTOLI, ALDO
Università degli Studi di Roma "Tor Vergata"
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/303013
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIROMA2-303013