Il seguente lavoro di tesi è una messa a sistema di materiali editi ed inediti per rintracciare le vicissitudini architettoniche dello sviluppo di un ordine religioso dai molti nomi: anche detto dei Filippini, degli Oratoriani o dei Padri dell’Oratorio di San Filippo Neri. Il caso studiato rappresenta la diramazione seicentesca dell’ordine nel Regno di Portogallo e mira a risalire alla provenienza di idee, progetti, maestranze, committenze e capitali che permisero una tangibile espansione architettonica. La corona portoghese fu nel XVIII secolo una monarchia potente e resiliente, che all’indomani della separazione dei cosiddetti Regni iberici nel 1640 seppe sviluppare un potere identitario, e fu in grado di volersi rappresentare e consolidare con l’appoggio anche dell’ordine dell’Oratorio. Il trasversale studio ha incluso l’analisi dell’operato architettonico istituzionale di regnanti portoghesi fondamentali per questi luoghi oratoriani, come Pedro II e João V della casa reale dei Bragança che contribuirono in numerosi casi all’evoluzione dei complessi architettonici in analisi. Le sedi conventuali analizzate si sono sviluppate soprattutto nel settentrione del paese, diramate dalla città di Lisbona presso le città di Porto, Viseu, Freixo de Espada à Cinta, Braga e al meridione presso Estremoz, in un arco temporale dal XVII al XIX secolo. Le case Oratoriane rendono emblematici gli sviluppi ed i molteplici connotati del Barocco portoghese con ampie influenze europee, per via di peculiarità costruttive differenti caso per caso, in virtù dell’autonomia di ogni Casa e di difformi contesti. Presso gli archivi nazionali di Lisbona e Porto si sono rintracciati documenti manoscritti e materiali ad impressione in lingua provenienti dalle antiche biblioteche dell’Oratorio, individuando testi utili a comprendere e approfondire le vicissitudini delle fabbriche nella loro interezza e le figure coinvolte in termini più strettamente architettonici. Ad oggi queste Case risultano nella loro totalità definitivamente scomparse e gestite da diversi ordini religiosi e istituzioni che ne hanno ereditato in alcuni casi le strutture svuotate dei loro arredi mobili e dei loro patrimoni librari. Giungono a noi mutate testimonianze architettoniche, la cui espansione o completamento travalica anche la dissoluzione ufficiale degli ordini e Congregazioni operata ufficialmente in Portogallo a partire dal maggio del 1834. Lo studio propone infine un’apertura anche alle successive vicissitudini mettendo a sistema diversificato materiale d’archivio tra i primi anni del 1800 fino alla seconda metà del Novecento per comprendere fasi costruttive spesso poco documentate e che tutt’ora continuano a mutare in rapporto alle esigenze della città. Vi è poi un costante emergere della dinamica del completamento dell’incompiuto che caratterizzò molte fabbriche dell’ordine, a volte completate o risolte solo nel XX secolo.
Tardobarocco portoghese: l’apporto architettonico dell’ordine oratoriano tra il XVII e il XIX secolo nelle terre lusitane
SILVANI, PEDRO
2024
Abstract
Il seguente lavoro di tesi è una messa a sistema di materiali editi ed inediti per rintracciare le vicissitudini architettoniche dello sviluppo di un ordine religioso dai molti nomi: anche detto dei Filippini, degli Oratoriani o dei Padri dell’Oratorio di San Filippo Neri. Il caso studiato rappresenta la diramazione seicentesca dell’ordine nel Regno di Portogallo e mira a risalire alla provenienza di idee, progetti, maestranze, committenze e capitali che permisero una tangibile espansione architettonica. La corona portoghese fu nel XVIII secolo una monarchia potente e resiliente, che all’indomani della separazione dei cosiddetti Regni iberici nel 1640 seppe sviluppare un potere identitario, e fu in grado di volersi rappresentare e consolidare con l’appoggio anche dell’ordine dell’Oratorio. Il trasversale studio ha incluso l’analisi dell’operato architettonico istituzionale di regnanti portoghesi fondamentali per questi luoghi oratoriani, come Pedro II e João V della casa reale dei Bragança che contribuirono in numerosi casi all’evoluzione dei complessi architettonici in analisi. Le sedi conventuali analizzate si sono sviluppate soprattutto nel settentrione del paese, diramate dalla città di Lisbona presso le città di Porto, Viseu, Freixo de Espada à Cinta, Braga e al meridione presso Estremoz, in un arco temporale dal XVII al XIX secolo. Le case Oratoriane rendono emblematici gli sviluppi ed i molteplici connotati del Barocco portoghese con ampie influenze europee, per via di peculiarità costruttive differenti caso per caso, in virtù dell’autonomia di ogni Casa e di difformi contesti. Presso gli archivi nazionali di Lisbona e Porto si sono rintracciati documenti manoscritti e materiali ad impressione in lingua provenienti dalle antiche biblioteche dell’Oratorio, individuando testi utili a comprendere e approfondire le vicissitudini delle fabbriche nella loro interezza e le figure coinvolte in termini più strettamente architettonici. Ad oggi queste Case risultano nella loro totalità definitivamente scomparse e gestite da diversi ordini religiosi e istituzioni che ne hanno ereditato in alcuni casi le strutture svuotate dei loro arredi mobili e dei loro patrimoni librari. Giungono a noi mutate testimonianze architettoniche, la cui espansione o completamento travalica anche la dissoluzione ufficiale degli ordini e Congregazioni operata ufficialmente in Portogallo a partire dal maggio del 1834. Lo studio propone infine un’apertura anche alle successive vicissitudini mettendo a sistema diversificato materiale d’archivio tra i primi anni del 1800 fino alla seconda metà del Novecento per comprendere fasi costruttive spesso poco documentate e che tutt’ora continuano a mutare in rapporto alle esigenze della città. Vi è poi un costante emergere della dinamica del completamento dell’incompiuto che caratterizzò molte fabbriche dell’ordine, a volte completate o risolte solo nel XX secolo.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/304330
URN:NBN:IT:UNIROMA1-304330