RIASSUNTO L'oggetto di questo studio ਠla schiavit๠raccontata ai bambini. Si tratta di un argomento che abbiamo affrontato durante il corso di letteratura francese dove perಠi testi, i saggi e i romanzi analizzati si rivolgevano ad un pubblico adulto e in parte già  conoscitore della tematica. Da qui ਠnata la curiosità  di conoscere e capire le modalità  di veicolare gli stessi contenuti indirizzandoli ad un pubblico piccolo. Per questa ragione, il primo passo ਠstato quello di raccogliere materiale generico riguardo la letteratura per giovani, e successivamente ricercare le strategie e le tecniche adottate dagli scrittori per raccontare la schiavit๠ai bambini. Infine abbiamo selezionato quattro romanzi, Les Enfants de la colline sacrà©e , Ràªves amers , Esclave! , e Moi Angelica, esclave , scritti rispettivamente da Monique Agà©nor, Maryse Condà©, Pascale Maret e Scott O'Dell, proponendo un'analisi comparativa sulle tematiche della violenza e del razzismo. Sono emersi approcci differenti: Scott O'Dell ad esempio mette l'accento sulla violenza fisica esercitata sugli schiavi, Pascale Maret predilige un approccio pi๠sensibile e meno incentrato sui dettagli per non traumatizzare il giovane pubblico, mentre Maryse Condà© in linea con Monique Agà©nor sviluppano entrambi gli aspetti dando perಠmaggiore spazio al mondo interiore dei protagonisti, ai loro sentimenti, angosce e sogni. Le modalità  di veicolare gli stessi contenuti sono dunque plurime, tuttavia esistono importanti analogie: in primo luogo le scelte stilistiche adottate dai quattro autori sono simili e riguardano l'utilizzo di ripetizioni, climax, e termini semplici, concreti e precisi per aiutare i giovani lettori ad impadronirsi di pensieri ed emozioni attraverso le parole. Secondariamente, rispetto alla modalità  di presentare il tema della violenza, un'altra analogia che ਠemersa ਠla scelta di mettere i bambini in contatto con il mondo degli schiavi attraverso il suono e il tatto: infatti, data l'impossibilità  di far vedere la violenza esercitata sugli schiavi, essi scelgono di farla sentire, attraverso parole cariche di suoni come urla, grida, lamenti e singhiozzi, e parole che specificano l'azione del toccare (in questo caso violentemente) come stringere, picchiare, frustare e flagellare. Infine, per quanto concerne la modalità  di trattare la tematica del razzismo, ਠemerso che nessuno dei quattro autori nega le differenze poichà© i bambini le percepiscono con immediatezza; al contrario, essi affermano che il mondo ਠformato da persone con un colore di pelle e con accenti diversi, e cercano pertanto di educare i giovani alle differenze senza gerarchizzarle.

Raccontare la schiavit๠nella letteratura per giovani

2020

Abstract

RIASSUNTO L'oggetto di questo studio ਠla schiavit๠raccontata ai bambini. Si tratta di un argomento che abbiamo affrontato durante il corso di letteratura francese dove perಠi testi, i saggi e i romanzi analizzati si rivolgevano ad un pubblico adulto e in parte già  conoscitore della tematica. Da qui ਠnata la curiosità  di conoscere e capire le modalità  di veicolare gli stessi contenuti indirizzandoli ad un pubblico piccolo. Per questa ragione, il primo passo ਠstato quello di raccogliere materiale generico riguardo la letteratura per giovani, e successivamente ricercare le strategie e le tecniche adottate dagli scrittori per raccontare la schiavit๠ai bambini. Infine abbiamo selezionato quattro romanzi, Les Enfants de la colline sacrà©e , Ràªves amers , Esclave! , e Moi Angelica, esclave , scritti rispettivamente da Monique Agà©nor, Maryse Condà©, Pascale Maret e Scott O'Dell, proponendo un'analisi comparativa sulle tematiche della violenza e del razzismo. Sono emersi approcci differenti: Scott O'Dell ad esempio mette l'accento sulla violenza fisica esercitata sugli schiavi, Pascale Maret predilige un approccio pi๠sensibile e meno incentrato sui dettagli per non traumatizzare il giovane pubblico, mentre Maryse Condà© in linea con Monique Agà©nor sviluppano entrambi gli aspetti dando perಠmaggiore spazio al mondo interiore dei protagonisti, ai loro sentimenti, angosce e sogni. Le modalità  di veicolare gli stessi contenuti sono dunque plurime, tuttavia esistono importanti analogie: in primo luogo le scelte stilistiche adottate dai quattro autori sono simili e riguardano l'utilizzo di ripetizioni, climax, e termini semplici, concreti e precisi per aiutare i giovani lettori ad impadronirsi di pensieri ed emozioni attraverso le parole. Secondariamente, rispetto alla modalità  di presentare il tema della violenza, un'altra analogia che ਠemersa ਠla scelta di mettere i bambini in contatto con il mondo degli schiavi attraverso il suono e il tatto: infatti, data l'impossibilità  di far vedere la violenza esercitata sugli schiavi, essi scelgono di farla sentire, attraverso parole cariche di suoni come urla, grida, lamenti e singhiozzi, e parole che specificano l'azione del toccare (in questo caso violentemente) come stringere, picchiare, frustare e flagellare. Infine, per quanto concerne la modalità  di trattare la tematica del razzismo, ਠemerso che nessuno dei quattro autori nega le differenze poichà© i bambini le percepiscono con immediatezza; al contrario, essi affermano che il mondo ਠformato da persone con un colore di pelle e con accenti diversi, e cercano pertanto di educare i giovani alle differenze senza gerarchizzarle.
2020
it
Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali
Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/305385
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