INTRODUZIONE Le dissecazioni carotidee e vertebrali sono un'importante causa di ictus, soprattutto nel paziente giovane (25% degli ictus nel paziente con età  inferiore a 45 anni). Rappresentano un'entità  clinica di grande eterogeneità , che va da un quadro del tutto asintomatico o con sintomi locali, quali cefalea e sindrome di Horner, fino a un quadro di emorragia subaracnoidea ed eventi cerebrali ischemici. Il trattamento delle dissecazioni cervicali si basa sulla terapia antitrombotica, ma dai trials clinici effettuati finora non ਠancora stato chiarito quale terapia tra antiaggregante e anticoagulante sia pi๠efficace in termini di outcome clinico e riduzione del rischio di recidive di dissecazione e di ictus. METODI Nello studio sono stati arruolati 144 pazienti con dissecazione carotidea e/o vertebrale non iatrogena, trattati dal reparto di Neurologia e dalla Stroke Unit del NOCSAE (Nuovo Ospedale Civile Sant'Agostino Estense) di Modena dal Febbraio 2002 a Dicembre 2018. àˆ stata valutata la gestione terapeutica dei pazienti dissecati e sono state effettuate analisi statistiche di confronto tra la terapia antiaggregante e la terapia anticoagulante, valutandone l'efficacia in termini di recidiva di dissecazione e/o di ictus, di disabilità  residua (valutata tramite la modified Rankin Scale †" mRS †" a 3 mesi dall'evento acuto e a lungo termine) e di mortalità . RISULTATI Il totale dei pazienti inclusi nello studio ਠ144, di cui 56 donne (38,89%) e 88 uomini (61,11%). L'età  media dei pazienti al momento dell'evento acuto ਠdi 46,4 anni. 100 pazienti hanno presentato ictus, 13 solo TIA (attacco ischemico transitorio), 31 solo sintomi locali (cefalea, cervicalgia, paralisi di un nervo cranico, sindrome di Horner, tinniti), solo un paziente asintomatico. 93 hanno presentato dissecazione dell'arteria carotide interna, 43 dissecazione dell'arteria vertebrale, 5 entrambi i tipi di vasi dissecati; 119 pazienti con dissecazione singola, 25 con dissecazione multipla; 114 pazienti con dissecazione extracranica; 30 con dissecazione intracranica (intracranica pura e extracranica+intracranica). Il 34,03% (49 pazienti) ਠstato trattato con terapia antiaggregante (ASA e/o Clopidogrel), mentre il 65,97% (95 pazienti) con terapia anticoagulante (eparina non frazionata, EBPM embricata con TAO, NAO). La media del follow-up ਠdi 62,69 mesi (pi๠di 5 anni). Durante il follow-up la recidiva di dissecazione cervicale non si ਠverificata in nessun paziente; la recidiva di ictus ischemico si ਠverificata in 2 pazienti trattati con antiaggregante e in 2 pazienti trattati con anticoagulante; i TIA durante il follow-up si sono verificati in un paziente trattato con antiaggregante e in 4 trattati con anticoagulante; non si ਠverificato nessun evento emorragico; 2 pazienti risultano deceduti, entrambi in terapia anticoagulante. Le recidive di ictus e TIA si sono verificate tutte in pazienti con precedente evento ischemico. Per quanto riguarda la disabilità  residua: il punteggio mRS a 3 mesi ਠrisultato tra 0 e 2 (prognosi favorevole) nel 75% dei pazienti in terapia antiaggregante e nell'86,21% dei pazienti in terapia anticoagulante; al momento dell'ultimo follow-up il 79,59% dei pazienti in antiaggregante e l'85,26% dei pazienti in anticoagulante ha presentato un punteggio mRS tra 0 e 2. CONCLUSIONI Non ਠstata evidenziata nessuna differenza statisticamente significativa per quanto riguarda l'incidenza di recidive di dissecazione e di ictus, l'incidenza di eventi emorragici, la presenza di disabilità  residua e la mortalità  tra i due tipi di terapia antitrombotica. I farmaci antiaggreganti e anticoagulanti sono risultati equivalenti in termini di efficacia e sicurezza, anche a lungo termine, nella gestione terapeutica dei pazienti con dissecazione carotidee e vertebrali.

La gestione terapeutica delle dissecazioni carotidee e vertebrali dalla fase acuta al follow-up

2019

Abstract

INTRODUZIONE Le dissecazioni carotidee e vertebrali sono un'importante causa di ictus, soprattutto nel paziente giovane (25% degli ictus nel paziente con età  inferiore a 45 anni). Rappresentano un'entità  clinica di grande eterogeneità , che va da un quadro del tutto asintomatico o con sintomi locali, quali cefalea e sindrome di Horner, fino a un quadro di emorragia subaracnoidea ed eventi cerebrali ischemici. Il trattamento delle dissecazioni cervicali si basa sulla terapia antitrombotica, ma dai trials clinici effettuati finora non ਠancora stato chiarito quale terapia tra antiaggregante e anticoagulante sia pi๠efficace in termini di outcome clinico e riduzione del rischio di recidive di dissecazione e di ictus. METODI Nello studio sono stati arruolati 144 pazienti con dissecazione carotidea e/o vertebrale non iatrogena, trattati dal reparto di Neurologia e dalla Stroke Unit del NOCSAE (Nuovo Ospedale Civile Sant'Agostino Estense) di Modena dal Febbraio 2002 a Dicembre 2018. àˆ stata valutata la gestione terapeutica dei pazienti dissecati e sono state effettuate analisi statistiche di confronto tra la terapia antiaggregante e la terapia anticoagulante, valutandone l'efficacia in termini di recidiva di dissecazione e/o di ictus, di disabilità  residua (valutata tramite la modified Rankin Scale †" mRS †" a 3 mesi dall'evento acuto e a lungo termine) e di mortalità . RISULTATI Il totale dei pazienti inclusi nello studio ਠ144, di cui 56 donne (38,89%) e 88 uomini (61,11%). L'età  media dei pazienti al momento dell'evento acuto ਠdi 46,4 anni. 100 pazienti hanno presentato ictus, 13 solo TIA (attacco ischemico transitorio), 31 solo sintomi locali (cefalea, cervicalgia, paralisi di un nervo cranico, sindrome di Horner, tinniti), solo un paziente asintomatico. 93 hanno presentato dissecazione dell'arteria carotide interna, 43 dissecazione dell'arteria vertebrale, 5 entrambi i tipi di vasi dissecati; 119 pazienti con dissecazione singola, 25 con dissecazione multipla; 114 pazienti con dissecazione extracranica; 30 con dissecazione intracranica (intracranica pura e extracranica+intracranica). Il 34,03% (49 pazienti) ਠstato trattato con terapia antiaggregante (ASA e/o Clopidogrel), mentre il 65,97% (95 pazienti) con terapia anticoagulante (eparina non frazionata, EBPM embricata con TAO, NAO). La media del follow-up ਠdi 62,69 mesi (pi๠di 5 anni). Durante il follow-up la recidiva di dissecazione cervicale non si ਠverificata in nessun paziente; la recidiva di ictus ischemico si ਠverificata in 2 pazienti trattati con antiaggregante e in 2 pazienti trattati con anticoagulante; i TIA durante il follow-up si sono verificati in un paziente trattato con antiaggregante e in 4 trattati con anticoagulante; non si ਠverificato nessun evento emorragico; 2 pazienti risultano deceduti, entrambi in terapia anticoagulante. Le recidive di ictus e TIA si sono verificate tutte in pazienti con precedente evento ischemico. Per quanto riguarda la disabilità  residua: il punteggio mRS a 3 mesi ਠrisultato tra 0 e 2 (prognosi favorevole) nel 75% dei pazienti in terapia antiaggregante e nell'86,21% dei pazienti in terapia anticoagulante; al momento dell'ultimo follow-up il 79,59% dei pazienti in antiaggregante e l'85,26% dei pazienti in anticoagulante ha presentato un punteggio mRS tra 0 e 2. CONCLUSIONI Non ਠstata evidenziata nessuna differenza statisticamente significativa per quanto riguarda l'incidenza di recidive di dissecazione e di ictus, l'incidenza di eventi emorragici, la presenza di disabilità  residua e la mortalità  tra i due tipi di terapia antitrombotica. I farmaci antiaggreganti e anticoagulanti sono risultati equivalenti in termini di efficacia e sicurezza, anche a lungo termine, nella gestione terapeutica dei pazienti con dissecazione carotidee e vertebrali.
2019
it
Dipartimento di Scienze Biomediche, Metaboliche e Neuroscienze
Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/306933
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIMORE-306933