L’artrite reumatoide sieronegativa (AR-SN) rappresenta una forma complessa e meno studiata di artrite reumatoide (AR), caratterizzata dall’assenza di biomarcatori sierologici specifici come il fattore reumatoide (FR) e gli anticorpi anti-peptide ciclico citrullinato (ACPA). Questa condizione pone significative sfide diagnostiche e terapeutiche, poiché i pazienti spesso ricevono una diagnosi tardiva, ritardando l’inizio delle terapie. La presente tesi si propone di esplorare diversi aspetti della malattia, combinando studi clinici, fisiopatologici e terapeutici, con l’obiettivo di migliorare la gestione dell’AR-SN. Nel primo studio, abbiamo sviluppato una nuova tecnica di biopsia sinoviale mininvasiva del polso, un’articolazione frequentemente colpita nei pazienti con AR-SN. Questa procedura ha dimostrato di essere sicura ed efficace, permettendo di ottenere campioni sinoviali adeguati per studi dettagliati sulla patogenesi della malattia. Tale approccio è cruciale per migliorare la nostra comprensione delle differenze fisiopatologiche tra AR sieronegativa e sieropositiva, come evidenziato nel secondo studio, dove abbiamo osservato che l’infiammazione nell’AR- SN è mediata principalmente da cellule mieloidi, piuttosto che dai linfociti B, suggerendo la necessità di trattamenti mirati alle caratteristiche specifiche della malattia. Il terzo studio ha evidenziato un ritardo diagnostico significativo nei pazienti con AR-SN, che spesso non vengono riconosciuti tempestivamente a causa della mancanza di biomarcatori specifici e della sottostima di parametri clinici come la dolorabilità articolare, approfondita nel quarto studio. Abbiamo dimostrato come la dolorabilità articolare debba essere considerata un parametro diagnostico rilevante, poiché la sola presenza di articolazioni tumefatte può non essere sufficiente per identificare correttamente i pazienti con AR-SN. Un altro risultato chiave emerso dallo studio riguarda il Patient Global Assessment (PGA), che nei pazienti sieronegativi si dissocia precocemente dai parametri infiammatori, rendendo complessa la valutazione dell’attività della malattia e la risposta alle terapie convenzionali, come analizzato nel quinto studio. Nel sesto e settimo studio, abbiamo esplorato l’efficacia di nuovi biomarcatori, come il CXCL13, e di terapie innovative, come gli inibitori delle Janus chinasi (JAKi), che si sono dimostrati promettenti nel migliorare sia i sintomi infiammatori che non infiammatori dell’AR-SN. Infine, l’ottavo studio ha mostrato come i pazienti con AR-SN siano più inclini a sviluppare una forma refrattaria di malattia, evidenziando la necessità di un trattamento precoce e aggressivo. Complessivamente, questa tesi sottolinea l’importanza di studiare più a fondo l’AR-SN, una malattia spesso trascurata, al fine di sviluppare strategie diagnostiche e terapeutiche più efficaci e personalizzate.
COMPLESSITA’ FISIOPATOLOGICHE, DIAGNOSTICHE E TERAPEUTICHE DELL’ARTRITE REUMATOIDE SIERONEGATIVA
DE STEFANO, LUDOVICO
2025
Abstract
L’artrite reumatoide sieronegativa (AR-SN) rappresenta una forma complessa e meno studiata di artrite reumatoide (AR), caratterizzata dall’assenza di biomarcatori sierologici specifici come il fattore reumatoide (FR) e gli anticorpi anti-peptide ciclico citrullinato (ACPA). Questa condizione pone significative sfide diagnostiche e terapeutiche, poiché i pazienti spesso ricevono una diagnosi tardiva, ritardando l’inizio delle terapie. La presente tesi si propone di esplorare diversi aspetti della malattia, combinando studi clinici, fisiopatologici e terapeutici, con l’obiettivo di migliorare la gestione dell’AR-SN. Nel primo studio, abbiamo sviluppato una nuova tecnica di biopsia sinoviale mininvasiva del polso, un’articolazione frequentemente colpita nei pazienti con AR-SN. Questa procedura ha dimostrato di essere sicura ed efficace, permettendo di ottenere campioni sinoviali adeguati per studi dettagliati sulla patogenesi della malattia. Tale approccio è cruciale per migliorare la nostra comprensione delle differenze fisiopatologiche tra AR sieronegativa e sieropositiva, come evidenziato nel secondo studio, dove abbiamo osservato che l’infiammazione nell’AR- SN è mediata principalmente da cellule mieloidi, piuttosto che dai linfociti B, suggerendo la necessità di trattamenti mirati alle caratteristiche specifiche della malattia. Il terzo studio ha evidenziato un ritardo diagnostico significativo nei pazienti con AR-SN, che spesso non vengono riconosciuti tempestivamente a causa della mancanza di biomarcatori specifici e della sottostima di parametri clinici come la dolorabilità articolare, approfondita nel quarto studio. Abbiamo dimostrato come la dolorabilità articolare debba essere considerata un parametro diagnostico rilevante, poiché la sola presenza di articolazioni tumefatte può non essere sufficiente per identificare correttamente i pazienti con AR-SN. Un altro risultato chiave emerso dallo studio riguarda il Patient Global Assessment (PGA), che nei pazienti sieronegativi si dissocia precocemente dai parametri infiammatori, rendendo complessa la valutazione dell’attività della malattia e la risposta alle terapie convenzionali, come analizzato nel quinto studio. Nel sesto e settimo studio, abbiamo esplorato l’efficacia di nuovi biomarcatori, come il CXCL13, e di terapie innovative, come gli inibitori delle Janus chinasi (JAKi), che si sono dimostrati promettenti nel migliorare sia i sintomi infiammatori che non infiammatori dell’AR-SN. Infine, l’ottavo studio ha mostrato come i pazienti con AR-SN siano più inclini a sviluppare una forma refrattaria di malattia, evidenziando la necessità di un trattamento precoce e aggressivo. Complessivamente, questa tesi sottolinea l’importanza di studiare più a fondo l’AR-SN, una malattia spesso trascurata, al fine di sviluppare strategie diagnostiche e terapeutiche più efficaci e personalizzate.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/307250
URN:NBN:IT:UNIPV-307250