Nel recente passato, le esigenze di distanziamento connesse all’emergenza pandemica da COVID-19 hanno impresso un’accelerazione all’utilizzo della Information and Communication Technology (I.T.C.) per lo svolgimento delle assemblee delle società azionarie. Si è così verificato un fenomeno di digitalizzazione “forzata” delle riunioni assembleari che, pur attraversando tutti i modelli societari occidentali, ha tuttavia impattato diversamente quell’insieme di regole normative e prassi operative vigenti in ciascuno dei singoli ordinamenti giuridici, incidendo, in particolar modo, sul corretto e pieno esercizio di alcuni diritti dei soci. Di fatto, Paesi come l’Italia e la Germania, al fine di garantire il regolare svolgimento dell’attività aziendale, sono intervenuti sulla materia con disposizioni di legge straordinarie a mezzo delle quali è stato imposto alle società di azionarie l’esclusivo uso del collegamento da remoto per lo svolgimento della cd. stagione assembleare. In deroga al regime ordinario, orientato dal principio di “neutralità tecnologica” e dunque basato sull’uso facoltativo e previamente autorizzato dallo statuto della tecnologia, è stata normativamente introdotta una nuova ipotesi di assemblea sociale, definita dalla dottrina “assemblea virtuale totalitaria”. Istituto che va ad aggiungersi alla già esistente assemblea “ibrida” in cui l’utilizzo di strumenti di partecipazione digitale è meramente facoltativo, affiancandosi tradizionale intervento fisico. Tratto distintivo dell’assemblea virtuale risulta essere proprio l’assenza di un riferimento fisico, materiale, per la convocazione della riunione, aspetto foriero di rilevanti problematiche giuridiche. Sul piano comparatistico, mentre negli ordinamenti italiano e tedesco siffatta digitalizzazione coattiva dell’adunanza ha avuto un impatto “traumatico” sullo stato dell’arte normativo; negli ordinamenti di common law, in particolare quello statunitense dello stato del Delaware, essendo l’uso esclusivo della tecnologia, un fenomeno già positivizzato dal §211 della DGCL, si è invece assistito all’implementazione del ricorso alla “virtual assembly”, istituto già noto all’ordinamento statunitense e dotato di cittadinanza giuridica, che ha investito anche altri Stati federali degli USA, attraverso l’impiego delle cd. “leggi modello”. Pertanto, alla luce tanto dei riflessi che la digitalizzazione forzata è destinata a determinare in ordinamenti estranei all’istituto dell’assemblea virtuale, quanto del processo di “somatizzazione” della legislazione emergenziale da parte degli statuti societari, con la ricerca in oggetto è stato effettuato uno studio comparativo dei principali ordinamenti interessati dal fenomeno (in particolare quello italiano e tedesco da un lato e quello statunitense e inglese dall’altro) al fine di accertare la sussistenza di tratti comuni tra i modelli coinvolti. Si è così focalizzata l’attenzione sui recenti interventi de jure condito dei modelli statunitense e tedesco, con uno sguardo alle prospettive di diritto positivo, utili, e al contempo necessarie, al superamento di alcuni problemi di bilanciamento dei diversi interessi giuridici in gioco, lasciati aperti – in particolar modo in Italia – dall’assenza di una disciplina normativa dell’assemblea svolta esclusivamente nel World Wide Web. L’attività di ricerca si articola in diverse fasi: In primo luogo, si parte da un’analisi generale degli specifici modelli societari (s.p.a., Aktiengesellschaft, corporation) allo scopo di delineare quale sia, in ciascun sistema giuridico, il ruolo e il “peso” politico dell’organo assembleare nell’assetto della governance, e dunque nel procedimento decisionale dell’ente. La seconda fase è invece caratterizzata da un focus sul rapporto dialettico intercorrente tra il perseguimento dell’interesse sociale e la tutela dei diritti (patrimoniali e amministrativi) dei singoli soci; in questa sezione, particolare attenzione è rivolta all’individuazione degli strumenti impiegati dai vari modelli societari per bilanciare i due diversi poli di interesse che, come noto, rappresentano il cuore dell’oggetto del dibattito assembleare. Nella terza parte del lavoro partendo dall’approfondimento del tema Corptech, viene evidenziato come nei diversi ordinamenti, l’impiego della tecnologia per lo svolgimento delle adunanze assembleari, pur essendo circondato da aspetti positivi, presenti al contempo profili problematici legati all’uso totalitario della Information and Communication Technology, capace di compromettere il corretto esercizio dei alcuni dei diritti di partecipazione dei soci e minare tanto il principio di neutralità tecnologica, quanto la fisionomia del metodo collegiale. Si procede poi ad analizzare, nello specifico, la disciplina e il ruolo dei formanti nell’evoluzione dell’istituto dell’assemblea virtuale totalitaria, passando in rassegna e comparando gli approdi di diritto positivo degli ordinamenti stranieri e lo stato evolutivo di quello italiano. Nell’ultima parte del capitolo viene infine illustrato come l’impiego della tecnologia sia in grado di determinare un’evoluzione, non solo metodologico-procedurale, ma anche giuridico- sostanziale, dimostrando quali implicazioni sull’equilibrio della governance aziendale, possano scaturire dall’evoluzione della Corptech.
L’impatto della tecnologia digitale sui procedimenti assembleari delle società azionarie. Un’analisi comparata
AMBROSINO, RAFFAELE
2025
Abstract
Nel recente passato, le esigenze di distanziamento connesse all’emergenza pandemica da COVID-19 hanno impresso un’accelerazione all’utilizzo della Information and Communication Technology (I.T.C.) per lo svolgimento delle assemblee delle società azionarie. Si è così verificato un fenomeno di digitalizzazione “forzata” delle riunioni assembleari che, pur attraversando tutti i modelli societari occidentali, ha tuttavia impattato diversamente quell’insieme di regole normative e prassi operative vigenti in ciascuno dei singoli ordinamenti giuridici, incidendo, in particolar modo, sul corretto e pieno esercizio di alcuni diritti dei soci. Di fatto, Paesi come l’Italia e la Germania, al fine di garantire il regolare svolgimento dell’attività aziendale, sono intervenuti sulla materia con disposizioni di legge straordinarie a mezzo delle quali è stato imposto alle società di azionarie l’esclusivo uso del collegamento da remoto per lo svolgimento della cd. stagione assembleare. In deroga al regime ordinario, orientato dal principio di “neutralità tecnologica” e dunque basato sull’uso facoltativo e previamente autorizzato dallo statuto della tecnologia, è stata normativamente introdotta una nuova ipotesi di assemblea sociale, definita dalla dottrina “assemblea virtuale totalitaria”. Istituto che va ad aggiungersi alla già esistente assemblea “ibrida” in cui l’utilizzo di strumenti di partecipazione digitale è meramente facoltativo, affiancandosi tradizionale intervento fisico. Tratto distintivo dell’assemblea virtuale risulta essere proprio l’assenza di un riferimento fisico, materiale, per la convocazione della riunione, aspetto foriero di rilevanti problematiche giuridiche. Sul piano comparatistico, mentre negli ordinamenti italiano e tedesco siffatta digitalizzazione coattiva dell’adunanza ha avuto un impatto “traumatico” sullo stato dell’arte normativo; negli ordinamenti di common law, in particolare quello statunitense dello stato del Delaware, essendo l’uso esclusivo della tecnologia, un fenomeno già positivizzato dal §211 della DGCL, si è invece assistito all’implementazione del ricorso alla “virtual assembly”, istituto già noto all’ordinamento statunitense e dotato di cittadinanza giuridica, che ha investito anche altri Stati federali degli USA, attraverso l’impiego delle cd. “leggi modello”. Pertanto, alla luce tanto dei riflessi che la digitalizzazione forzata è destinata a determinare in ordinamenti estranei all’istituto dell’assemblea virtuale, quanto del processo di “somatizzazione” della legislazione emergenziale da parte degli statuti societari, con la ricerca in oggetto è stato effettuato uno studio comparativo dei principali ordinamenti interessati dal fenomeno (in particolare quello italiano e tedesco da un lato e quello statunitense e inglese dall’altro) al fine di accertare la sussistenza di tratti comuni tra i modelli coinvolti. Si è così focalizzata l’attenzione sui recenti interventi de jure condito dei modelli statunitense e tedesco, con uno sguardo alle prospettive di diritto positivo, utili, e al contempo necessarie, al superamento di alcuni problemi di bilanciamento dei diversi interessi giuridici in gioco, lasciati aperti – in particolar modo in Italia – dall’assenza di una disciplina normativa dell’assemblea svolta esclusivamente nel World Wide Web. L’attività di ricerca si articola in diverse fasi: In primo luogo, si parte da un’analisi generale degli specifici modelli societari (s.p.a., Aktiengesellschaft, corporation) allo scopo di delineare quale sia, in ciascun sistema giuridico, il ruolo e il “peso” politico dell’organo assembleare nell’assetto della governance, e dunque nel procedimento decisionale dell’ente. La seconda fase è invece caratterizzata da un focus sul rapporto dialettico intercorrente tra il perseguimento dell’interesse sociale e la tutela dei diritti (patrimoniali e amministrativi) dei singoli soci; in questa sezione, particolare attenzione è rivolta all’individuazione degli strumenti impiegati dai vari modelli societari per bilanciare i due diversi poli di interesse che, come noto, rappresentano il cuore dell’oggetto del dibattito assembleare. Nella terza parte del lavoro partendo dall’approfondimento del tema Corptech, viene evidenziato come nei diversi ordinamenti, l’impiego della tecnologia per lo svolgimento delle adunanze assembleari, pur essendo circondato da aspetti positivi, presenti al contempo profili problematici legati all’uso totalitario della Information and Communication Technology, capace di compromettere il corretto esercizio dei alcuni dei diritti di partecipazione dei soci e minare tanto il principio di neutralità tecnologica, quanto la fisionomia del metodo collegiale. Si procede poi ad analizzare, nello specifico, la disciplina e il ruolo dei formanti nell’evoluzione dell’istituto dell’assemblea virtuale totalitaria, passando in rassegna e comparando gli approdi di diritto positivo degli ordinamenti stranieri e lo stato evolutivo di quello italiano. Nell’ultima parte del capitolo viene infine illustrato come l’impiego della tecnologia sia in grado di determinare un’evoluzione, non solo metodologico-procedurale, ma anche giuridico- sostanziale, dimostrando quali implicazioni sull’equilibrio della governance aziendale, possano scaturire dall’evoluzione della Corptech.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/308152
URN:NBN:IT:UNIFG-308152