La ricerca intende ricostruire il pensiero, la visione e l’azione europeista che hanno accompagnato la vita di Emilio Colombo e ne hanno orientato l’intera carriera politica, dai primi anni Cinquanta fino agli ultimi anni della sua esistenza, avvenuta il 24 giugno del 2013. Emilio Colombo ha svolto un ruolo propulsivo e di primo piano nel processo di integrazione europea e nella delineazione e attuazione della politica europea dell’Italia. Colombo è ricordato tutt’oggi come una delle personalità di maggior spicco che hanno fornito un contributo decisivo al ruolo esercitato dall’Italia in ambito europeo e, al contempo, come una delle figure chiave che, all’interno delle istituzioni europee, ne ha indirizzato gli sviluppi e l’evoluzione nel corso della seconda metà del ventesimo secolo. Se sulla vita politica di Colombo, l’ultimo dei padri costituenti, si è scritto nel corso degli anni, soprattutto per chiarire l’importante contributo offerto all’interno della Democrazia Cristiana e, in generale, alla vita politica italiana che va dalla fine degli anni Quaranta ai primi anni Ottanta, si deve, invece, riscontrare che l’azione di Colombo nell’ambito europeo ed internazionale non è stata sino ad oggi oggetto di un’analisi sistematica ed esaustiva, quali quelle che hanno interessato l’azione di altri politici italiani, da Gaetano Martino a Paolo Emilio Taviani, fino ad Antonio Segni e Giovanni Gronchi. Attraverso la presente ricerca, si intende contribuire a colmare tale vuoto storiografico su Emilio Colombo, la cui scomparsa richiede e, altresì, permette, lo svolgimento di una riflessione, tanto scientifica quanto distaccata, sul ruolo da lui svolto nei diversi ambiti della politica italiana, europea e internazionale. Ciò appare quanto mai d’interesse nel momento in cui, il fondo Colombo è stato versato, seppur ancora non nella sua interezza, presso l’Archivio Storico dell’Istituto Luigi Sturzo. La rilevanza che l’azione di Colombo ha avuto nella storia ed evoluzione delle Comunità Europee è confermata dai prestigiosi riconoscimenti internazionali che egli ha ottenuto nel corso della sua straordinaria carriera politica: tra questi si annovera il premio Carlo Magno, attribuitogli nel 1979 ad Aquisgrana e in precedenza assegnato solo ad Alcide De Gasperi e ad Antonio Segni, e il premio Jean Monnet, conferitogli nel 2011. In ambito europeo, Emilio Colombo viene soprattutto ricordato per il ruolo avuto nel 1981, quando, in qualità di ministro degli esteri della Repubblica Italiana, diede vita assieme al suo omologo della Repubblica Federale Tedesca, Hans-Dietrich Genscher, al cosiddetto Atto Colombo-Genscher, un piano volto a rilanciare il processo d’integrazione europea anche a livello 2 politico e che darà avvio a quel percorso che porterà nel 1986 alla firma dell’Atto Unico europeo e, successivamente, al Trattato di Maastricht del 1992. Tuttavia, ad una più attenta e approfondita analisi, Emilio Colombo si rivela un politico che già dagli anni Cinquanta appare impegnato a perseguire, sia in ambito nazionale che comunitario, un migliore livello d’integrazione europea. Proveniente dal mondo cattolico italiano, dopo essere stato il più giovane membro dell’Assemblea Costituente a soli 26 anni e sindaco della sua città di origine, Potenza, Colombo nel 1955 ricopre la carica di ministro dell’Agricoltura e delle foreste, entrando di fatto sulla scena politica europea nel momento cruciale dei negoziati per la nascita della Comunità Economica Europea e delle relativa politica agricola. Successivamente, in qualità di ministro del Commercio estero e poi di ministro dell’Industria e del commercio, Colombo ricopre un ruolo fondamentale nell’attuazione delle disposizioni dei trattati CEE, affermandosi di fatto come una delle figure italiane di maggior spicco a livello europeo. Alla guida del ministero del Tesoro tra il 1963 e il 1970, Colombo continua a seguire direttamente il processo di integrazione economica dell’Europa, con particolare riferimento all’attuazione del Mercato Unico e alla definizione dei rapporti commerciali tra la CEE e i paesi terzi. Emilio Colombo è protagonista delle grandi sfide politiche dell’integrazione europea che hanno interessato la CEE, soprattutto dalla seconda metà degli anni Sessanta e fino alla fine degli anni Settanta. Colombo, infatti, presiede la difficile riunione del Consiglio dei Ministri della CEE che, nel gennaio 1966, adotta il compromesso del Lussemburgo; in qualità di Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica guida la politica europea dell’Italia nel complesso periodo che va dall’agosto 1970 al febbraio 1972; è quindi Presidente del Parlamento Europeo dal 1977 sino alla svolta del 1979, quando si tengono le prime elezioni a suffragio universale diretto. La missione europeista di Colombo continua e si approfondisce negli anni Ottanta e Novanta, quando ricopre la carica di ministro degli Esteri, prima dal 1980 al 1983 e poi tra il 1992 e il 1993, in occasione della firma e dell’attuazione del Trattato di Maastricht. All’ultima seduta a cui partecipa prima della sua scomparsa, in occasione di una riunione congiunta delle Commissioni Esteri e Difesa del Senato, Colombo prende la parola per spronare ancora una volta a guardare all’Europa come uno strumento di integrazione e non piuttosto di divisione e mero rigore economico. Un intramontabile attaccamento ai valori europei che emerge appieno dalla presente ricerca e che è stato ricordato l’11 ottobre 2016 dagli interventi del Presidente del Senato Pietro Grasso e del senatore Pierferdinando Casini in occasione di una cerimonia presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani del Senato della Repubblica. 3 Trascorsi quattro anni dalla sua scomparsa, Colombo si conferma come una delle figure che hanno maggiormente contribuito a impostare e ad attuare la politica europea dell’Italia, fornendo, al contempo, in molteplici occasioni alle Comunità Europee un importante azione di indirizzo in alcuni delle fasi più difficili della vita di tali istituzioni. In occasione del conferimento, nel 1979 ad Aquisgrana, del Premio Carlo Magno, sarà proprio un altro grande europeo, l’amico e collega tedesco Hans-Dietrich Genscher, che celebrerà l’importanza del ruolo svolto da Colombo nel processo di integrazione europea affermando che: “Emilio Colombo ha utilizzato tutte le sue forze e le sue ricerche, dove è stato possibile, al fine di fornire un valido contributo all’integrazione europea. Mai ha prevalso in lui la passione sulla ragione. Sempre ha ricercato la chiarezza nei suoi concetti e nelle sue idee, e il raziocinio nei suoi modelli di soluzione. Ma il suo carattere nobile e la sua indole moderata si uniscono a una volontà ferrea da cui sempre è animato”. La ricerca intende studiare la visione che ha ispirato Emilio Colombo nella sua costante azione a favore del processo di integrazione europea, analizzando allo stesso tempo la sua attività politica, svolta sia a livello nazionale che a livello comunitario, sui temi europei. Per poter comprendere a pieno l’europeismo di Colombo è necessario prendere in esame il percorso intellettuale e politico che ha portato il politico lucano ad essere il più giovane membro dell’Assemblea Costituente e ad assumere, successivamente, incarichi di governo di crescente rilevanza, che gli hanno permesso di seguire direttamente il processo di integrazione economica dell’Europa negli anni Cinquanta e Sessanta, con particolare riferimento al periodo di attuazione del Mercato Unico e alla definizione dei rapporti commerciali tra la CEE e i paesi terzi, e a ricoprire le più alte cariche politiche in ambito nazionale e europeo negli anni Settanta e Ottanta. Nell’analisi della politica europea di Colombo non si può, pena la realizzazione di una ricostruzione parziale, non prendere in esame anche il suo atteggiamento nei confronti del confronto bipolare e della Guerra Fredda. Emilio Colombo si è infatti sempre distinto, nel panorama politico nazionale, anche per il suo spiccato orientamento atlantico. Tenendo a mente questo dato, si intende valutare se e eventualmente in quale misura, il legame transatlantico abbia inciso sull’azione di Colombo nell’ambito delle Comunità Europee. Attraverso questa biografia della politica europea di Colombo si intende, infine, fornire uno strumento per comprendere l’azione dell’Italia sulla scena internazionale nel periodo che va dall’inizio degli anni Cinquanta all’inizio degli anni Novanta. Uno strumento che si rivela, altresì, utile per meglio comprendere il dibattito sulla politica estera e sull’impegno europeo che si svolse all’interno del mondo democristiano negli anni in questione. 4 La storiografia sul ruolo dell’Italia nel processo di integrazione europea presenta tutt’ora una serie di lacune, soprattutto per ciò che riguarda gli anni Sessanta e Settanta. La presente analisi della vocazione e dell’impegno europeista del Presidente Colombo, intende contribuire a colmare tali lacune offrendo un contributo scientifico sui momenti più significativi del percorso di integrazione dell’Europa di cui Colombo e l’Italia sono stati protagonisti.
L'europeismo di Emilio Colombo
ORLACCHIO, ILDE
2018
Abstract
La ricerca intende ricostruire il pensiero, la visione e l’azione europeista che hanno accompagnato la vita di Emilio Colombo e ne hanno orientato l’intera carriera politica, dai primi anni Cinquanta fino agli ultimi anni della sua esistenza, avvenuta il 24 giugno del 2013. Emilio Colombo ha svolto un ruolo propulsivo e di primo piano nel processo di integrazione europea e nella delineazione e attuazione della politica europea dell’Italia. Colombo è ricordato tutt’oggi come una delle personalità di maggior spicco che hanno fornito un contributo decisivo al ruolo esercitato dall’Italia in ambito europeo e, al contempo, come una delle figure chiave che, all’interno delle istituzioni europee, ne ha indirizzato gli sviluppi e l’evoluzione nel corso della seconda metà del ventesimo secolo. Se sulla vita politica di Colombo, l’ultimo dei padri costituenti, si è scritto nel corso degli anni, soprattutto per chiarire l’importante contributo offerto all’interno della Democrazia Cristiana e, in generale, alla vita politica italiana che va dalla fine degli anni Quaranta ai primi anni Ottanta, si deve, invece, riscontrare che l’azione di Colombo nell’ambito europeo ed internazionale non è stata sino ad oggi oggetto di un’analisi sistematica ed esaustiva, quali quelle che hanno interessato l’azione di altri politici italiani, da Gaetano Martino a Paolo Emilio Taviani, fino ad Antonio Segni e Giovanni Gronchi. Attraverso la presente ricerca, si intende contribuire a colmare tale vuoto storiografico su Emilio Colombo, la cui scomparsa richiede e, altresì, permette, lo svolgimento di una riflessione, tanto scientifica quanto distaccata, sul ruolo da lui svolto nei diversi ambiti della politica italiana, europea e internazionale. Ciò appare quanto mai d’interesse nel momento in cui, il fondo Colombo è stato versato, seppur ancora non nella sua interezza, presso l’Archivio Storico dell’Istituto Luigi Sturzo. La rilevanza che l’azione di Colombo ha avuto nella storia ed evoluzione delle Comunità Europee è confermata dai prestigiosi riconoscimenti internazionali che egli ha ottenuto nel corso della sua straordinaria carriera politica: tra questi si annovera il premio Carlo Magno, attribuitogli nel 1979 ad Aquisgrana e in precedenza assegnato solo ad Alcide De Gasperi e ad Antonio Segni, e il premio Jean Monnet, conferitogli nel 2011. In ambito europeo, Emilio Colombo viene soprattutto ricordato per il ruolo avuto nel 1981, quando, in qualità di ministro degli esteri della Repubblica Italiana, diede vita assieme al suo omologo della Repubblica Federale Tedesca, Hans-Dietrich Genscher, al cosiddetto Atto Colombo-Genscher, un piano volto a rilanciare il processo d’integrazione europea anche a livello 2 politico e che darà avvio a quel percorso che porterà nel 1986 alla firma dell’Atto Unico europeo e, successivamente, al Trattato di Maastricht del 1992. Tuttavia, ad una più attenta e approfondita analisi, Emilio Colombo si rivela un politico che già dagli anni Cinquanta appare impegnato a perseguire, sia in ambito nazionale che comunitario, un migliore livello d’integrazione europea. Proveniente dal mondo cattolico italiano, dopo essere stato il più giovane membro dell’Assemblea Costituente a soli 26 anni e sindaco della sua città di origine, Potenza, Colombo nel 1955 ricopre la carica di ministro dell’Agricoltura e delle foreste, entrando di fatto sulla scena politica europea nel momento cruciale dei negoziati per la nascita della Comunità Economica Europea e delle relativa politica agricola. Successivamente, in qualità di ministro del Commercio estero e poi di ministro dell’Industria e del commercio, Colombo ricopre un ruolo fondamentale nell’attuazione delle disposizioni dei trattati CEE, affermandosi di fatto come una delle figure italiane di maggior spicco a livello europeo. Alla guida del ministero del Tesoro tra il 1963 e il 1970, Colombo continua a seguire direttamente il processo di integrazione economica dell’Europa, con particolare riferimento all’attuazione del Mercato Unico e alla definizione dei rapporti commerciali tra la CEE e i paesi terzi. Emilio Colombo è protagonista delle grandi sfide politiche dell’integrazione europea che hanno interessato la CEE, soprattutto dalla seconda metà degli anni Sessanta e fino alla fine degli anni Settanta. Colombo, infatti, presiede la difficile riunione del Consiglio dei Ministri della CEE che, nel gennaio 1966, adotta il compromesso del Lussemburgo; in qualità di Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica guida la politica europea dell’Italia nel complesso periodo che va dall’agosto 1970 al febbraio 1972; è quindi Presidente del Parlamento Europeo dal 1977 sino alla svolta del 1979, quando si tengono le prime elezioni a suffragio universale diretto. La missione europeista di Colombo continua e si approfondisce negli anni Ottanta e Novanta, quando ricopre la carica di ministro degli Esteri, prima dal 1980 al 1983 e poi tra il 1992 e il 1993, in occasione della firma e dell’attuazione del Trattato di Maastricht. All’ultima seduta a cui partecipa prima della sua scomparsa, in occasione di una riunione congiunta delle Commissioni Esteri e Difesa del Senato, Colombo prende la parola per spronare ancora una volta a guardare all’Europa come uno strumento di integrazione e non piuttosto di divisione e mero rigore economico. Un intramontabile attaccamento ai valori europei che emerge appieno dalla presente ricerca e che è stato ricordato l’11 ottobre 2016 dagli interventi del Presidente del Senato Pietro Grasso e del senatore Pierferdinando Casini in occasione di una cerimonia presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani del Senato della Repubblica. 3 Trascorsi quattro anni dalla sua scomparsa, Colombo si conferma come una delle figure che hanno maggiormente contribuito a impostare e ad attuare la politica europea dell’Italia, fornendo, al contempo, in molteplici occasioni alle Comunità Europee un importante azione di indirizzo in alcuni delle fasi più difficili della vita di tali istituzioni. In occasione del conferimento, nel 1979 ad Aquisgrana, del Premio Carlo Magno, sarà proprio un altro grande europeo, l’amico e collega tedesco Hans-Dietrich Genscher, che celebrerà l’importanza del ruolo svolto da Colombo nel processo di integrazione europea affermando che: “Emilio Colombo ha utilizzato tutte le sue forze e le sue ricerche, dove è stato possibile, al fine di fornire un valido contributo all’integrazione europea. Mai ha prevalso in lui la passione sulla ragione. Sempre ha ricercato la chiarezza nei suoi concetti e nelle sue idee, e il raziocinio nei suoi modelli di soluzione. Ma il suo carattere nobile e la sua indole moderata si uniscono a una volontà ferrea da cui sempre è animato”. La ricerca intende studiare la visione che ha ispirato Emilio Colombo nella sua costante azione a favore del processo di integrazione europea, analizzando allo stesso tempo la sua attività politica, svolta sia a livello nazionale che a livello comunitario, sui temi europei. Per poter comprendere a pieno l’europeismo di Colombo è necessario prendere in esame il percorso intellettuale e politico che ha portato il politico lucano ad essere il più giovane membro dell’Assemblea Costituente e ad assumere, successivamente, incarichi di governo di crescente rilevanza, che gli hanno permesso di seguire direttamente il processo di integrazione economica dell’Europa negli anni Cinquanta e Sessanta, con particolare riferimento al periodo di attuazione del Mercato Unico e alla definizione dei rapporti commerciali tra la CEE e i paesi terzi, e a ricoprire le più alte cariche politiche in ambito nazionale e europeo negli anni Settanta e Ottanta. Nell’analisi della politica europea di Colombo non si può, pena la realizzazione di una ricostruzione parziale, non prendere in esame anche il suo atteggiamento nei confronti del confronto bipolare e della Guerra Fredda. Emilio Colombo si è infatti sempre distinto, nel panorama politico nazionale, anche per il suo spiccato orientamento atlantico. Tenendo a mente questo dato, si intende valutare se e eventualmente in quale misura, il legame transatlantico abbia inciso sull’azione di Colombo nell’ambito delle Comunità Europee. Attraverso questa biografia della politica europea di Colombo si intende, infine, fornire uno strumento per comprendere l’azione dell’Italia sulla scena internazionale nel periodo che va dall’inizio degli anni Cinquanta all’inizio degli anni Novanta. Uno strumento che si rivela, altresì, utile per meglio comprendere il dibattito sulla politica estera e sull’impegno europeo che si svolse all’interno del mondo democristiano negli anni in questione. 4 La storiografia sul ruolo dell’Italia nel processo di integrazione europea presenta tutt’ora una serie di lacune, soprattutto per ciò che riguarda gli anni Sessanta e Settanta. La presente analisi della vocazione e dell’impegno europeista del Presidente Colombo, intende contribuire a colmare tali lacune offrendo un contributo scientifico sui momenti più significativi del percorso di integrazione dell’Europa di cui Colombo e l’Italia sono stati protagonisti.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/310130
URN:NBN:IT:UNIROMA1-310130