La crescente attenzione per la questione ambientale, alimentata dall’urgenza di contrastare il cambiamento climatico e promuovere uno sviluppo sostenibile, ha imposto un ripensamento radicale dei rapporti tra potere statale, autonomie territoriali e diritti fondamentali.La materia ambiente difatti, divenendo elemento imprescindibile per la definizione delle politiche pubbliche e delle strategie di sviluppo ha acquisito una rilevanza crescente nel dibattito politico, economico e giuridico.In questo contesto la “transizione verde”, pilastro centrale del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), si inserisce come leva di innovazione istituzionale e giuridica, sollevando importanti riflessioni in merito al riparto di competenze tra Stato e Regioni nonché al ruolo attivo della Pubblica Amministrazione nella tutela dell’ambiente.L’ambiente, da nozione originariamente metagiuridica e plurivoca, si è progressivamente consolidato come oggetto di interesse giuridico primario, fino ad assumere oggi rilievo costituzionale autonomo. La riforma degli articoli 9 e 41 della Costituzione, approvata con Legge costituzionale n. 1 del 2022, ha segnato un punto di svolta epocale, introducendo una visione sistemica della protezione ambientale orientata ai diritti delle generazioni future e sancendo in via espressa l’interesse alla sostenibilità come principio ispiratore dell’azione pubblica e privata.Tuttavia, il riconoscimento dell’ambiente come diritto fondamentale e valore costituzionale implica un rafforzamento del principio di sussidiarietà e impone una riflessione critica sul modello di governance ambientale. Il rapporto tra centro e periferia ovvero tra potestà legislativa statale e competenze regionali si è rivelato storicamente conflittuale, e solo grazie ad un’elaborazione giurisprudenziale della Corte costituzionale si è riusciti a tracciare coordinate più certe, pur lasciando ancora irrisolti alcuni nodi problematici.Il lavoro che qui si introduce si propone di analizzare, attraverso un approccio sistematico e multidimensionale, la funzione giuridica della transizione ecologica nel contesto del PNRR, considerando il quadro delle competenze tra Stato e Regioni in tema di ambiente, l’evoluzione dottrinale e giurisprudenziale in materia ambientale e il ruolo propulsivo delle Pubbliche Amministrazioni, anche alla luce dei principi di amministrazione condivisa, partecipazione civica e co-progettazione. L’intento è quello di restituire una chiave di lettura integrata, capace di cogliere la portata trasformativa della transizione verde come fenomeno non soltanto economico e tecnologico, ma anche costituzionalmente fondato e giuridicamente orientato che, guardando alle funzioni delle Pubbliche Amministrazioni possa permettere di ripensare ad un nuovo modo di intendere il rapporto cittadino-PA.
La transizione verde del PNRR nel quadro del riparto di competenza Stato - Regione e la funzione di tutela dei diritti e delle Autonomie
D'AMORE, Federica
2025
Abstract
La crescente attenzione per la questione ambientale, alimentata dall’urgenza di contrastare il cambiamento climatico e promuovere uno sviluppo sostenibile, ha imposto un ripensamento radicale dei rapporti tra potere statale, autonomie territoriali e diritti fondamentali.La materia ambiente difatti, divenendo elemento imprescindibile per la definizione delle politiche pubbliche e delle strategie di sviluppo ha acquisito una rilevanza crescente nel dibattito politico, economico e giuridico.In questo contesto la “transizione verde”, pilastro centrale del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), si inserisce come leva di innovazione istituzionale e giuridica, sollevando importanti riflessioni in merito al riparto di competenze tra Stato e Regioni nonché al ruolo attivo della Pubblica Amministrazione nella tutela dell’ambiente.L’ambiente, da nozione originariamente metagiuridica e plurivoca, si è progressivamente consolidato come oggetto di interesse giuridico primario, fino ad assumere oggi rilievo costituzionale autonomo. La riforma degli articoli 9 e 41 della Costituzione, approvata con Legge costituzionale n. 1 del 2022, ha segnato un punto di svolta epocale, introducendo una visione sistemica della protezione ambientale orientata ai diritti delle generazioni future e sancendo in via espressa l’interesse alla sostenibilità come principio ispiratore dell’azione pubblica e privata.Tuttavia, il riconoscimento dell’ambiente come diritto fondamentale e valore costituzionale implica un rafforzamento del principio di sussidiarietà e impone una riflessione critica sul modello di governance ambientale. Il rapporto tra centro e periferia ovvero tra potestà legislativa statale e competenze regionali si è rivelato storicamente conflittuale, e solo grazie ad un’elaborazione giurisprudenziale della Corte costituzionale si è riusciti a tracciare coordinate più certe, pur lasciando ancora irrisolti alcuni nodi problematici.Il lavoro che qui si introduce si propone di analizzare, attraverso un approccio sistematico e multidimensionale, la funzione giuridica della transizione ecologica nel contesto del PNRR, considerando il quadro delle competenze tra Stato e Regioni in tema di ambiente, l’evoluzione dottrinale e giurisprudenziale in materia ambientale e il ruolo propulsivo delle Pubbliche Amministrazioni, anche alla luce dei principi di amministrazione condivisa, partecipazione civica e co-progettazione. L’intento è quello di restituire una chiave di lettura integrata, capace di cogliere la portata trasformativa della transizione verde come fenomeno non soltanto economico e tecnologico, ma anche costituzionalmente fondato e giuridicamente orientato che, guardando alle funzioni delle Pubbliche Amministrazioni possa permettere di ripensare ad un nuovo modo di intendere il rapporto cittadino-PA.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/310174
URN:NBN:IT:UNIPA-310174