I secoli VI e il V a.C. rappresentano per la penisola italiana un arco cronologico interessato da una dinamica di ampie e profonde trasformazioni strutturali: dal consolidamento dell’istituto della città quale motore propulsore delle dinamiche politiche ed economiche, alla progressiva segmentazione e conseguente stratificazione sociale delle comunità, allo sviluppo di organizzazioni insediative complesse e articolate. La riflessione scientifica attuale tende a sottolineare come i secoli VI e V debbano essere considerati come un continuum nel quale le manifestazioni culturali sono in continua evoluzione, nel quale i processi di affermazione della compagine urbana e dello sviluppo delle comunità a lungo andare innescano meccanismi di crisi e di contrasto tra sistemi politici e sociali. Gli studi che hanno indagato il rapporto tra città e campagna e l’organizzazione di quest’ultima sono relativamente recenti; per lungo tempo il metro di confronto è stato costituito dal modello della città greca e, in particolare, dalla struttura polis-chora delle apoikiai della Magna Grecia nelle quali il possesso di un oikos e di un kleros è il requisito indispensabile per la condizione di cittadino di pieno diritto. La chora diventa quindi spazio che partecipa in maniera diretta alla definizione della polis. Nel mondo etrusco, gli specifici meccanismi di riproduzione sociale non consentono la formazione di una classe di cittadini liberi, svincolati dai legami di dipendenza aristocratica e, quindi, obbligano a delineare un autonomo apparato di interpretazione per approfondire i temi della divisione e della gestione della terra. È stato soprattutto B. d’Agostino a mettere a punto il concetto di una “non-polis” etrusca per esplicitare la necessità di approfondire una forma “altra” rispetto al modello urbano classico. .. [introduzione a cura dell'Autore]

La Campagna preromana in Etruria tra VI e V sec. a.C.: dinamiche insediative e assetti agrari

DE VITA, CRISTIANO BENEDETTO
2017

Abstract

I secoli VI e il V a.C. rappresentano per la penisola italiana un arco cronologico interessato da una dinamica di ampie e profonde trasformazioni strutturali: dal consolidamento dell’istituto della città quale motore propulsore delle dinamiche politiche ed economiche, alla progressiva segmentazione e conseguente stratificazione sociale delle comunità, allo sviluppo di organizzazioni insediative complesse e articolate. La riflessione scientifica attuale tende a sottolineare come i secoli VI e V debbano essere considerati come un continuum nel quale le manifestazioni culturali sono in continua evoluzione, nel quale i processi di affermazione della compagine urbana e dello sviluppo delle comunità a lungo andare innescano meccanismi di crisi e di contrasto tra sistemi politici e sociali. Gli studi che hanno indagato il rapporto tra città e campagna e l’organizzazione di quest’ultima sono relativamente recenti; per lungo tempo il metro di confronto è stato costituito dal modello della città greca e, in particolare, dalla struttura polis-chora delle apoikiai della Magna Grecia nelle quali il possesso di un oikos e di un kleros è il requisito indispensabile per la condizione di cittadino di pieno diritto. La chora diventa quindi spazio che partecipa in maniera diretta alla definizione della polis. Nel mondo etrusco, gli specifici meccanismi di riproduzione sociale non consentono la formazione di una classe di cittadini liberi, svincolati dai legami di dipendenza aristocratica e, quindi, obbligano a delineare un autonomo apparato di interpretazione per approfondire i temi della divisione e della gestione della terra. È stato soprattutto B. d’Agostino a mettere a punto il concetto di una “non-polis” etrusca per esplicitare la necessità di approfondire una forma “altra” rispetto al modello urbano classico. .. [introduzione a cura dell'Autore]
2017
Italiano
SANTORIELLO, Alfonso
MENICHETTI, Mauro
CERCHIAI, Luca
Università degli Studi di Salerno
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Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNISA-311267