In questi anni, le pubbliche amministrazioni dei Paesi dell’OECD sono state interessate da numerose riforme ispirate ai principi e alle logiche dell’ampio movimento denominato New Public Management. L’assunto di base è quello di trasferire nel settore pubblico i metodi di gestione del settore privato. Gli strumenti, le metodologie e le pratiche aziendali vengono implementate negli enti pubblici con l’obiettivo di giungere a un’azienda pubblica che operi secondo efficacia, efficienza ed economicità. I sostenitori del NPM (Hood, 1991; Guthrie, 1998) affermano che il successo di questo trasferimento di idee e principi dal privato al pubblico sta nell’ipotesi di fondo che questo avvenga senza distorsioni, in maniera neutrale, dalla fase di input a quella dell’output. Numerosi studi hanno dimostrato però che il diffondersi a macchia d’olio di questo movimento è stato caratterizzato da un assorbimento non omogeneo nei Paesi nei quali tali idee hanno attecchito (Lüder , 1992). Gli studi compiuti sull’implementazione delle riforme nei Paesi coinvolti dall’implementazione delle logiche del NPM son giunti essenzialmente a tracciare due differenti scenari: i sostenitori delle riforme, che hanno risposto alla seguente domanda di ricerca: perché la riforma è desiderabile. Questi sudi sono per la gran-parte ex-post, e descrivono la natura delle riforme e le caratteristiche qualitative degli strumenti introdotti (dalla contabilità economico-patrimoniale, ai principi contabili internazionali per il settore pubblico, strumenti di misurazione della performance); un’altra parte di studiosi che si sono soffermati invece sulla complessità dei processi di riforma, ricondotte fondamentalmente alle resistenze al cambiamento dei destinatari della riforma (Caccia & Steccolini, 2006; Lapsley & Wright, 2004; Broadbent & Guthrie, 2008). Tra questi due estremi, però, vi è una zona grigia, quella della attuazione e dell’adempimento formale, della trasformazione e dello svilimento dell’oggetto della riforma, che comportano la distorsione del disegno iniziale. Il presente lavoro si colloca nell’ambito di quest’ultimo filone di ricerca, a cui intende contribuire anche attraverso la trattazione di un case-study. Partendo da questi presupposti, nel lavoro si dibatte della riforma in tema di armonizzazione contabile attualmente in via di sperimentazione in Italia. Nella fattispecie, si discuterà di una delle misure contenute nella riforma, che ha attratto più volte l’attenzione degli studiosi sia sul panorama internazionale che nazionale, ovvero l’introduzione del sistema economico-patrimoniale, altrimenti detto di accrual accounting. Il framework teorico nel quale si colloca ricerca è quello latouriano della tecnoscienza (dal filosofo Bruno Latour) che spiega le origini della scienza; questo approccio teorico è alla base della più conosciuta Actor Network Theory (Latour, 1987); nel nostro caso sarà fatta una rilettura sociologica della creazione di un sistema economico-patrimoniale; si entrerà nella scatola nera, facendo uno studio ex-ante e di processo. La contabilità può essere concepita come una sapere esperto, come un linguaggio specialistico, che riproduce la realtà, passando dal racconto alla scrittura contabile (Quattrone, 2009 ). Il suddetto sistema – sebbene già ampiamente applicato nelle imprese - verrà considerato come una nuova tecnologia, da costruire, da sperimentare e da implementare, dapprima in laboratori sperimentali selezionati (pubbliche amministrazioni in sperimentazione), e poi esteso all’intero panorama nazionale. L’implementazione di questo sistema in un contesto completamente nuovo, quale un ente regionale, sarà studiato come la creazione di una nuova tecnologia. .. [a cura dell'Autore]
The construction of an new accrual accounting system evidence from laboratory life: Campania region
BRUNO, ADRIANA
2014
Abstract
In questi anni, le pubbliche amministrazioni dei Paesi dell’OECD sono state interessate da numerose riforme ispirate ai principi e alle logiche dell’ampio movimento denominato New Public Management. L’assunto di base è quello di trasferire nel settore pubblico i metodi di gestione del settore privato. Gli strumenti, le metodologie e le pratiche aziendali vengono implementate negli enti pubblici con l’obiettivo di giungere a un’azienda pubblica che operi secondo efficacia, efficienza ed economicità. I sostenitori del NPM (Hood, 1991; Guthrie, 1998) affermano che il successo di questo trasferimento di idee e principi dal privato al pubblico sta nell’ipotesi di fondo che questo avvenga senza distorsioni, in maniera neutrale, dalla fase di input a quella dell’output. Numerosi studi hanno dimostrato però che il diffondersi a macchia d’olio di questo movimento è stato caratterizzato da un assorbimento non omogeneo nei Paesi nei quali tali idee hanno attecchito (Lüder , 1992). Gli studi compiuti sull’implementazione delle riforme nei Paesi coinvolti dall’implementazione delle logiche del NPM son giunti essenzialmente a tracciare due differenti scenari: i sostenitori delle riforme, che hanno risposto alla seguente domanda di ricerca: perché la riforma è desiderabile. Questi sudi sono per la gran-parte ex-post, e descrivono la natura delle riforme e le caratteristiche qualitative degli strumenti introdotti (dalla contabilità economico-patrimoniale, ai principi contabili internazionali per il settore pubblico, strumenti di misurazione della performance); un’altra parte di studiosi che si sono soffermati invece sulla complessità dei processi di riforma, ricondotte fondamentalmente alle resistenze al cambiamento dei destinatari della riforma (Caccia & Steccolini, 2006; Lapsley & Wright, 2004; Broadbent & Guthrie, 2008). Tra questi due estremi, però, vi è una zona grigia, quella della attuazione e dell’adempimento formale, della trasformazione e dello svilimento dell’oggetto della riforma, che comportano la distorsione del disegno iniziale. Il presente lavoro si colloca nell’ambito di quest’ultimo filone di ricerca, a cui intende contribuire anche attraverso la trattazione di un case-study. Partendo da questi presupposti, nel lavoro si dibatte della riforma in tema di armonizzazione contabile attualmente in via di sperimentazione in Italia. Nella fattispecie, si discuterà di una delle misure contenute nella riforma, che ha attratto più volte l’attenzione degli studiosi sia sul panorama internazionale che nazionale, ovvero l’introduzione del sistema economico-patrimoniale, altrimenti detto di accrual accounting. Il framework teorico nel quale si colloca ricerca è quello latouriano della tecnoscienza (dal filosofo Bruno Latour) che spiega le origini della scienza; questo approccio teorico è alla base della più conosciuta Actor Network Theory (Latour, 1987); nel nostro caso sarà fatta una rilettura sociologica della creazione di un sistema economico-patrimoniale; si entrerà nella scatola nera, facendo uno studio ex-ante e di processo. La contabilità può essere concepita come una sapere esperto, come un linguaggio specialistico, che riproduce la realtà, passando dal racconto alla scrittura contabile (Quattrone, 2009 ). Il suddetto sistema – sebbene già ampiamente applicato nelle imprese - verrà considerato come una nuova tecnologia, da costruire, da sperimentare e da implementare, dapprima in laboratori sperimentali selezionati (pubbliche amministrazioni in sperimentazione), e poi esteso all’intero panorama nazionale. L’implementazione di questo sistema in un contesto completamente nuovo, quale un ente regionale, sarà studiato come la creazione di una nuova tecnologia. .. [a cura dell'Autore]| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/311347
URN:NBN:IT:UNISA-311347