Il lavoro prende le mosse dalla volontà di approfondire la figura e il pensiero di due esponenti di primo piano del Rinascimento ‘magico’ o ‘occulto’ di ambito germanico: Giovanni Tritemio e Cornelio Agrippa. Entrambi situati in un orizzonte cronologico e concettuale da una parte condizionato dal retaggio del neoplatonismo fiorentino e dalla riscoperta del pensiero ermeticocabalistico avutasi fra XV e XVI sec., dall'altra precorrente la varietà di autori legati alla corrente teosofica e alchemica successiva (secc. XVII e XVIII), Tritemio e Agrippa sono esaminati quali massimi esponenti di una magia ‘cerimoniale’ o ‘divina’, o ‘alta magia’. Concentrandosi soprattutto sui concetti chiave di dignitas e di dignificatio hominis, la dissertazione si propone di analizzare una parte importante dell’opera di entrambi gli autori al fine di approfondirne la riflessione sulla magia nel quadro di una profonda meditazione sull’uomo e sulle sue potenzialità creatrici in senso sovramondano. La prima sezione si concentra in primo luogo sulla determinazione storicobiografica della figura di Agrippa. Segue un quadro dedicato alla letteratura critica. Chiude la sezione una articolata esposizione tesa ad individuare l’ipotesi di lavoro e il nucleo essenziale della dissertazione. La seconda sezione è consacrata alla presentazione dell’abate Tritemio e della sua concezione magica attraverso una analisi approfondita di testi in edizione cinquecentina. L’intento principale della seconda sezione è quello di approfondire la natura della relazione intellettuale fra l’abate e Agrippa, soprattutto per quel che concerne l’influenza che il primo potrebbe avere esercitato sul secondo quanto alla formulazione di un genere particolare di magia ‘teurgico-divina’. Infine, la terza sezione consta di una attenta analisi di alcuni passi fondamentali tratti dal terzo libro del De occulta philosophia di Cornelio Agrippa. Si mette in luce la nozione capitale di ‘magia divina’, dando poi spazio alla dottrina antropologica ‘occulta’ agrippiana. La parte centrale della sezione è però dedicata all’esame del tema della dignificatio in Agrippa. Assunta dall’autore come “chiave” – clavis – il cui possesso garantisce l’intelligenza dell’opera tutta, la dignificatio costituisce il più eminente arcano, come pure il fattore di maggiore peculiarità e profondità speculativa e operativa del De occulta philosophia. [a cura dell'Autore]
La dignità magica. Magia e dignificatio hominis nell’opera di Giovanni Tritemio e di Cornelio Agrippa di Nettesheim
DI CHIARA, Lorenzo
2019
Abstract
Il lavoro prende le mosse dalla volontà di approfondire la figura e il pensiero di due esponenti di primo piano del Rinascimento ‘magico’ o ‘occulto’ di ambito germanico: Giovanni Tritemio e Cornelio Agrippa. Entrambi situati in un orizzonte cronologico e concettuale da una parte condizionato dal retaggio del neoplatonismo fiorentino e dalla riscoperta del pensiero ermeticocabalistico avutasi fra XV e XVI sec., dall'altra precorrente la varietà di autori legati alla corrente teosofica e alchemica successiva (secc. XVII e XVIII), Tritemio e Agrippa sono esaminati quali massimi esponenti di una magia ‘cerimoniale’ o ‘divina’, o ‘alta magia’. Concentrandosi soprattutto sui concetti chiave di dignitas e di dignificatio hominis, la dissertazione si propone di analizzare una parte importante dell’opera di entrambi gli autori al fine di approfondirne la riflessione sulla magia nel quadro di una profonda meditazione sull’uomo e sulle sue potenzialità creatrici in senso sovramondano. La prima sezione si concentra in primo luogo sulla determinazione storicobiografica della figura di Agrippa. Segue un quadro dedicato alla letteratura critica. Chiude la sezione una articolata esposizione tesa ad individuare l’ipotesi di lavoro e il nucleo essenziale della dissertazione. La seconda sezione è consacrata alla presentazione dell’abate Tritemio e della sua concezione magica attraverso una analisi approfondita di testi in edizione cinquecentina. L’intento principale della seconda sezione è quello di approfondire la natura della relazione intellettuale fra l’abate e Agrippa, soprattutto per quel che concerne l’influenza che il primo potrebbe avere esercitato sul secondo quanto alla formulazione di un genere particolare di magia ‘teurgico-divina’. Infine, la terza sezione consta di una attenta analisi di alcuni passi fondamentali tratti dal terzo libro del De occulta philosophia di Cornelio Agrippa. Si mette in luce la nozione capitale di ‘magia divina’, dando poi spazio alla dottrina antropologica ‘occulta’ agrippiana. La parte centrale della sezione è però dedicata all’esame del tema della dignificatio in Agrippa. Assunta dall’autore come “chiave” – clavis – il cui possesso garantisce l’intelligenza dell’opera tutta, la dignificatio costituisce il più eminente arcano, come pure il fattore di maggiore peculiarità e profondità speculativa e operativa del De occulta philosophia. [a cura dell'Autore]| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/311360
URN:NBN:IT:UNISA-311360