Intendo articolare il mio lavoro in quattro parti strettamente correlate fra loro. Nella prima intitolata Religione e modernità mi soffermo anzitutto sulla centralità che il fenomeno religioso assume nella disciplina sociologica che fin dalle sue origini ha mostrato un forte interesse per la religione, per il significato che essa assume e il ruolo svolto nel mondo moderno, concependola anzitutto come una forma di mediazione simbolica diretta a creare e conservare i vincoli sociali e a rafforzare allo stesso tempo l’ordine normativo nel complesso passaggio dalle società tradizionali a quelle moderne. Pur muovendo da una prospettiva laica, i classici del pensiero sociologico quali Comte, Durkheim e Weber non hanno confinato la religione a uno stadio primitivo delle società, al contrario nel loro sforzo creativo di decifrare lo statuto simbolico profondo sotteso all’esperienza religiosa e separando la questione della verità dei contenuti della religione da quella della sua funzione sociale, non hanno fatto altro che riscoprire la potenza della coscienza religiosa e la sua centralità all’interno del sistema sociale umano, gettando le basi per uno studio socio-scientifico della religione e finendo col dedicare al suo significato, alla sua trasformazione e al ruolo che ha svolto nella genesi della modernità stessa opere centrali o parti fondamentali di esse. Successivamente mi concentro sul carattere plurale delle nostre società e in particolare sul pluralismo religioso. L’aspetto che fin da subito mi preme puntualizzare è che la presenza simultanea di diverse tradizioni culturali in uno stesso territorio è una questione relativamente nuova. Rispetto al passato la differenza è che oggi nelle nostre società contemporanee le differenze sono più che mai evidenti, in contatto fra loro e soprattutto oggetto di rivendicazioni a cui lo Stato con le sue politiche sembra che fatichi a conferire legittimità. Analogamente la convivenza di fedi differenti non è un tratto esclusivo delle nostre società contemporanee ma esiste fin dai tempi in cui la società europea poteva chiamarsi societas cristiana. Ma il pluralismo religioso che contraddistingue le nostre società è invece un processo molto più dinamico e alquanto complesso: accanto alle religioni tradizionali della vecchia Europa si diffondono i nuovi movimenti religiosi che nascono o che vengono importati da altri paesi come gli Stati Uniti, l’India, il Giappone, un’ampia produzione di spiritualità new age, sette religiose più o meno legate al vecchio ceppo cristiano. Con questa espressione ci si riferisce oggi al fatto che nella società attuale non soltanto ci sono molte religioni ‘di fatto’ ma ci sono e possono esserci molte religioni ‘di diritto’, il che vuol dire che di fronte alla legge hanno tutte il diritto di esistere, di predicare le proprie dottrine e di praticare i propri riti. Di conseguenza non c'è più una religione che abbia ‘più diritto’ di esistere rispetto ad altre, che si consideri la ‘più vera’ e quindi sia reputata tale da godere di maggiori privilegi da parte dello Stato o della società. La ricerca di nuove soluzioni politiche di convivenza che tengano conto delle nuove forme di pluralismo sociale e culturale trova riscontro in sede di dibattito delle scienze sociali nei temi del multiculturalismo. All’interno della vivace discussione sulle politiche multiculturali e sul multiculturalismo che vede coinvolti studiosi di tutte le discipline sul tema dell’elaborazione di misure più adeguate ad assicurare la cooperazione e la partecipazione nella sfera pubblica delle nostre società pluralistiche delle diverse tradizioni culturali e al contempo sulla possibilità di riconoscere ad ognuna di esse una particolare autonomia in materie fondamentali nella definizione e preservazione della loro identità, si schierano posizioni contrapposte fra loro che generalmente possono essere ricondotte a due orientamenti predominanti, quello comunitarista alla Taylor o quello liberale neutralista alla Rawls, anche se molti e a più livelli sono gli intrecci tra loro. Uno dei piani dell’acceso dibattito riguarda l’esigenza di elaborare soluzioni alternative, a quelle finora avanzate dai multiculturalisti, di gestione del pluralismo religioso che nasce anzitutto dalla consapevolezza che la pluralizzazione degli universi religiosi avviene in una stagione che vede la religione sempre più presente nel discorso pubblico Lungo questa linea, dopo aver ricostruito la teoria della secolarizzazione, nelle sue varie accezioni, su cui poggia l’intero apparato teorico del modello liberale, e dopo aver ripercorso le principali posizioni del dibattito multiculturale, la mia attenzione si sposta sulle teorie che postulano un ritorno della religione nella sua espressione pubblica elaborate da studiosi di fama internazionale, da Habermas a Casanova, che al di là delle loro diverse formulazioni, gettano luce sul fatto che la tradizionale formula di separazione tra l’ambito religioso e quello secolare, con cui generalmente si inquadrano le complesse dinamiche relazionali tra le due sfere, va rivisitata. .. [a cura dell'Autore]

Muslim women and families between law of God and secular law: Italian and European debate

TRIGGIANO, DANIELA
2011

Abstract

Intendo articolare il mio lavoro in quattro parti strettamente correlate fra loro. Nella prima intitolata Religione e modernità mi soffermo anzitutto sulla centralità che il fenomeno religioso assume nella disciplina sociologica che fin dalle sue origini ha mostrato un forte interesse per la religione, per il significato che essa assume e il ruolo svolto nel mondo moderno, concependola anzitutto come una forma di mediazione simbolica diretta a creare e conservare i vincoli sociali e a rafforzare allo stesso tempo l’ordine normativo nel complesso passaggio dalle società tradizionali a quelle moderne. Pur muovendo da una prospettiva laica, i classici del pensiero sociologico quali Comte, Durkheim e Weber non hanno confinato la religione a uno stadio primitivo delle società, al contrario nel loro sforzo creativo di decifrare lo statuto simbolico profondo sotteso all’esperienza religiosa e separando la questione della verità dei contenuti della religione da quella della sua funzione sociale, non hanno fatto altro che riscoprire la potenza della coscienza religiosa e la sua centralità all’interno del sistema sociale umano, gettando le basi per uno studio socio-scientifico della religione e finendo col dedicare al suo significato, alla sua trasformazione e al ruolo che ha svolto nella genesi della modernità stessa opere centrali o parti fondamentali di esse. Successivamente mi concentro sul carattere plurale delle nostre società e in particolare sul pluralismo religioso. L’aspetto che fin da subito mi preme puntualizzare è che la presenza simultanea di diverse tradizioni culturali in uno stesso territorio è una questione relativamente nuova. Rispetto al passato la differenza è che oggi nelle nostre società contemporanee le differenze sono più che mai evidenti, in contatto fra loro e soprattutto oggetto di rivendicazioni a cui lo Stato con le sue politiche sembra che fatichi a conferire legittimità. Analogamente la convivenza di fedi differenti non è un tratto esclusivo delle nostre società contemporanee ma esiste fin dai tempi in cui la società europea poteva chiamarsi societas cristiana. Ma il pluralismo religioso che contraddistingue le nostre società è invece un processo molto più dinamico e alquanto complesso: accanto alle religioni tradizionali della vecchia Europa si diffondono i nuovi movimenti religiosi che nascono o che vengono importati da altri paesi come gli Stati Uniti, l’India, il Giappone, un’ampia produzione di spiritualità new age, sette religiose più o meno legate al vecchio ceppo cristiano. Con questa espressione ci si riferisce oggi al fatto che nella società attuale non soltanto ci sono molte religioni ‘di fatto’ ma ci sono e possono esserci molte religioni ‘di diritto’, il che vuol dire che di fronte alla legge hanno tutte il diritto di esistere, di predicare le proprie dottrine e di praticare i propri riti. Di conseguenza non c'è più una religione che abbia ‘più diritto’ di esistere rispetto ad altre, che si consideri la ‘più vera’ e quindi sia reputata tale da godere di maggiori privilegi da parte dello Stato o della società. La ricerca di nuove soluzioni politiche di convivenza che tengano conto delle nuove forme di pluralismo sociale e culturale trova riscontro in sede di dibattito delle scienze sociali nei temi del multiculturalismo. All’interno della vivace discussione sulle politiche multiculturali e sul multiculturalismo che vede coinvolti studiosi di tutte le discipline sul tema dell’elaborazione di misure più adeguate ad assicurare la cooperazione e la partecipazione nella sfera pubblica delle nostre società pluralistiche delle diverse tradizioni culturali e al contempo sulla possibilità di riconoscere ad ognuna di esse una particolare autonomia in materie fondamentali nella definizione e preservazione della loro identità, si schierano posizioni contrapposte fra loro che generalmente possono essere ricondotte a due orientamenti predominanti, quello comunitarista alla Taylor o quello liberale neutralista alla Rawls, anche se molti e a più livelli sono gli intrecci tra loro. Uno dei piani dell’acceso dibattito riguarda l’esigenza di elaborare soluzioni alternative, a quelle finora avanzate dai multiculturalisti, di gestione del pluralismo religioso che nasce anzitutto dalla consapevolezza che la pluralizzazione degli universi religiosi avviene in una stagione che vede la religione sempre più presente nel discorso pubblico Lungo questa linea, dopo aver ricostruito la teoria della secolarizzazione, nelle sue varie accezioni, su cui poggia l’intero apparato teorico del modello liberale, e dopo aver ripercorso le principali posizioni del dibattito multiculturale, la mia attenzione si sposta sulle teorie che postulano un ritorno della religione nella sua espressione pubblica elaborate da studiosi di fama internazionale, da Habermas a Casanova, che al di là delle loro diverse formulazioni, gettano luce sul fatto che la tradizionale formula di separazione tra l’ambito religioso e quello secolare, con cui generalmente si inquadrano le complesse dinamiche relazionali tra le due sfere, va rivisitata. .. [a cura dell'Autore]
11-mag-2011
Italiano
Diritti religiosi
Sfera pubblica
Islam
SACCHERI, Tullia
CERSOSIMO, Giuseppina
Università degli Studi di Salerno
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/311403
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNISA-311403