Il problema dell’inefficienza del sistema giudiziario è un problema molto attuale in Italia. In Italia la durata media di un processo è notevolmente superiore a quella dei paesi Ocse. L’eccessiva durata dei giudizi ha fatto si che il costo sostenuto dallo stato italiano per il risarcimento del danno patrimoniale per l’irragionevole durata del processo assumesse dimensioni allarmanti. Il sistema giudiziario italiano si caratterizza rispetto ai principali paesi europei per l’elevata litigiosità e per l’elevato numero di avvocati operanti nel settore dei servizi legali rispetto alla popolazione. Lo studio proposto, dopo aver analizzato la principale letteratura avente ad oggetto l’analisi comparativa dei sistemi giudiziari di diversi paesi e l’analisi di efficienza del sistema giudiziario di singoli paesi, si pone l’obiettivo di misurare l’efficienza dei 165 Tribunali Ordinari italiani, dal 2003 al 2012, e stimare un indice di variazione della produttività. Per la misura dell’efficienza sarà utilizzato un approccio non parametrico, riconducibile alla tecnica DEA (Data Envelopment Analysis). Con i risultati ottenuti, verrà creato un indice di Malmquist con l’obiettivo di valutare l’andamento della produttività e delle sue componenti. Verrà, infine, testata la significatività di alcune variabili sulla determinazione delle variazioni di produttività delle unità decisionali osservate. Dai risultati ottenuti è emerso che la maggior parte dei Tribunali Ordinari italiani, nel periodo 2003-2012, presenta rendimenti scalari crescenti. Difatti, la maggior parte delle osservazioni non sono lontane dalla frontiera di produzione. Tale risultato sembra suggerire che un accorpamento degli uffici giudiziari, potrebbe non produrre significativi guadagni di efficienza. L’analisi condotta ha, altresì, confermato l’esistenza di una relazione significativa tra variazione della produttività e la popolazione, nonché di una relazione positiva tra variazioni della produttività (e sue componenti) da un lato, e litigiosità e numero degli avvocati dall’altro. In particolare, con riferimento al numero di avvocati per giudice, valori più alti di questa variabile o della litigiosità influenzano positivamente l’efficienza tecnica e l’efficienza di scala, ma negativamente il progresso tecnico. L’effetto netto totale sulle variazioni di produttività è comunque positivo. Sebbene questi risultati siano certamente da approfondire, da essi emerge che il numero di avvocati ha un effetto positivo su concorrenza ed efficienza della giustizia, qualora vi siano margini di miglioramento organizzativo e gestionale. Se, invece, si tratta di spostare verso l’esterno la frontiera di produzione, l’effetto del numero di avvocati è negativo, per via probabilmente del prevalere di pratiche procedurali improntate al rent-seeking. [a cura dell'Autore]

Il sistema giudiziario italiano: un’analisi di efficienza

CILIBERTI, ANNA
2015

Abstract

Il problema dell’inefficienza del sistema giudiziario è un problema molto attuale in Italia. In Italia la durata media di un processo è notevolmente superiore a quella dei paesi Ocse. L’eccessiva durata dei giudizi ha fatto si che il costo sostenuto dallo stato italiano per il risarcimento del danno patrimoniale per l’irragionevole durata del processo assumesse dimensioni allarmanti. Il sistema giudiziario italiano si caratterizza rispetto ai principali paesi europei per l’elevata litigiosità e per l’elevato numero di avvocati operanti nel settore dei servizi legali rispetto alla popolazione. Lo studio proposto, dopo aver analizzato la principale letteratura avente ad oggetto l’analisi comparativa dei sistemi giudiziari di diversi paesi e l’analisi di efficienza del sistema giudiziario di singoli paesi, si pone l’obiettivo di misurare l’efficienza dei 165 Tribunali Ordinari italiani, dal 2003 al 2012, e stimare un indice di variazione della produttività. Per la misura dell’efficienza sarà utilizzato un approccio non parametrico, riconducibile alla tecnica DEA (Data Envelopment Analysis). Con i risultati ottenuti, verrà creato un indice di Malmquist con l’obiettivo di valutare l’andamento della produttività e delle sue componenti. Verrà, infine, testata la significatività di alcune variabili sulla determinazione delle variazioni di produttività delle unità decisionali osservate. Dai risultati ottenuti è emerso che la maggior parte dei Tribunali Ordinari italiani, nel periodo 2003-2012, presenta rendimenti scalari crescenti. Difatti, la maggior parte delle osservazioni non sono lontane dalla frontiera di produzione. Tale risultato sembra suggerire che un accorpamento degli uffici giudiziari, potrebbe non produrre significativi guadagni di efficienza. L’analisi condotta ha, altresì, confermato l’esistenza di una relazione significativa tra variazione della produttività e la popolazione, nonché di una relazione positiva tra variazioni della produttività (e sue componenti) da un lato, e litigiosità e numero degli avvocati dall’altro. In particolare, con riferimento al numero di avvocati per giudice, valori più alti di questa variabile o della litigiosità influenzano positivamente l’efficienza tecnica e l’efficienza di scala, ma negativamente il progresso tecnico. L’effetto netto totale sulle variazioni di produttività è comunque positivo. Sebbene questi risultati siano certamente da approfondire, da essi emerge che il numero di avvocati ha un effetto positivo su concorrenza ed efficienza della giustizia, qualora vi siano margini di miglioramento organizzativo e gestionale. Se, invece, si tratta di spostare verso l’esterno la frontiera di produzione, l’effetto del numero di avvocati è negativo, per via probabilmente del prevalere di pratiche procedurali improntate al rent-seeking. [a cura dell'Autore]
29-mag-2015
Italiano
Giudiziario
Efficenza
Sistema
Amendola, Adalgiso
DESTEFANIS, Sergio Pietro
Università degli Studi di Salerno
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/311451
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNISA-311451