L’obiettivo di questo studio sperimentale è quello di indagare i meccanismi di rappresentazione ed elaborazione delle forme verbali regolari, irregolari e sub-regolari dell’italiano. In psicolinguistica, il dibattito sull’elaborazione dei verbi regolari e irregolari è basato sull’opposizione tra modelli a “Doppio Meccanismo” (Pinker e Prince, 1988; Clahsen, 1999; Caramazza, Laudanna e Romani, 1988), che affermano che le forme regolari vengono elaborate tramite l’applicazione di regole flessive, mentre le forme irregolari vengono recuperate come parole intere dalla memoria associativa, e modelli Connessionisti (McClelland e Patterson, 2002; Joanisse e Seidenberg, 1999; Rumelhart e McClelland, 1986), che sostengono che un singolo meccanismo associativo renda conto dell’elaborazione di forme sia regolari che irregolari. Nonostante i modelli a Doppio Meccanismo sostengano meccanismi di rappresentazione nettamente distinti per verbi regolari e irregolari, diversi studi in letteratura sottolineano come questa opposizione sia messa in discussione dall’esistenza di famiglie di verbi “sub-regolari”, che condividono caratteristiche morfo-fonologiche e seguono lo stesso pattern flessivo. Il dibattito sui pattern sub-regolari si è sviluppato soprattutto attorno a lingue come l’italiano, basate sulla suddivisione in classi flessive, ognuna caratterizzata da uno specifico paradigma regolare, e su una mutevole aggregazione di famiglie sub-regolari. La coesistenza di pattern regolari multipli e di famiglie sub-regolari sembra essere coerente con la teoria dell’Ottimalità (Prince e Smolensky, 1993; Benua, 1997; Bernhardt e Stemberger, 1998; Smolensky, 1999), che si distacca dal concetto tradizionale di regola flessiva e invoca il ricorso a vincoli fonologici, basati su analogie fonologiche tra forme superficiali di parole e su diversi gradi di importanza e “violabilità”. .. [a cura dell'Autore]
The role of morpho-phonological regularity and similarity in processing Italian verbs
AMORE, VALERIA
2012
Abstract
L’obiettivo di questo studio sperimentale è quello di indagare i meccanismi di rappresentazione ed elaborazione delle forme verbali regolari, irregolari e sub-regolari dell’italiano. In psicolinguistica, il dibattito sull’elaborazione dei verbi regolari e irregolari è basato sull’opposizione tra modelli a “Doppio Meccanismo” (Pinker e Prince, 1988; Clahsen, 1999; Caramazza, Laudanna e Romani, 1988), che affermano che le forme regolari vengono elaborate tramite l’applicazione di regole flessive, mentre le forme irregolari vengono recuperate come parole intere dalla memoria associativa, e modelli Connessionisti (McClelland e Patterson, 2002; Joanisse e Seidenberg, 1999; Rumelhart e McClelland, 1986), che sostengono che un singolo meccanismo associativo renda conto dell’elaborazione di forme sia regolari che irregolari. Nonostante i modelli a Doppio Meccanismo sostengano meccanismi di rappresentazione nettamente distinti per verbi regolari e irregolari, diversi studi in letteratura sottolineano come questa opposizione sia messa in discussione dall’esistenza di famiglie di verbi “sub-regolari”, che condividono caratteristiche morfo-fonologiche e seguono lo stesso pattern flessivo. Il dibattito sui pattern sub-regolari si è sviluppato soprattutto attorno a lingue come l’italiano, basate sulla suddivisione in classi flessive, ognuna caratterizzata da uno specifico paradigma regolare, e su una mutevole aggregazione di famiglie sub-regolari. La coesistenza di pattern regolari multipli e di famiglie sub-regolari sembra essere coerente con la teoria dell’Ottimalità (Prince e Smolensky, 1993; Benua, 1997; Bernhardt e Stemberger, 1998; Smolensky, 1999), che si distacca dal concetto tradizionale di regola flessiva e invoca il ricorso a vincoli fonologici, basati su analogie fonologiche tra forme superficiali di parole e su diversi gradi di importanza e “violabilità”. .. [a cura dell'Autore]| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/311805
URN:NBN:IT:UNISA-311805