Questa tesi di dottorato si concentra sul commento al “Parmenide” di Marsilio Ficino, opera risalente agli anni 90 del quindicesimo secolo. La ricerca parte da una ricostruzione del contesto storico, politico e culturale entro cui matura il lavoro del filosofo; prende poi ad esaminare puntualmente il commento. Lo snodo centrale della ricerca è costituto dall’analisi e dalla disamina del confronto tra le tesi del Ficino e quelle esposte da Pico della Mirandola nella sua opera De Ente et Uno. La tesi riconosce come per Ficino l’Uno sia principio sovraessenziale, mentre per Pico l’Uno è l’uno della cosa. Questo dà luogo a due diverse visioni: per Ficino l’Uno rimane inesprimibile, mentre per Pico l’uno è tale solo nella sua espressione. Marsilio intende così salvaguardare l’assolutezza del divino, rifondando sulle basi della filosofia platonica la dottrina cristiana. Nella sua filosofia, difatti, si mostra l’aggiunta di una componente sovrarazionale ad una esclusivamente razionale. La pia philosophia del Ficino intende proprio mostrare la possibilità, per l’uomo, di tornare a Dio come al suo Principio – ed è in questo senso che la ricerca lo mostra, prima ancora che come un filosofo, come un riformatore teologico. [a cura dell'Autore]

L’In Parmenidem di Marsilio Ficino nel dibattito tra platonismo e aristotelismo

ALBERTI, Giovanni
2015

Abstract

Questa tesi di dottorato si concentra sul commento al “Parmenide” di Marsilio Ficino, opera risalente agli anni 90 del quindicesimo secolo. La ricerca parte da una ricostruzione del contesto storico, politico e culturale entro cui matura il lavoro del filosofo; prende poi ad esaminare puntualmente il commento. Lo snodo centrale della ricerca è costituto dall’analisi e dalla disamina del confronto tra le tesi del Ficino e quelle esposte da Pico della Mirandola nella sua opera De Ente et Uno. La tesi riconosce come per Ficino l’Uno sia principio sovraessenziale, mentre per Pico l’Uno è l’uno della cosa. Questo dà luogo a due diverse visioni: per Ficino l’Uno rimane inesprimibile, mentre per Pico l’uno è tale solo nella sua espressione. Marsilio intende così salvaguardare l’assolutezza del divino, rifondando sulle basi della filosofia platonica la dottrina cristiana. Nella sua filosofia, difatti, si mostra l’aggiunta di una componente sovrarazionale ad una esclusivamente razionale. La pia philosophia del Ficino intende proprio mostrare la possibilità, per l’uomo, di tornare a Dio come al suo Principio – ed è in questo senso che la ricerca lo mostra, prima ancora che come un filosofo, come un riformatore teologico. [a cura dell'Autore]
25-giu-2015
Italiano
Ficino
Neoplatonismo
CAMBI, Maurizio
D'ONOFRIO, Giulio
TOMATIS, Francesco
Università degli Studi di Salerno
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/312352
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNISA-312352