La domanda di ricerca si propone di verificare se e come possa configurarsi, nella prospettiva del diritto costituzionale italiano, il riconoscimento del diritto di asilo ai sensi dell’art. 10, comma 3, Cost. nei confronti delle persone straniere costrette ad allontanarsi dal proprio paese d’origine o di ultima residenza, per ragioni legate a condizioni ambientali sfavorevoli. Il lavoro è suddiviso in cinque capitoli centrali, oltre ad un capitolo introduttivo – nel quale si è inteso analizzare il fenomeno delle migrazioni forzate per cause ambientali e/o climatiche – e ad uno conclusivo. Nonostante negli anni si sia tentato di approvare una legge che individuasse le condizioni previste nel comma 3 dell’art. 10 Cost., si è assistito progressivamente ad una sovrapposizione concettuale del diritto di asilo costituzionale con altri istituti normativi derivanti dall’ordinamento internazionale ed europeo, ovvero lo status di rifugiato previsto dalla Convenzione di Ginevra del 1951 e la protezione sussidiaria. Su tale presupposto, il capitolo I si propone di approfondire l’istituto del diritto di asilo costituzionale, i requisiti e le condizioni di accesso, partendo dai lavori preparatori in sede costituente, fino a ripercorrere i tentativi normativi e giurisprudenziali che si sono avvicendati negli anni a venire per dare attuazione all’istituto. Un ruolo centrale, in termini di effettività della tutela, è stato rivestito negli anni dalla protezione complementare, anche a favore dei c.d. migranti ambientali. Il capitolo II è volto ad esaminare il complesso e ancora lacunoso quadro giuridico relativo alla tutela dei migranti ambientali, che rimangono privi di una collocazione normativa nel diritto internazionale ed europeo; a tal riguardo viene evidenziata una tensione tra tale lacuna normativa e il tentativo di adattare gli strumenti giuridici già esistenti alle esigenze poste dalle migrazioni ambientali, quali lo status di rifugiato, la protezione sussidiaria e quella temporanea. Un’attenzione particolare sarà riservata al principio di non-refoulement e alla nota decisione Teitiota c. Nuova Zelanda del 2020. Il capitolo III ripercorre l’evoluzione giuridica, definita “schizofrenica”, della protezione complementare, dalla protezione umanitaria a quella speciale, nel contesto costituzionale italiano e in relazione ai mutamenti normativi avvenuti nel periodo compreso fra il 1998 e il 2023, dando conto soprattutto del progressivo svuotamento sostanziale della tutela giuridica della protezione complementare, avvenuta con i decreti-legge n. 113/2018 e n. 20/2023. In continuità con il capitolo precedente, il capitolo IV intende argomentare il divario, sempre più evidente, fra il riconoscimento formale del diritto di asilo costituzionale e la concreta possibilità per i richiedenti asilo di potervi accedere. A tal fine, si procederà con l’analisi degli interventi normativi più recenti che hanno progressivamente limitato le garanzie procedimentali (istituto dei Paesi di origine sicura, implementazione delle procedure accelerate per il riconoscimento della protezione internazionale e del trattenimento amministrativo dei richiedenti asilo). Infine, nel capitolo V, l’attenzione è rivolta, nello specifico, alla protezione giuridica del migrante ambientale nel contesto normativo e giurisprudenziale italiano, una figura non ancora pienamente riconosciuta a livello normativo, ma che la giurisprudenza ha iniziato a tutelare attraverso sue interpretazioni evolutive, per il tramite, soprattutto, della protezione complementare. Provando a svolgere alcune osservazioni finali, con un approccio rivolto alla tutela dei diritti fondamentali dell’uomo, nel capitolo conclusivo si è provato a riflettere sulle opportunità e le criticità della riscoperta del diritto di asilo ambientale rispetto alle migrazioni forzate

Diritto di asilo e migrazioni ambientali. Una sfida di diritto costituzionale

STEVANATO, ALICE
2025

Abstract

La domanda di ricerca si propone di verificare se e come possa configurarsi, nella prospettiva del diritto costituzionale italiano, il riconoscimento del diritto di asilo ai sensi dell’art. 10, comma 3, Cost. nei confronti delle persone straniere costrette ad allontanarsi dal proprio paese d’origine o di ultima residenza, per ragioni legate a condizioni ambientali sfavorevoli. Il lavoro è suddiviso in cinque capitoli centrali, oltre ad un capitolo introduttivo – nel quale si è inteso analizzare il fenomeno delle migrazioni forzate per cause ambientali e/o climatiche – e ad uno conclusivo. Nonostante negli anni si sia tentato di approvare una legge che individuasse le condizioni previste nel comma 3 dell’art. 10 Cost., si è assistito progressivamente ad una sovrapposizione concettuale del diritto di asilo costituzionale con altri istituti normativi derivanti dall’ordinamento internazionale ed europeo, ovvero lo status di rifugiato previsto dalla Convenzione di Ginevra del 1951 e la protezione sussidiaria. Su tale presupposto, il capitolo I si propone di approfondire l’istituto del diritto di asilo costituzionale, i requisiti e le condizioni di accesso, partendo dai lavori preparatori in sede costituente, fino a ripercorrere i tentativi normativi e giurisprudenziali che si sono avvicendati negli anni a venire per dare attuazione all’istituto. Un ruolo centrale, in termini di effettività della tutela, è stato rivestito negli anni dalla protezione complementare, anche a favore dei c.d. migranti ambientali. Il capitolo II è volto ad esaminare il complesso e ancora lacunoso quadro giuridico relativo alla tutela dei migranti ambientali, che rimangono privi di una collocazione normativa nel diritto internazionale ed europeo; a tal riguardo viene evidenziata una tensione tra tale lacuna normativa e il tentativo di adattare gli strumenti giuridici già esistenti alle esigenze poste dalle migrazioni ambientali, quali lo status di rifugiato, la protezione sussidiaria e quella temporanea. Un’attenzione particolare sarà riservata al principio di non-refoulement e alla nota decisione Teitiota c. Nuova Zelanda del 2020. Il capitolo III ripercorre l’evoluzione giuridica, definita “schizofrenica”, della protezione complementare, dalla protezione umanitaria a quella speciale, nel contesto costituzionale italiano e in relazione ai mutamenti normativi avvenuti nel periodo compreso fra il 1998 e il 2023, dando conto soprattutto del progressivo svuotamento sostanziale della tutela giuridica della protezione complementare, avvenuta con i decreti-legge n. 113/2018 e n. 20/2023. In continuità con il capitolo precedente, il capitolo IV intende argomentare il divario, sempre più evidente, fra il riconoscimento formale del diritto di asilo costituzionale e la concreta possibilità per i richiedenti asilo di potervi accedere. A tal fine, si procederà con l’analisi degli interventi normativi più recenti che hanno progressivamente limitato le garanzie procedimentali (istituto dei Paesi di origine sicura, implementazione delle procedure accelerate per il riconoscimento della protezione internazionale e del trattenimento amministrativo dei richiedenti asilo). Infine, nel capitolo V, l’attenzione è rivolta, nello specifico, alla protezione giuridica del migrante ambientale nel contesto normativo e giurisprudenziale italiano, una figura non ancora pienamente riconosciuta a livello normativo, ma che la giurisprudenza ha iniziato a tutelare attraverso sue interpretazioni evolutive, per il tramite, soprattutto, della protezione complementare. Provando a svolgere alcune osservazioni finali, con un approccio rivolto alla tutela dei diritti fondamentali dell’uomo, nel capitolo conclusivo si è provato a riflettere sulle opportunità e le criticità della riscoperta del diritto di asilo ambientale rispetto alle migrazioni forzate
14-nov-2025
Italiano
MASSA PINTO, Ilenia
Università degli Studi di Torino
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Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNITO-312556