Questa ricerca antropologica esplora la celiachia oltre l’ambito clinico, focalizzandosi sulle implicazioni identitarie, culturali e sociali della diagnosi. A partire da un’indagine etnografica, condotta attraverso questionari e interviste presso l’Ospedale Maggiore della Carità di Novara, la tesi analizza il vissuto dei pazienti celiaci, mettendo in luce come l'esclusione del glutine influenzi il rapporto con il corpo, il cibo e la dimensione relazionale. Al centro dello studio vi è il concetto di pane, simbolo della dieta mediterranea e della convivialità, che per i celiaci diventa oggetto di esclusione. Attraverso i concetti di “privazione” e “sostituzione”, si osserva come il pane senza glutine rappresenti un surrogato mai pienamente accettato, segnato da valenze simboliche degne di nota. L’approccio antropologico mostra come la diagnosi plasmi pratiche quotidiane e percezioni soggettive, influenzando l’integrazione sociale e il senso di "normalità". Il lavoro propone una rilettura della celiachia che superi la visione esclusivamente biomedica, restituendo voce all’esperienza dei pazienti e interrogando le dinamiche di inclusione/esclusione che attraversano la società contemporanea. La collaborazione con il progetto “Granai della Memoria” ha, inoltre, permesso di raccogliere e valorizzare testimonianze dirette, ponendo le basi per una narrazione partecipata e consapevole.
Away from bread: the parable of the celiac between deprivation and replacement
Alice, Marchisio
2025
Abstract
Questa ricerca antropologica esplora la celiachia oltre l’ambito clinico, focalizzandosi sulle implicazioni identitarie, culturali e sociali della diagnosi. A partire da un’indagine etnografica, condotta attraverso questionari e interviste presso l’Ospedale Maggiore della Carità di Novara, la tesi analizza il vissuto dei pazienti celiaci, mettendo in luce come l'esclusione del glutine influenzi il rapporto con il corpo, il cibo e la dimensione relazionale. Al centro dello studio vi è il concetto di pane, simbolo della dieta mediterranea e della convivialità, che per i celiaci diventa oggetto di esclusione. Attraverso i concetti di “privazione” e “sostituzione”, si osserva come il pane senza glutine rappresenti un surrogato mai pienamente accettato, segnato da valenze simboliche degne di nota. L’approccio antropologico mostra come la diagnosi plasmi pratiche quotidiane e percezioni soggettive, influenzando l’integrazione sociale e il senso di "normalità". Il lavoro propone una rilettura della celiachia che superi la visione esclusivamente biomedica, restituendo voce all’esperienza dei pazienti e interrogando le dinamiche di inclusione/esclusione che attraversano la società contemporanea. La collaborazione con il progetto “Granai della Memoria” ha, inoltre, permesso di raccogliere e valorizzare testimonianze dirette, ponendo le basi per una narrazione partecipata e consapevole.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/312893
URN:NBN:IT:UNIUPO-312893