La mia tesi è nata nell’ambito di un progetto che mira a valorizzare un nucleo definito di codici della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino, contenenti le traduzioni latine dell’Etica Nicomachea (d’ora in poi EN) aristotelica di Leonardo Bruni e di Giovanni Argiropulo. Infatti, nell’ambito della fortunata ricezione dell’opera aristotelica nel corso dei secoli e, più nello specifico, nel Rinascimento, queste due traduzioni furono quelle che ebbero maggior successo, soprattutto quella argiropulea (ristampata fino al XVIII sec.) quale testo di riferimento per l’EN nelle università. Inoltre, in quanto traduzioni dal greco, possono essere considerate esemplificative da un lato della “riscoperta” della letteratura greca antica; dall’altro, dell’esibizione della conoscenza della lingua greca e latina da parte degli umanisti, fondamentale per ottenere incarichi a corte e negli studia. A discapito della loro rilevanza entrambe le versioni sono ad oggi inedite e poco studiate dal punto di vista filologico, lacune che la mia tesi si propone di colmare in parte. La decisione di concentrarmi sulla sola traduzione argiropulea è dipesa dalla sua maggior influenza nell’Aristotelismo rinascimentale e dal peso del magistero di Argiropulo. Di tale testo ho compiuto un’analisi filologica e linguistica, circoscritta al IV libro dell’EN, preliminare all’allestimento di una sua edizione critica integrale. Infatti, si tratta di una porzione di testo sufficientemente lunga, unitaria dal punto di vista tematico e chiusa in sé stessa e le virtù etiche costituiscono un tema centrale del dibattito umanistico, di numerose opere pedagogico-morali e degli specula principum. Del IV libro ho realizzato un’edizione critica digitale in marcatura XML-TEI grazie al software EVT (Edition Visualisation Technology). La tesi si apre con una panoramica dello stato dell’arte in merito all’autore e alla tradizione aristotelica, diretta e indiretta; le restanti sezioni, invece, costituiscono l’apporto innovativo del mio studio. Dopo la presentazione dei testimoni e la loro descrizione, faccio alcune considerazioni sulla tipologia dei codici e delle edizioni che trasmettono la traduzione, sui loro ambienti di produzione e diffusione e sui paratesti associati, in particolare le epistole di dedica. Segue l’analisi vera e propria del testo, di cui do conto della complessa vicenda redazionale e tradizionale attraverso l’esposizione dei dati di collazione, messi poi in relazione con i dati biografici di Argiropulo e con gli altri elementi esterni al testo al fine di delineare così una storia della tradizione. La sezione successiva esamina il metodo di lavoro di Argiropulo riguardo sia la prassi versoria e le strategie correttorie applicate nel passaggio da una redazione all’altra sia le fonti impiegate dal Bizantino. In merito a queste ultime, vi è innanzitutto la questione del modello greco, di poi l’influenza della tradizione latina indiretta: oltre all’influenza della tradizione esegetica, indago anche il rapporto del testo argiropuleo con le versioni latine precedenti, mediante un esame delle reportationes di alcuni suoi studenti e delle dediche delle altre sue versioni e attraverso un’analisi comparativa della traduzione argiropulea con quella bruniana e le versioni medievali. 2 In chiusura della tesi, vi sono tre appendici di approfondimento, più una dedicata alla ricezione della versione
La traduzione latina dell’Etica Nicomachea di Giovanni Argiropulo. Edizione critica del IV libro.
GRILLONE, ALESSIA
2025
Abstract
La mia tesi è nata nell’ambito di un progetto che mira a valorizzare un nucleo definito di codici della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino, contenenti le traduzioni latine dell’Etica Nicomachea (d’ora in poi EN) aristotelica di Leonardo Bruni e di Giovanni Argiropulo. Infatti, nell’ambito della fortunata ricezione dell’opera aristotelica nel corso dei secoli e, più nello specifico, nel Rinascimento, queste due traduzioni furono quelle che ebbero maggior successo, soprattutto quella argiropulea (ristampata fino al XVIII sec.) quale testo di riferimento per l’EN nelle università. Inoltre, in quanto traduzioni dal greco, possono essere considerate esemplificative da un lato della “riscoperta” della letteratura greca antica; dall’altro, dell’esibizione della conoscenza della lingua greca e latina da parte degli umanisti, fondamentale per ottenere incarichi a corte e negli studia. A discapito della loro rilevanza entrambe le versioni sono ad oggi inedite e poco studiate dal punto di vista filologico, lacune che la mia tesi si propone di colmare in parte. La decisione di concentrarmi sulla sola traduzione argiropulea è dipesa dalla sua maggior influenza nell’Aristotelismo rinascimentale e dal peso del magistero di Argiropulo. Di tale testo ho compiuto un’analisi filologica e linguistica, circoscritta al IV libro dell’EN, preliminare all’allestimento di una sua edizione critica integrale. Infatti, si tratta di una porzione di testo sufficientemente lunga, unitaria dal punto di vista tematico e chiusa in sé stessa e le virtù etiche costituiscono un tema centrale del dibattito umanistico, di numerose opere pedagogico-morali e degli specula principum. Del IV libro ho realizzato un’edizione critica digitale in marcatura XML-TEI grazie al software EVT (Edition Visualisation Technology). La tesi si apre con una panoramica dello stato dell’arte in merito all’autore e alla tradizione aristotelica, diretta e indiretta; le restanti sezioni, invece, costituiscono l’apporto innovativo del mio studio. Dopo la presentazione dei testimoni e la loro descrizione, faccio alcune considerazioni sulla tipologia dei codici e delle edizioni che trasmettono la traduzione, sui loro ambienti di produzione e diffusione e sui paratesti associati, in particolare le epistole di dedica. Segue l’analisi vera e propria del testo, di cui do conto della complessa vicenda redazionale e tradizionale attraverso l’esposizione dei dati di collazione, messi poi in relazione con i dati biografici di Argiropulo e con gli altri elementi esterni al testo al fine di delineare così una storia della tradizione. La sezione successiva esamina il metodo di lavoro di Argiropulo riguardo sia la prassi versoria e le strategie correttorie applicate nel passaggio da una redazione all’altra sia le fonti impiegate dal Bizantino. In merito a queste ultime, vi è innanzitutto la questione del modello greco, di poi l’influenza della tradizione latina indiretta: oltre all’influenza della tradizione esegetica, indago anche il rapporto del testo argiropuleo con le versioni latine precedenti, mediante un esame delle reportationes di alcuni suoi studenti e delle dediche delle altre sue versioni e attraverso un’analisi comparativa della traduzione argiropulea con quella bruniana e le versioni medievali. 2 In chiusura della tesi, vi sono tre appendici di approfondimento, più una dedicata alla ricezione della versione| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/313061
URN:NBN:IT:UNITO-313061