La tesi indaga il ruolo della transmedialità nelle pratiche museali contemporanee, esaminando come l’integrazione dei media digitali e il coinvolgimento attivo dei pubblici possano trasformare il museo in uno spazio dinamico di produzione culturale e co-creazione di significati. L’obiettivo è comprendere in che modo strumenti e linguaggi mediali, combinati con strategie curatoriali innovative, ri-definiscano l’esperienza museale rendendola più accessibile, partecipativa e capace di generare narrazioni plurali e interconnesse. Il lavoro si articola secondo tre direttrici: la definizione di un quadro teorico che descrive l’evoluzione del museo verso modelli relazionali; l’analisi di casi studio internazionali che hanno sperimentato forme di narrazione transmediale; e una riflessione metodologica orientata alla formulazione di linee guida operative per la progettazione di future esperienze culturali mediate digitalmente attraverso l’analisi di casi studio italiani. La prima parte affronta questioni di stampo teorico. Il primo capitolo, dedicato al museo post-digitale e alle trasformazioni accelerate dal periodo post-Covid, approfondisce il ruolo dei media digitali nella costruzione di narrazioni distribuite. In questo contesto viene proposto il framework della transmedialità come strumento concettuale per ripensare il rapporto tra patrimonio e media. Il secondo capitolo esamina il museo come medium e ambiente mediatizzato, ricostruendo la ricezione del concetto di transmedialità nel dibattito museologico - a partire dalle formulazioni teoriche di Jenny Kidd (2015). La revisione della letteratura e dei casi studio internazionali evidenzia due tendenze principali: la transmedialità come prodotto progettato per il pubblico e la transmedialità come pratica che orienta scelte curatoriali e narrative. La seconda parte della tesi approfondisce sul campo l’analisi di tre casi studio italiani. Nel terzo capitolo, il podcast viene individuato come medium emergente capace di ampliare la sfera narrativa e relazionale del museo. Una prima mappatura dei podcast museali italiani prodotti dal 2020 chiarisce strategie e potenzialità della narrazione audio digitale per delineare possibili traiettorie transmediali. Il quarto capitolo analizza il Museo Egizio attraverso due progetti: la mostra transmediale “Aida: figlia di due mondi” e il percorso di partecipazione digitale “Giovani Visioni”. La ricerca, condotta tramite interviste e osservazione partecipata, insieme all’analisi degli output progettuali, evidenzia dinamiche, criticità e potenzialità delle sperimentazioni curatoriali e partecipative, mostrandone le potenzialità progettuali in chiave transmediale. Nel capitolo finale la ricerca dimostra che la transmedialità non è solo una strategia comunicativa, ma un paradigma metodologico capace di trasformare in profondità le pratiche museali, dalle competenze professionali ai processi progettuali. Come sviluppo futuro della ricerca, viene indicata quindi l’adozione di un approccio di ricerca-azione che unisca teoria, progettazione e sperimentazione, sostenuto da collaborazioni tra università, istituzioni culturali e professionisti dei media. A tal proposito, vengono proposte delle Linee Guida - flessibili e perfezionabili - che, individuando principi e metodologie sostenibili e scalabili, concorrono alla costruzione di un Framework di Design Transmediale Collaborativo
IL MUSEO TRANSMEDIALE: CASI STUDIO E IPOTESI DI SVILUPPO
MAJORANA, VITTORIA
2025
Abstract
La tesi indaga il ruolo della transmedialità nelle pratiche museali contemporanee, esaminando come l’integrazione dei media digitali e il coinvolgimento attivo dei pubblici possano trasformare il museo in uno spazio dinamico di produzione culturale e co-creazione di significati. L’obiettivo è comprendere in che modo strumenti e linguaggi mediali, combinati con strategie curatoriali innovative, ri-definiscano l’esperienza museale rendendola più accessibile, partecipativa e capace di generare narrazioni plurali e interconnesse. Il lavoro si articola secondo tre direttrici: la definizione di un quadro teorico che descrive l’evoluzione del museo verso modelli relazionali; l’analisi di casi studio internazionali che hanno sperimentato forme di narrazione transmediale; e una riflessione metodologica orientata alla formulazione di linee guida operative per la progettazione di future esperienze culturali mediate digitalmente attraverso l’analisi di casi studio italiani. La prima parte affronta questioni di stampo teorico. Il primo capitolo, dedicato al museo post-digitale e alle trasformazioni accelerate dal periodo post-Covid, approfondisce il ruolo dei media digitali nella costruzione di narrazioni distribuite. In questo contesto viene proposto il framework della transmedialità come strumento concettuale per ripensare il rapporto tra patrimonio e media. Il secondo capitolo esamina il museo come medium e ambiente mediatizzato, ricostruendo la ricezione del concetto di transmedialità nel dibattito museologico - a partire dalle formulazioni teoriche di Jenny Kidd (2015). La revisione della letteratura e dei casi studio internazionali evidenzia due tendenze principali: la transmedialità come prodotto progettato per il pubblico e la transmedialità come pratica che orienta scelte curatoriali e narrative. La seconda parte della tesi approfondisce sul campo l’analisi di tre casi studio italiani. Nel terzo capitolo, il podcast viene individuato come medium emergente capace di ampliare la sfera narrativa e relazionale del museo. Una prima mappatura dei podcast museali italiani prodotti dal 2020 chiarisce strategie e potenzialità della narrazione audio digitale per delineare possibili traiettorie transmediali. Il quarto capitolo analizza il Museo Egizio attraverso due progetti: la mostra transmediale “Aida: figlia di due mondi” e il percorso di partecipazione digitale “Giovani Visioni”. La ricerca, condotta tramite interviste e osservazione partecipata, insieme all’analisi degli output progettuali, evidenzia dinamiche, criticità e potenzialità delle sperimentazioni curatoriali e partecipative, mostrandone le potenzialità progettuali in chiave transmediale. Nel capitolo finale la ricerca dimostra che la transmedialità non è solo una strategia comunicativa, ma un paradigma metodologico capace di trasformare in profondità le pratiche museali, dalle competenze professionali ai processi progettuali. Come sviluppo futuro della ricerca, viene indicata quindi l’adozione di un approccio di ricerca-azione che unisca teoria, progettazione e sperimentazione, sostenuto da collaborazioni tra università, istituzioni culturali e professionisti dei media. A tal proposito, vengono proposte delle Linee Guida - flessibili e perfezionabili - che, individuando principi e metodologie sostenibili e scalabili, concorrono alla costruzione di un Framework di Design Transmediale Collaborativo| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/313101
URN:NBN:IT:UNITO-313101