La ricerca di biomarcatori immunometabolici predittivi di risposta e di tossicitànell’ambito del trattamento dei pazienti con epatocarcinoma (HCC) è materia dinotevole interesse scientifico alla luce della recente introduzionedell’immunoterapia in questo contesto clinico.Lo studio, di spiccato carattere esporativo; ha arruolato 20 pazienti con un followupmediano è di 20 mesi ed ha valutato in maniera prospettica plurimi biomarcatoriimmunometabolici, includendo l’analisi quantitativa di citochine, chemochine efattori di crescita sierici in più determinazioni e la valutazione radiologica basaledella composizione corporea correlandoli con il beneficio clinico al trattamento.Nello specifico la MCP1 (monocyte chemoattractant protein-1), una chemochinacon noto ruolo in tutti gli stadi di sviluppo di HCC, ha dimostrato con nettasignificatività statistica una maggiore concentrazione sierica e una maggiore MIFnei pazienti in assenza di beneficio clinico all’immunoterapia dimostrandosi unfattore predittivo indipendente anche all’analisi multivariata.Nonostante la valutazione radiologica della composizione corporea abbiapotenzialmente un maggior ruolo, rispetto al solo BMI, di determinazione del realestato di obesità con riconosciuto impatto prognostico in pazienti con HCC, sia lostato di sarcopenia che di obesità muscolare non hanno mostrato una chiaracorrelazione con la risposta al trattamento immunoterapico.Tra le variabili cliniche, un ridotto PS ECOG e lo stato di sovrappeso hannosignificativamente impattato nella risposta al trattamento e nella prognosi, conmaggiore beneficio nei pazienti con PS ECOG e BMI>=25, con conferma ancheall’analisi multivariata. È stato inoltre dimostrato un vantaggio in sopravvivenzaglobale nei pazienti con eziologia alcol-relata ed epatopatia post- NASH.6I dati di sopravvivenza dei pazienti arruolati (mOS=15 mesi e mPFS=8,5 mesi) sisono dimostrati sovrapponibili ai dati di letteratura, con decesso correlato al tumorenel 35% dei casi, a scompenso epatico nel 20% e ad eventi vascolari nel 20%.Degno di nota è la correlazione statisticamente significativa della concentrazionebasale espressa come MIF della IL-10 e TNFalfa e la insorgenza di eventi avversiimmunorelati, con minore concentrazione di tali citochine nei pazienti con tossicitàQuesta analisi preliminare merita una valutazione su più ampia casistica e pone lebasi per ricerche future sul rapporto tra assetto metabolico-nutrizionale e statoinfiammatorio del paziente con epatocarcinoma in trattamento con immunoterapia.In particolare, sottolinea l’interesse verso il pathway mediato da MCP-1/CCL2,possibile nodo cruciale per implementare l’efficacia della immunoterapia nell’HCCmediante la riprogrammazione le TAMs all’interno del microambiente tumorale.
ANALISI DI BIOMARCATORI IMMUNOMETABOLICI PREDITTIVI DI RISPOSTA E DI TOSSICITA’ AL TRATTAMENTO IMMUNOTERAPICO NEI PAZIENTI CON EPATOCARCINOMA
PERI, MARTA
2025
Abstract
La ricerca di biomarcatori immunometabolici predittivi di risposta e di tossicitànell’ambito del trattamento dei pazienti con epatocarcinoma (HCC) è materia dinotevole interesse scientifico alla luce della recente introduzionedell’immunoterapia in questo contesto clinico.Lo studio, di spiccato carattere esporativo; ha arruolato 20 pazienti con un followupmediano è di 20 mesi ed ha valutato in maniera prospettica plurimi biomarcatoriimmunometabolici, includendo l’analisi quantitativa di citochine, chemochine efattori di crescita sierici in più determinazioni e la valutazione radiologica basaledella composizione corporea correlandoli con il beneficio clinico al trattamento.Nello specifico la MCP1 (monocyte chemoattractant protein-1), una chemochinacon noto ruolo in tutti gli stadi di sviluppo di HCC, ha dimostrato con nettasignificatività statistica una maggiore concentrazione sierica e una maggiore MIFnei pazienti in assenza di beneficio clinico all’immunoterapia dimostrandosi unfattore predittivo indipendente anche all’analisi multivariata.Nonostante la valutazione radiologica della composizione corporea abbiapotenzialmente un maggior ruolo, rispetto al solo BMI, di determinazione del realestato di obesità con riconosciuto impatto prognostico in pazienti con HCC, sia lostato di sarcopenia che di obesità muscolare non hanno mostrato una chiaracorrelazione con la risposta al trattamento immunoterapico.Tra le variabili cliniche, un ridotto PS ECOG e lo stato di sovrappeso hannosignificativamente impattato nella risposta al trattamento e nella prognosi, conmaggiore beneficio nei pazienti con PS ECOG e BMI>=25, con conferma ancheall’analisi multivariata. È stato inoltre dimostrato un vantaggio in sopravvivenzaglobale nei pazienti con eziologia alcol-relata ed epatopatia post- NASH.6I dati di sopravvivenza dei pazienti arruolati (mOS=15 mesi e mPFS=8,5 mesi) sisono dimostrati sovrapponibili ai dati di letteratura, con decesso correlato al tumorenel 35% dei casi, a scompenso epatico nel 20% e ad eventi vascolari nel 20%.Degno di nota è la correlazione statisticamente significativa della concentrazionebasale espressa come MIF della IL-10 e TNFalfa e la insorgenza di eventi avversiimmunorelati, con minore concentrazione di tali citochine nei pazienti con tossicitàQuesta analisi preliminare merita una valutazione su più ampia casistica e pone lebasi per ricerche future sul rapporto tra assetto metabolico-nutrizionale e statoinfiammatorio del paziente con epatocarcinoma in trattamento con immunoterapia.In particolare, sottolinea l’interesse verso il pathway mediato da MCP-1/CCL2,possibile nodo cruciale per implementare l’efficacia della immunoterapia nell’HCCmediante la riprogrammazione le TAMs all’interno del microambiente tumorale.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/352815
URN:NBN:IT:UNIPA-352815