La tesi di dottorato verte sul tema delle regole di esclusione della prova, affrontato in chiave comparatistica e sovranazionale. La prima parte del lavoro è dedicata all’esame delle regole di esclusione presenti nelle discipline processuali di Inghilterra, Italia, Francia e Germania, Paesi fra loro indissolubilmente legati, a causa delle reciproche influenze che, in tempi più o meno lontani, ne hanno segnato la regolamentazione probatoria: per quanto riguarda ognuno di questi ordinamenti, vengono analizzati i meccanismi di selezione probatoria, volti a tutelare l’accuratezza della ricostruzione fattuale, o a garantire il rispetto di diritti e libertà fondamentali potenzialmente lesi durante la ricerca e la formazione della prova. Successivamente, l’attenzione viene concentrata sulla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo. Attraverso l’esame delle principali ipotesi in cui i giudici di Strasburgo hanno dichiarato l’“iniquità” di un procedimento in ragione delle caratteristiche del materiale probatorio in esso acquisito e utilizzato, si tenta di delineare i tratti essenziali della disciplina probatoria maggiormente aderente ai dettami dell’art. 6 Cedu. Infine, ci si sofferma sul tormentato sviluppo della cooperazione giudiziaria in materia penale nell’ambito dell’Unione europea; vengono esaminati gli atti normativi già emessi e quelli in fase di elaborazione, per capire se, anche in questo contesto, le regole di esclusione possano svolgere un ruolo di tutela delle garanzie fondamentali, oppure rappresentino soltanto un ostacolo alla “libera circolazione delle prove”.

Le regole di esclusione della prova nel processo penale europeo

CABIALE, ANDREA
2016

Abstract

La tesi di dottorato verte sul tema delle regole di esclusione della prova, affrontato in chiave comparatistica e sovranazionale. La prima parte del lavoro è dedicata all’esame delle regole di esclusione presenti nelle discipline processuali di Inghilterra, Italia, Francia e Germania, Paesi fra loro indissolubilmente legati, a causa delle reciproche influenze che, in tempi più o meno lontani, ne hanno segnato la regolamentazione probatoria: per quanto riguarda ognuno di questi ordinamenti, vengono analizzati i meccanismi di selezione probatoria, volti a tutelare l’accuratezza della ricostruzione fattuale, o a garantire il rispetto di diritti e libertà fondamentali potenzialmente lesi durante la ricerca e la formazione della prova. Successivamente, l’attenzione viene concentrata sulla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo. Attraverso l’esame delle principali ipotesi in cui i giudici di Strasburgo hanno dichiarato l’“iniquità” di un procedimento in ragione delle caratteristiche del materiale probatorio in esso acquisito e utilizzato, si tenta di delineare i tratti essenziali della disciplina probatoria maggiormente aderente ai dettami dell’art. 6 Cedu. Infine, ci si sofferma sul tormentato sviluppo della cooperazione giudiziaria in materia penale nell’ambito dell’Unione europea; vengono esaminati gli atti normativi già emessi e quelli in fase di elaborazione, per capire se, anche in questo contesto, le regole di esclusione possano svolgere un ruolo di tutela delle garanzie fondamentali, oppure rappresentino soltanto un ostacolo alla “libera circolazione delle prove”.
15-apr-2016
Italiano
esclusione; prove; procedura; penale; processo
GIALUZ, Mitja
Università degli Studi di Trieste
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/62613
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNITS-62613