Background Oltre 4 milioni di persone muoiono ogni anno in Europa di malattie cardiovascolari (CV) e 1.4 milioni di questi decessi avvengono prima dei 75 anni di età (Townsend, et al., 2016). La ricerca evidenzia che circa il 50% di pazienti con cardiopatie e/o fattori di rischio importanti non assume in modo adeguato la terapia farmacologica prescritta (Kronish & Ye, 2013). Nonostante la disponibilità di farmaci a supporto della prevenzione primaria e secondaria, la prevalenza degli eventi acuti non dimostra segnali di diminuzione, a parziale conferma della multifattorialità del fenomeno e dell’importanza che esso riveste all’interno delle nostre politiche socio-sanitarie (Di Martino et al., 2016). Materiali e metodi Studio osservazionale svolto con metodo misto quali-quantitativo, utilizzando questionari validati su ansia/ depressione/ottimismo, focus groups e surveys (BABA-Q) costruite ad hoc per misurare la relazione tra l’aderenza alla terapia farmacologica e le percezioni/atteggiamenti/comportamenti dei malati cardiopatici complessi e degli operatori sanitari. Qualitativamente, è stato utilizzato un approccio fenomenologico interpretativo attraverso interviste semi-strutturate somministrate a pazienti e a caregiver. La popolazione cardiopatica triestina oggetto della prima fase dello studio (età ≥50 anni, Charlson Index ≥3, ≥1 cardiopatia ischemica, ipertensiva o valvolare, CMP/pericardio o congenita, in politerapia farmacologica ≥ 5 farmaci; visita e prescrizione ≥12 mesi) comprendeva 4171 soggetti adulti afferenti gli ambulatori della S.C. Centro Cardiovascolare-ASUI di Trieste dall’ 1-11-2009 al 31-10-2016. Un totale di 250 pazienti estratti da lista casuale ha partecipato alla somministrazione del questionario BABA-Q, previa firma del consenso informato. L’analisi statistica multivariata è stata effettuata su un totale di 214 pz. Sono state somministrate 22 interviste qualitative semistrutturate a un campione casuale arruolato tra i partecipanti al questionario, con saturazione raggiunta a 15 interviste. Sono stati intervistati anche 9 caregiver arruolati come campione di convenienza. Risultati Sono stati somministrati 214 questionari; 148 maschi; età media 75±7.,5; 65% coniugati; 21% licenza elementare, 49,5% medie inferiori, 22,9% medie superiori, 6,5% laurea; 38,3% soffre di ansia moderatamente severa/severa; 14,5% soffre di depressione moderatamente severa/severa; 25,7% dei pazienti assume i farmaci con l’aiuto del caregiver; 93% valuta sufficiente la durata della visita, ma il 38,8% si ritiene in disaccordo riguardo la chiarezza delle spiegazioni; 43,5% dei pz utilizza internet per raccogliere informazioni sulla malattia e sui farmaci; la miglior motivazione all’aderenza viene attribuita al cardiologo (30,8%), al MMG (40,7%) e al caregiver (19,6%). L’indagine qualitativa ha fatto emergere tre aree tematiche relative all’aderenza: l’agentività e leadership medica, la relazione di co-dipendenza tra malato e familiare, il doppio ruolo di paziente-caregiver. Vengono infine presentati i predittori indipendenti di non-aderenza ai programmi terapeutici tenendo in considerazione le variabili cliniche, il risultato dei questionari e delle interviste semistrutturate. Discussione e conclusioni I risultati ottenuti, seppure non generalizzabili per la dimensione limitata del campione, confermano la multidimensionalità dell’aderenza ed evidenziano l’importanza di una maggiore integrazione tra stakeholders per promuovere agentività e comunicazione all’interno di percorsi multidisciplinari ospedale-territorio. Ulteriore ricerca è necessaria per approfondire la qualità della relazione e del ruolo “malato-caregiver” e per elaborare nuove modalità di rinforzo dell’aderenza anche attraverso l’utilizzo di tecnologia web-based.
Analisi dei fattori di rischio per la non-aderenza ai programmi terapeutici nel paziente con patologia cardiovascolare cronica complessa
STELLATO, KIRA
2018
Abstract
Background Oltre 4 milioni di persone muoiono ogni anno in Europa di malattie cardiovascolari (CV) e 1.4 milioni di questi decessi avvengono prima dei 75 anni di età (Townsend, et al., 2016). La ricerca evidenzia che circa il 50% di pazienti con cardiopatie e/o fattori di rischio importanti non assume in modo adeguato la terapia farmacologica prescritta (Kronish & Ye, 2013). Nonostante la disponibilità di farmaci a supporto della prevenzione primaria e secondaria, la prevalenza degli eventi acuti non dimostra segnali di diminuzione, a parziale conferma della multifattorialità del fenomeno e dell’importanza che esso riveste all’interno delle nostre politiche socio-sanitarie (Di Martino et al., 2016). Materiali e metodi Studio osservazionale svolto con metodo misto quali-quantitativo, utilizzando questionari validati su ansia/ depressione/ottimismo, focus groups e surveys (BABA-Q) costruite ad hoc per misurare la relazione tra l’aderenza alla terapia farmacologica e le percezioni/atteggiamenti/comportamenti dei malati cardiopatici complessi e degli operatori sanitari. Qualitativamente, è stato utilizzato un approccio fenomenologico interpretativo attraverso interviste semi-strutturate somministrate a pazienti e a caregiver. La popolazione cardiopatica triestina oggetto della prima fase dello studio (età ≥50 anni, Charlson Index ≥3, ≥1 cardiopatia ischemica, ipertensiva o valvolare, CMP/pericardio o congenita, in politerapia farmacologica ≥ 5 farmaci; visita e prescrizione ≥12 mesi) comprendeva 4171 soggetti adulti afferenti gli ambulatori della S.C. Centro Cardiovascolare-ASUI di Trieste dall’ 1-11-2009 al 31-10-2016. Un totale di 250 pazienti estratti da lista casuale ha partecipato alla somministrazione del questionario BABA-Q, previa firma del consenso informato. L’analisi statistica multivariata è stata effettuata su un totale di 214 pz. Sono state somministrate 22 interviste qualitative semistrutturate a un campione casuale arruolato tra i partecipanti al questionario, con saturazione raggiunta a 15 interviste. Sono stati intervistati anche 9 caregiver arruolati come campione di convenienza. Risultati Sono stati somministrati 214 questionari; 148 maschi; età media 75±7.,5; 65% coniugati; 21% licenza elementare, 49,5% medie inferiori, 22,9% medie superiori, 6,5% laurea; 38,3% soffre di ansia moderatamente severa/severa; 14,5% soffre di depressione moderatamente severa/severa; 25,7% dei pazienti assume i farmaci con l’aiuto del caregiver; 93% valuta sufficiente la durata della visita, ma il 38,8% si ritiene in disaccordo riguardo la chiarezza delle spiegazioni; 43,5% dei pz utilizza internet per raccogliere informazioni sulla malattia e sui farmaci; la miglior motivazione all’aderenza viene attribuita al cardiologo (30,8%), al MMG (40,7%) e al caregiver (19,6%). L’indagine qualitativa ha fatto emergere tre aree tematiche relative all’aderenza: l’agentività e leadership medica, la relazione di co-dipendenza tra malato e familiare, il doppio ruolo di paziente-caregiver. Vengono infine presentati i predittori indipendenti di non-aderenza ai programmi terapeutici tenendo in considerazione le variabili cliniche, il risultato dei questionari e delle interviste semistrutturate. Discussione e conclusioni I risultati ottenuti, seppure non generalizzabili per la dimensione limitata del campione, confermano la multidimensionalità dell’aderenza ed evidenziano l’importanza di una maggiore integrazione tra stakeholders per promuovere agentività e comunicazione all’interno di percorsi multidisciplinari ospedale-territorio. Ulteriore ricerca è necessaria per approfondire la qualità della relazione e del ruolo “malato-caregiver” e per elaborare nuove modalità di rinforzo dell’aderenza anche attraverso l’utilizzo di tecnologia web-based.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/63136
URN:NBN:IT:UNITS-63136