The research deals with an issue of outstanding significance within the framework of the so-called new “Great transformation of work”: the economic valorisation of workers’ soft skills. The incessant changes in production methods and technologies, indeed, have prompted companies to orient the management of human resources towards the valorisation of certain distinctive features of professionalism: among others, adaptability, outcome orientation, and team working. The present research aims to investigate how and why collective bargaining, in a coordinated market economy like Italy, did contribute or did not contribute to the regulation of this increasingly relevant aspect in the employment relationship. To this end, the survey examines the job classification systems of 50 economic sectors, as well as a set of company-level collective agreements that regulate so-called skill-based pay schemes. The analysis is also enriched by a total of 44 semi-structured interviews, mainly addressed to social partners’ representatives. The research results show that it is mostly in the capital intensive sectors, or in those where the processes of technological innovation and automation have more considerably impacted on employment and production conformation, that mechanisms for the economic valorisation of soft skills have been agreed, in the form of both job classification systems at the national level, and variable pay schemes at company level. In contrast, in the labor intensive sectors, despite the programmatic commitment of social partners to reform the wage and classification structure, there exists a mismatch between wage levels and professionalism expressed in terms of soft skills. This situation is because of the long-standing compromise between the employers’ need to maintain the control over the cost of labour, and the trade unions’ preference for fixed wage increases, which are not permeable to variable indicators, such as individual skills’ appraisal dynamics.

L’elaborato affronta il tema della valorizzazione economica delle competenze trasversali dei lavoratori, centrale entro il fenomeno della grande trasformazione del lavoro. Gli incessanti mutamenti nei modi di produrre hanno infatti spinto le aziende a orientare la gestione delle risorse umane verso taluni tratti distintivi della professionalità, quali, a titolo di esempio, l’adattabilità, l’orientamento al risultato e la capacità di lavorare in gruppo. Il presente elaborato mira dunque ad indagare come e perché la contrattazione collettiva, in una economia di mercato coordinata quale quella Italiana, è intervenuta, oppure è mancata di intervenire, nella regolazione di questo profilo della corrispettività del rapporto di lavoro. A tal fine, l’indagine prende in esame i sistemi di classificazione e inquadramento di 50 settori dell’economia privata, nonché un insieme di contratti aziendali che hanno disciplinato sistemi retributivi c.d. skill-based. L’analisi è inoltre arricchita da un totale di 44 interviste, semi-strutturate, principalmente rivolte a rappresentanti delle parti sociali. I risultati della ricerca mostrano che è al più nei settori a più alta intensità di capitale, ovvero in quelli ove i processi di innovazione tecnologica e di automazione della produzione hanno inciso maggiormente sulla conformazione occupazionale e produttiva, che sono stati pattuiti meccanismi di valorizzazione economica delle competenze, tanto nei sistemi di classificazione del personale, tanto nell’ambito della contrattazione aziendale. Diversamente, nei settori ad alta intensità di manodopera, nonostante gli impegni programmatici per una riforma della struttura salariale e inquadramentale, continua a perpetuarsi una cesura tra livelli retributivi e professionalità espressa in termini di competenze trasversali, a fronte del compromesso tra l’esigenza datoriale di mantenimento del controllo sul costo del lavoro, da un lato, e la diffidenza sindacale verso l’apertura a quote salariali variabili e permeabili a dinamiche valutative delle competenze del singolo lavoratore, dall’altro.

Sistemi di inquadramento, retribuzione c.d. skill-based e contrattazione collettiva

MOSCA, Davide
2018

Abstract

The research deals with an issue of outstanding significance within the framework of the so-called new “Great transformation of work”: the economic valorisation of workers’ soft skills. The incessant changes in production methods and technologies, indeed, have prompted companies to orient the management of human resources towards the valorisation of certain distinctive features of professionalism: among others, adaptability, outcome orientation, and team working. The present research aims to investigate how and why collective bargaining, in a coordinated market economy like Italy, did contribute or did not contribute to the regulation of this increasingly relevant aspect in the employment relationship. To this end, the survey examines the job classification systems of 50 economic sectors, as well as a set of company-level collective agreements that regulate so-called skill-based pay schemes. The analysis is also enriched by a total of 44 semi-structured interviews, mainly addressed to social partners’ representatives. The research results show that it is mostly in the capital intensive sectors, or in those where the processes of technological innovation and automation have more considerably impacted on employment and production conformation, that mechanisms for the economic valorisation of soft skills have been agreed, in the form of both job classification systems at the national level, and variable pay schemes at company level. In contrast, in the labor intensive sectors, despite the programmatic commitment of social partners to reform the wage and classification structure, there exists a mismatch between wage levels and professionalism expressed in terms of soft skills. This situation is because of the long-standing compromise between the employers’ need to maintain the control over the cost of labour, and the trade unions’ preference for fixed wage increases, which are not permeable to variable indicators, such as individual skills’ appraisal dynamics.
20-apr-2018
Italiano
L’elaborato affronta il tema della valorizzazione economica delle competenze trasversali dei lavoratori, centrale entro il fenomeno della grande trasformazione del lavoro. Gli incessanti mutamenti nei modi di produrre hanno infatti spinto le aziende a orientare la gestione delle risorse umane verso taluni tratti distintivi della professionalità, quali, a titolo di esempio, l’adattabilità, l’orientamento al risultato e la capacità di lavorare in gruppo. Il presente elaborato mira dunque ad indagare come e perché la contrattazione collettiva, in una economia di mercato coordinata quale quella Italiana, è intervenuta, oppure è mancata di intervenire, nella regolazione di questo profilo della corrispettività del rapporto di lavoro. A tal fine, l’indagine prende in esame i sistemi di classificazione e inquadramento di 50 settori dell’economia privata, nonché un insieme di contratti aziendali che hanno disciplinato sistemi retributivi c.d. skill-based. L’analisi è inoltre arricchita da un totale di 44 interviste, semi-strutturate, principalmente rivolte a rappresentanti delle parti sociali. I risultati della ricerca mostrano che è al più nei settori a più alta intensità di capitale, ovvero in quelli ove i processi di innovazione tecnologica e di automazione della produzione hanno inciso maggiormente sulla conformazione occupazionale e produttiva, che sono stati pattuiti meccanismi di valorizzazione economica delle competenze, tanto nei sistemi di classificazione del personale, tanto nell’ambito della contrattazione aziendale. Diversamente, nei settori ad alta intensità di manodopera, nonostante gli impegni programmatici per una riforma della struttura salariale e inquadramentale, continua a perpetuarsi una cesura tra livelli retributivi e professionalità espressa in termini di competenze trasversali, a fronte del compromesso tra l’esigenza datoriale di mantenimento del controllo sul costo del lavoro, da un lato, e la diffidenza sindacale verso l’apertura a quote salariali variabili e permeabili a dinamiche valutative delle competenze del singolo lavoratore, dall’altro.
TOMASSETTI, Paolo
Università degli studi di Bergamo
Bergamo
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/66388
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIBG-66388