Questo lavora prende in esame i procedimenti ecfrastici all’interno della Vita e nei Trattati di Benvenuto Cellini con una specifica attenzione sulle descrizioni che l’autore ha formulato sulle sue opere di oreficeria e di scultura realizzate in un arco di tempo che va dal 1518 al 1565. Sono state prese in esame le singole descrizioni per rintracciare le specifiche tecniche del discorso attraverso le quali il visivo viene trasposto in forma verbale. L’analisi ha fatto emergere quale peculiarità il fatto che l’oggetto della descrizione non è mai una restituzione mimetica dell’oggetto ma è sempre la restituzione del processo immaginativo e/o del procedimento tecnico esecutivo con il quale l’opera è stata creata. Sulla base dei dati raccolti è emersa una peculiare concezione del fare artistico di Cellini: la descrizione dell’opera coincide con la narrazione dell’incontro, e più spesso scontro, tra le forze che hanno condotto alla sua realizzazione (committente e artista, questi e la materia che lavora, il suo legittimo desiderio di fare e l’influsso costante della ‘cattiva stella' che ritarda il suo lavoro e mette e repentaglio la sua riuscita, la fede in Dio che garantisce la vittoria su ogni ostacolo e l’eccellenza del risultato). In tal modo descrizione dell'opera e narrazione delle vicende biografiche sono uunica, e identica cosa.

«Arditamente, con qualche poco di furore». Per un’analisi dei processi ecfrastici nella ‘Vita’ e nei ‘Trattati’ di Benvenuto Cellini

TRAVAGLIANTE, DANIELA
2019

Abstract

Questo lavora prende in esame i procedimenti ecfrastici all’interno della Vita e nei Trattati di Benvenuto Cellini con una specifica attenzione sulle descrizioni che l’autore ha formulato sulle sue opere di oreficeria e di scultura realizzate in un arco di tempo che va dal 1518 al 1565. Sono state prese in esame le singole descrizioni per rintracciare le specifiche tecniche del discorso attraverso le quali il visivo viene trasposto in forma verbale. L’analisi ha fatto emergere quale peculiarità il fatto che l’oggetto della descrizione non è mai una restituzione mimetica dell’oggetto ma è sempre la restituzione del processo immaginativo e/o del procedimento tecnico esecutivo con il quale l’opera è stata creata. Sulla base dei dati raccolti è emersa una peculiare concezione del fare artistico di Cellini: la descrizione dell’opera coincide con la narrazione dell’incontro, e più spesso scontro, tra le forze che hanno condotto alla sua realizzazione (committente e artista, questi e la materia che lavora, il suo legittimo desiderio di fare e l’influsso costante della ‘cattiva stella' che ritarda il suo lavoro e mette e repentaglio la sua riuscita, la fede in Dio che garantisce la vittoria su ogni ostacolo e l’eccellenza del risultato). In tal modo descrizione dell'opera e narrazione delle vicende biografiche sono uunica, e identica cosa.
5-giu-2019
Italiano
MAFFEI, Sonia
Università degli studi di Bergamo
Bergamo
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Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIBG-66600