The aim of this research is to analyse the role of private autonomy in iura praediorum, both for their content and for the dynamic profile of usus servitutis. The first chapter examines the contribution of private autonomy to the emergence of the first iura praediorum rusticorum, such as via, iter, actus, aquae ductus: these were originally structured as a dominical power, that the owner whose estate has an advantage over the neighbouring estate. The separate origins of the first rural servitude led to their earliest typology. The individual permits of via were derived from via in private practice, in order to become independent figures. The subsequent intervention of jurisprudence was crucial in order to offer both iter and actus a suitable legal form through the development of the concept of ius in re aliena. The second chapter investigates the role of the private citizens in conceiving servitus category. The genesis of iura praediorum urbanorum and the introduction of new rural servitudes led to the emergence of a homogeneous category, which was characterized by its own individual features. In this context too, the sources reveal the preeminent role of negotiating practices, followed by conceptual processing by jurists, especially in the late Republican period. The third chapter is entirely dedicated to the diverse implications of usus servitutis. As far as the most ancient rural servitudes are concerned, the extensive use of a path or a water pipe permitted the consolidation of a factual situation, which then turned into a legal reality. This particular usus of the rural servitude was protected by interdicta. As for modus servitutis, it is unlikely that it would have had a corrective typological function of iura praediorum: it only concerned the exercise of the right of servitude and had no influence whatever on the content of rural servitude, considering that it did not alter their utilitas. In conclusion, it has been estimated that private citizens could transfer every kind of need the socio-economic conditions imposed in the model designed by the jurisprudence, so long as the characteristics of the servitus category were complied with. Thus, a distinction between nominatae and innominatae servitutes is conceivable: the former were well known by both practice and jurisprudence, whereas the latter were revealed by active private practice.

La presente ricerca, articolata in tre capitoli, è volta ad analizzare il ruolo che l’autonomia privata ricoprì nell’ambito dei iura praediorum, sia sotto il profilo contenutistico, che sotto quello dinamico dell’usus servitutis. Il primo capitolo esamina il contributo dell’autonomia privata nell’emersione dei primi iura praediorum rusticorum, individuabili in via, iter, actus e aquae ductus, i quali si atteggiavano originariamente a potere dominicale che il titolare del fondo avvantaggiato esercitava su una determinata porzione del fondo vicino. L’origine separata delle prime servitù rustiche ne determinò un’iniziale tipicità. Le singole facoltà proprie della via ne furono estrapolate nella prassi, per divenire figure autonome. Il successivo intervento giurisprudenziale fu fondamentale per fornire ad iter ed actus un’idonea veste giuridica, mediante la formulazione della nozione di ius in re aliena. Il secondo capitolo è dedicato allo studio del ruolo svolto dai privati nell’emersione della categoria della servitus. Con la genesi dei iura praediorum urbanorum e l’introduzione di nuove servitù rustiche inizia a profilarsi una categoria unitaria con propri caratteri peculiari. Anche in questo contesto si riscontra il ruolo preminente della prassi negoziale, affiancata dall’elaborazione concettuale della giurisprudenza, particolarmente vivace in epoca tardo-repubblicana. Al tema dell’usus servitutis è dedicato il terzo capitolo. Per quanto attiene alle servitù più antiche, l’utilizzo prolungato del passaggio o della conduttura d’acqua consentiva il consolidamento di una situazione di fatto in una realtà riconosciuta dal diritto. Tale usus della servitù fu oggetto anche di una specifica tutela interdittale. Quanto al modus, si esclude che potesse avere una funzione correttiva della tipicità dei iura praediorum: esso, attienente unicamente all’esercizio del diritto, non incideva sul contenuto delle singole servitù e non ne modificava l’utilitas. Si ritiene, in conclusione, che i privati restassero liberi di riversare nel modello delineato dalla giurisprudenza le utilità che le nuove esigenze socio-economiche richiedevano, nel rispetto dei caratteri delineati dalla giurisprudenza. Si può, pertanto, notare una distinzione tra servitù nominate, ampiamente analizzate dalla giurisprudenza, e servitù innominate, emerse dalla vivacità della prassi negoziale.

L'AUTONOMIA PRIVATA NEI IURA PRAEDIORUM

TURETTA, ALESSIA
2021

Abstract

The aim of this research is to analyse the role of private autonomy in iura praediorum, both for their content and for the dynamic profile of usus servitutis. The first chapter examines the contribution of private autonomy to the emergence of the first iura praediorum rusticorum, such as via, iter, actus, aquae ductus: these were originally structured as a dominical power, that the owner whose estate has an advantage over the neighbouring estate. The separate origins of the first rural servitude led to their earliest typology. The individual permits of via were derived from via in private practice, in order to become independent figures. The subsequent intervention of jurisprudence was crucial in order to offer both iter and actus a suitable legal form through the development of the concept of ius in re aliena. The second chapter investigates the role of the private citizens in conceiving servitus category. The genesis of iura praediorum urbanorum and the introduction of new rural servitudes led to the emergence of a homogeneous category, which was characterized by its own individual features. In this context too, the sources reveal the preeminent role of negotiating practices, followed by conceptual processing by jurists, especially in the late Republican period. The third chapter is entirely dedicated to the diverse implications of usus servitutis. As far as the most ancient rural servitudes are concerned, the extensive use of a path or a water pipe permitted the consolidation of a factual situation, which then turned into a legal reality. This particular usus of the rural servitude was protected by interdicta. As for modus servitutis, it is unlikely that it would have had a corrective typological function of iura praediorum: it only concerned the exercise of the right of servitude and had no influence whatever on the content of rural servitude, considering that it did not alter their utilitas. In conclusion, it has been estimated that private citizens could transfer every kind of need the socio-economic conditions imposed in the model designed by the jurisprudence, so long as the characteristics of the servitus category were complied with. Thus, a distinction between nominatae and innominatae servitutes is conceivable: the former were well known by both practice and jurisprudence, whereas the latter were revealed by active private practice.
5-feb-2021
Italiano
La presente ricerca, articolata in tre capitoli, è volta ad analizzare il ruolo che l’autonomia privata ricoprì nell’ambito dei iura praediorum, sia sotto il profilo contenutistico, che sotto quello dinamico dell’usus servitutis. Il primo capitolo esamina il contributo dell’autonomia privata nell’emersione dei primi iura praediorum rusticorum, individuabili in via, iter, actus e aquae ductus, i quali si atteggiavano originariamente a potere dominicale che il titolare del fondo avvantaggiato esercitava su una determinata porzione del fondo vicino. L’origine separata delle prime servitù rustiche ne determinò un’iniziale tipicità. Le singole facoltà proprie della via ne furono estrapolate nella prassi, per divenire figure autonome. Il successivo intervento giurisprudenziale fu fondamentale per fornire ad iter ed actus un’idonea veste giuridica, mediante la formulazione della nozione di ius in re aliena. Il secondo capitolo è dedicato allo studio del ruolo svolto dai privati nell’emersione della categoria della servitus. Con la genesi dei iura praediorum urbanorum e l’introduzione di nuove servitù rustiche inizia a profilarsi una categoria unitaria con propri caratteri peculiari. Anche in questo contesto si riscontra il ruolo preminente della prassi negoziale, affiancata dall’elaborazione concettuale della giurisprudenza, particolarmente vivace in epoca tardo-repubblicana. Al tema dell’usus servitutis è dedicato il terzo capitolo. Per quanto attiene alle servitù più antiche, l’utilizzo prolungato del passaggio o della conduttura d’acqua consentiva il consolidamento di una situazione di fatto in una realtà riconosciuta dal diritto. Tale usus della servitù fu oggetto anche di una specifica tutela interdittale. Quanto al modus, si esclude che potesse avere una funzione correttiva della tipicità dei iura praediorum: esso, attienente unicamente all’esercizio del diritto, non incideva sul contenuto delle singole servitù e non ne modificava l’utilitas. Si ritiene, in conclusione, che i privati restassero liberi di riversare nel modello delineato dalla giurisprudenza le utilità che le nuove esigenze socio-economiche richiedevano, nel rispetto dei caratteri delineati dalla giurisprudenza. Si può, pertanto, notare una distinzione tra servitù nominate, ampiamente analizzate dalla giurisprudenza, e servitù innominate, emerse dalla vivacità della prassi negoziale.
diritti reali; servitù; tipicità; ius in re aliena
GAGLIARDI, LORENZO
LUZZATI, CLAUDIO RAFFAELE
Università degli Studi di Milano
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
phd_unimi_R11953.pdf

accesso aperto

Dimensione 1.98 MB
Formato Adobe PDF
1.98 MB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/72116
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIMI-72116