The thesis relates to the analysis of the council chamber procedure, provided for and regulated by art. 127c.p.p., whose location within the same was motivated by the legislature to achieve the adoption of decisive measures mainly of incidental questions relating to, in certain cases, even the merit. It is a procedure aimed at economy of procedural requirements in that, in relation to the object of the dispute, by a significant reduction in time and the formalities of the ordinary procedure, while ensuring the contradictory warranty. The Chamber ritual ensures greater participation of the parties to the ritual over the previous code, characterized by the lack of provisions regarding the discipline of a real case in closed session. Situation, this, that forced the interpreter laborious reconstructive operations, extending the scope of operation of the drawn procedure for execution accidents. This discussion will aim to expose chamber models refer to both the 1930 Code to the one issued in 1988, before settling, in particular measure, attached to the rulings of the European Court in Strasbourg.

La tesi ha ad oggetto l’analisi relativa all’istituto del procedimento in camera di consiglio, previsto e disciplinato dall’art. 127 del vigente codice di procedura penale, la cui collocazione all’interno dello stesso è motivata dall’esigenza del legislatore di pervenire all’adozione di provvedimenti prevalentemente risolutivi di questioni incidentali aventi ad oggetto, in determinati casi, anche il merito. Si tratta di un procedimento finalizzato ad esigenze di economicità processuale in quanto, in rapporto all’oggetto del contenzioso, opera una significativa riduzione dei tempi e delle formalità del rito ordinario, assicurando comunque la garanzia del contraddittorio. Il rito camerale assicura una maggiore partecipazione delle parti al rito rispetto al precedente codice, caratterizzato dalla mancata previsione circa la disciplina di un vero e proprio procedimento in camera di consiglio. Situazione, questa, che costringeva l’interprete a laboriose operazioni ricostruttive, estendendo l’ambito di operatività della procedura disegnata per gli incidenti di esecuzione. Questa trattazione si proporrà di esporre i modelli camerali riferiti sia al Codice del 1930 che a quello emanato nel 1988, per poi soffermarsi, in misura particolare, nell’ambito europeo alle pronunce della Corte di Strasburgo.

IL PROCEDIMENTO IN CAMERA DI CONSIGLIO

FEROLETO, ANNAMARIA
2016

Abstract

The thesis relates to the analysis of the council chamber procedure, provided for and regulated by art. 127c.p.p., whose location within the same was motivated by the legislature to achieve the adoption of decisive measures mainly of incidental questions relating to, in certain cases, even the merit. It is a procedure aimed at economy of procedural requirements in that, in relation to the object of the dispute, by a significant reduction in time and the formalities of the ordinary procedure, while ensuring the contradictory warranty. The Chamber ritual ensures greater participation of the parties to the ritual over the previous code, characterized by the lack of provisions regarding the discipline of a real case in closed session. Situation, this, that forced the interpreter laborious reconstructive operations, extending the scope of operation of the drawn procedure for execution accidents. This discussion will aim to expose chamber models refer to both the 1930 Code to the one issued in 1988, before settling, in particular measure, attached to the rulings of the European Court in Strasbourg.
19-mar-2016
Italiano
La tesi ha ad oggetto l’analisi relativa all’istituto del procedimento in camera di consiglio, previsto e disciplinato dall’art. 127 del vigente codice di procedura penale, la cui collocazione all’interno dello stesso è motivata dall’esigenza del legislatore di pervenire all’adozione di provvedimenti prevalentemente risolutivi di questioni incidentali aventi ad oggetto, in determinati casi, anche il merito. Si tratta di un procedimento finalizzato ad esigenze di economicità processuale in quanto, in rapporto all’oggetto del contenzioso, opera una significativa riduzione dei tempi e delle formalità del rito ordinario, assicurando comunque la garanzia del contraddittorio. Il rito camerale assicura una maggiore partecipazione delle parti al rito rispetto al precedente codice, caratterizzato dalla mancata previsione circa la disciplina di un vero e proprio procedimento in camera di consiglio. Situazione, questa, che costringeva l’interprete a laboriose operazioni ricostruttive, estendendo l’ambito di operatività della procedura disegnata per gli incidenti di esecuzione. Questa trattazione si proporrà di esporre i modelli camerali riferiti sia al Codice del 1930 che a quello emanato nel 1988, per poi soffermarsi, in misura particolare, nell’ambito europeo alle pronunce della Corte di Strasburgo.
camera di consiglio
CAMALDO, LUCIO BRUNO CRISTIANO
VIGANO', FRANCESCO
Università degli Studi di Milano
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/77533
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIMI-77533