The study analyses the discipline of the gathering of evidence phase in the Italian arbitration, focusing on powers (and the limits placed on them) left to the parties and the arbitrators on this matter. Despite the broad spaces of autonomy left to parties and arbitrators in regulating the above mentioned phase, the discipline provided by the Italian Code of Civil Procedure is more commonly applied. Therefore, the study also illustrates if, which and how, the provisions of the Code of Civil Procedure concerning the means of proof can be applied to arbitration. At last, the study stresses the fact that the discipline of the gathering of evidence phase is irrespective of the nature of the arbitral award (thus, if the award follows the rule of the law or is ex aequo et bono).

Il presente elaborato si propone di affrontare il tema relativo alla individuazione delle norme che disciplinano lo svolgimento dell’istruttoria nell’arbitrato rituale. In particolare, una volta chiarita la questione, avente carattere preliminare, della natura del procedimento arbitrale, l’indagine si concentra, dapprima, sul potere delle parti e, successivamente, sul potere degli arbitri di dettare le regole del procedimento arbitrale nonché sui limiti cui tali poteri vanno incontro. Nella prassi, tuttavia, l’esercizio del potere regolamentare risulta estremamente limitato: pertanto l’elaborato si intrattiene, anche e soprattutto, sull’ipotesi che più di frequente si verifica, giungendo ad affermare che – in assenza di diverse disposizioni delle parti (e degli arbitri) – non possono che trovare applicazione, in quanto compatibili, le norme del codice di rito che disciplinano lo svolgimento dell’istruttoria nel giudizio ordinario di cognizione. Alla luce di tale conclusione, la trattazione si occupa di illustrare come, e con quali limiti, i mezzi di prova previsti dal libro II del codice di rito possano trovare applicazione anche nell’ambito del giudizio arbitrale. Infine, talune notazioni conclusive sono riservate all’arbitrato di equità, al fine di dimostrare come, sotto il profilo della disciplina della fase istruttoria, esso non si discosti dall’arbitrato di diritto.

L'ISTRUTTORIA NELL'ARBITRATO RITUALE

DI GIROLAMO, ALESSIO FILIPPO
2017

Abstract

The study analyses the discipline of the gathering of evidence phase in the Italian arbitration, focusing on powers (and the limits placed on them) left to the parties and the arbitrators on this matter. Despite the broad spaces of autonomy left to parties and arbitrators in regulating the above mentioned phase, the discipline provided by the Italian Code of Civil Procedure is more commonly applied. Therefore, the study also illustrates if, which and how, the provisions of the Code of Civil Procedure concerning the means of proof can be applied to arbitration. At last, the study stresses the fact that the discipline of the gathering of evidence phase is irrespective of the nature of the arbitral award (thus, if the award follows the rule of the law or is ex aequo et bono).
20-gen-2017
Italiano
Il presente elaborato si propone di affrontare il tema relativo alla individuazione delle norme che disciplinano lo svolgimento dell’istruttoria nell’arbitrato rituale. In particolare, una volta chiarita la questione, avente carattere preliminare, della natura del procedimento arbitrale, l’indagine si concentra, dapprima, sul potere delle parti e, successivamente, sul potere degli arbitri di dettare le regole del procedimento arbitrale nonché sui limiti cui tali poteri vanno incontro. Nella prassi, tuttavia, l’esercizio del potere regolamentare risulta estremamente limitato: pertanto l’elaborato si intrattiene, anche e soprattutto, sull’ipotesi che più di frequente si verifica, giungendo ad affermare che – in assenza di diverse disposizioni delle parti (e degli arbitri) – non possono che trovare applicazione, in quanto compatibili, le norme del codice di rito che disciplinano lo svolgimento dell’istruttoria nel giudizio ordinario di cognizione. Alla luce di tale conclusione, la trattazione si occupa di illustrare come, e con quali limiti, i mezzi di prova previsti dal libro II del codice di rito possano trovare applicazione anche nell’ambito del giudizio arbitrale. Infine, talune notazioni conclusive sono riservate all’arbitrato di equità, al fine di dimostrare come, sotto il profilo della disciplina della fase istruttoria, esso non si discosti dall’arbitrato di diritto.
arbitrato; istruttoria; prova; prove; arbitri
CASTAGNOLA, ANGELO
MERLIN, ELENA
Università degli Studi di Milano
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/80718
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIMI-80718