Questa tesi investiga i meccanismi responsabili dell’integrazione di segnali locali (siano essi orientazioni, posizioni o direzioni di elementi locali) in configurazioni globali. Il lavoro si compone di tre studi, che provano a dare una risposta alla domanda attraverso l’utilizzo di un paradigma di integrazione di contorni. Ciascuno studio approfondisce uno specifico aspetto del problema. Il primo studio confronta due modelli di integrazione: il primo è il celebre “campo associativo”, basato su connessioni laterali (presenti nella corteccia visiva primaria) tra campi recettivi adiacenti e sensibili per orientazioni locali simili. Il secondo modello è un filtro di second’ordine che riceve come input il risultato di un processo di rettificazione dell’output filtri di primo ordine. Il secondo studio verifica, invece, se un sistema cooperativo locale spiega in maniera esaustiva l’integrazione di segnali locali di direzione. Inoltre, questo studio investiga anche la possibilità che il suddetto meccanismo cooperativo possa spiegare la “facilitazione data dal movimento” che si trova, di solito, quando si confronta la abilità di rilevare un la presenza di un contorno dinamico rispetto ad uno statico. In ultimo, lo studio tre amplia i risultati del secondo studio, avvalendosi di una tecnica di registrazione di potenziali evocati elicitati da contorni statici e dinamici. Nel complesso, i tre studi supportano l’idea che un sistema basato su connessioni laterali (presenti nella corteccia visiva primaria) possa determinare l’integrazione di contorni statici, mentre un sistema cooperativo spiega l’integrazione di segnali di movimento locali. In aggiunta, questi due sistemi interagiscono continuamente, con il sistema di movimento che determina la qualità dell’input che sarà utilizzato, successivamente, dal sistema associativo statico.
Perceptual binding of static and dynamic signals: a psychophysical and electrophysiological study on contour integration.
BELLACOSA MAROTTI, ROSILARI
2014
Abstract
Questa tesi investiga i meccanismi responsabili dell’integrazione di segnali locali (siano essi orientazioni, posizioni o direzioni di elementi locali) in configurazioni globali. Il lavoro si compone di tre studi, che provano a dare una risposta alla domanda attraverso l’utilizzo di un paradigma di integrazione di contorni. Ciascuno studio approfondisce uno specifico aspetto del problema. Il primo studio confronta due modelli di integrazione: il primo è il celebre “campo associativo”, basato su connessioni laterali (presenti nella corteccia visiva primaria) tra campi recettivi adiacenti e sensibili per orientazioni locali simili. Il secondo modello è un filtro di second’ordine che riceve come input il risultato di un processo di rettificazione dell’output filtri di primo ordine. Il secondo studio verifica, invece, se un sistema cooperativo locale spiega in maniera esaustiva l’integrazione di segnali locali di direzione. Inoltre, questo studio investiga anche la possibilità che il suddetto meccanismo cooperativo possa spiegare la “facilitazione data dal movimento” che si trova, di solito, quando si confronta la abilità di rilevare un la presenza di un contorno dinamico rispetto ad uno statico. In ultimo, lo studio tre amplia i risultati del secondo studio, avvalendosi di una tecnica di registrazione di potenziali evocati elicitati da contorni statici e dinamici. Nel complesso, i tre studi supportano l’idea che un sistema basato su connessioni laterali (presenti nella corteccia visiva primaria) possa determinare l’integrazione di contorni statici, mentre un sistema cooperativo spiega l’integrazione di segnali di movimento locali. In aggiunta, questi due sistemi interagiscono continuamente, con il sistema di movimento che determina la qualità dell’input che sarà utilizzato, successivamente, dal sistema associativo statico.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/80928
URN:NBN:IT:UNIPD-80928