Introduzione L’elastometria condotta tramite ecoendoscopia è una nuova tecnica utilizzata per la visualizzazione e la valutazione in real time dell’elasticità dei tessuti. È noto infatti che i tessuti patologici, quali ad esempio i tessuti tumorali, presentano un’elasticità diversa rispetto ai tessuti normali. Fino ad oggi sono state utilizzate tecniche di misurazione dell’elasticità sia di tipo qualitativo che di tipo quantitativo. Le misure qualitative sono però gravate da una scarsa riproducibilità. Per tale ragione esse sono state praticamente abbandonate afavore di misure quantitative. Non esiste un consenso circa la superiorità di un metodo quantitativo rispetto ad un altro, ma lo “strain ratio” (SR) e lo “strain histogram” restano le metodiche più utilizzate. Lo SH, utilizzato in questo studio, corrisponde a una rappresentazione grafica della distribuzione del colore in una determinata area di interesse, e il valore del mSH è una misura dell’elasticità globale in un’area di interesse prescelta, normalmente corrispondente alla lesione. L’accuratezza dell’elastometria è stata valutata nelle patologie pancreatiche e linfonodali, mostrando risulatati interessanti soprattutto nella diagnosi differenziale tra le masse benigne e le masse maligne. Materiali e metodi Lo scopo del nostro studio è la quantificazione del pattern elastografico nel pancreas normale, nell’adenocarcinoma pancreatico (AP) e nei tumori neuroendocrine (NET). Si tratta di uno studio prospettico, monocentrico e osservazionale. L’ecoendoscopia con contrasto è stata effettuata e, secondo le line guida della società Europea di ecografia, sono state individuate 2 fasi contrastografiche per lo studio del pancreas: la prima, dai 10 ai 30 secondi, denominata fase precoce o arteriosa e la seconda, tardiva o venosa, dai 30 ai 120 secondi. L’enhancement delle lesioni pancreatiche è stato valutato in fase arteriosa. All’ecoendoscopia con contrasto, l’aspetto tipico di AP è definito in presenza di ipo-enhancement, mentre l’aspetto tipèico in caso di NET è definite in presenza di iper-enhancement arterioso. Successivamente all’elastometria è stata eseguita un’elastografia. Lo SH è stato calcolato automaticamente da un software in un’area scelta manualmente dall’operatore. 4 parametri sono stati presi in considerazione: lo SH medio (Msh), la deviazione standard, la kurtosis e lo swekness. 3 misure differenti sono state effettuate dallo stesso operatore e il valore medio delle misure è stato preso in considerazione. Dopo la misura elastografica è stato eseguito il prelievo bioptico. Il risultato istologico ottenuto tramite biopsia è stato utilizzato come referenza per definire la natura della lesione, eccetto in caso di pancreas normale. Risultati Nello studio sono stati inclusi 88 pazienti: 9 pancreas normali, 9 NET, 45 AP, 5 pancreatiti croniche e 20 lesioni miste. Solo I pazienti con AP, NET e pancreas normale sono stati inclusi nell’analisi finale. Alla somministrazione di contrasto, i pazienti con NET hanno presentato un pattern ipervascolare dopo somministrazione di contrasto, mentre tra i pazienti con AP, solo 37 hanno presentato un pattern tipico ipovascolare, mentre 5 hanno presentato un pattern ipervascolare e 2 un enhancement atipico (arterioso parziale). Per ciò che riguarda l’elastografia, abbiamo ottenuto una differenza statisticamente significativa tra il pancreas normale e le lesioni maligne, per tutti i 4 parametri valutati (media, deviazione standard, kurtosis e skewness). Invece, non abbiamo trovato una differenza statisticamente significativa tra i NET e l’AP. All’analisi univariata abbiamo trovato che tutti i parametri erano in grado di differenziare il pancreas benigno dal pancreas maligno, con un cut-off calcolato mediante la curva ROC di 43.250 per mSH, 44.63 per la deviazione standard, 1.5 per lo skewness and 5 per la kurtosis. All’analisi multivariata, solo il mSH è risultato statisticamente significativo. Abbiamo costruito un modello statistico tramite regressione logistica (9.8958 – 0.3170*mSH + 0.2989*SD + 0.7935*kurtosis – 7.0642*skewness), individuando un cut off di 0.57 per distinguere il pancreas normale dale lesioni maligne. Conclusioni Il mSH sembra efficace nella differenziazione tra lesioni pancreatiche maligne e pancreas benigno. Proponiamo pertanto l’uso dell’elastometria, e del nostro modello statistico, per definire le lesioni da operare o da sorvegliare in caso di biopsia negativa. Riteniamo infatti che, pur in caso di biopsia negativa, un indice elastografico superiore a 0.57 sia indicativo di una lesione maligna e pertanto necessiti di una presa in carico chirurgica.
Elastography mean strain histogram value for the differential diagnosis of malignant pancreatic masses: a monocentric study
DE CASSAN, CHIARA
2016
Abstract
Introduzione L’elastometria condotta tramite ecoendoscopia è una nuova tecnica utilizzata per la visualizzazione e la valutazione in real time dell’elasticità dei tessuti. È noto infatti che i tessuti patologici, quali ad esempio i tessuti tumorali, presentano un’elasticità diversa rispetto ai tessuti normali. Fino ad oggi sono state utilizzate tecniche di misurazione dell’elasticità sia di tipo qualitativo che di tipo quantitativo. Le misure qualitative sono però gravate da una scarsa riproducibilità. Per tale ragione esse sono state praticamente abbandonate afavore di misure quantitative. Non esiste un consenso circa la superiorità di un metodo quantitativo rispetto ad un altro, ma lo “strain ratio” (SR) e lo “strain histogram” restano le metodiche più utilizzate. Lo SH, utilizzato in questo studio, corrisponde a una rappresentazione grafica della distribuzione del colore in una determinata area di interesse, e il valore del mSH è una misura dell’elasticità globale in un’area di interesse prescelta, normalmente corrispondente alla lesione. L’accuratezza dell’elastometria è stata valutata nelle patologie pancreatiche e linfonodali, mostrando risulatati interessanti soprattutto nella diagnosi differenziale tra le masse benigne e le masse maligne. Materiali e metodi Lo scopo del nostro studio è la quantificazione del pattern elastografico nel pancreas normale, nell’adenocarcinoma pancreatico (AP) e nei tumori neuroendocrine (NET). Si tratta di uno studio prospettico, monocentrico e osservazionale. L’ecoendoscopia con contrasto è stata effettuata e, secondo le line guida della società Europea di ecografia, sono state individuate 2 fasi contrastografiche per lo studio del pancreas: la prima, dai 10 ai 30 secondi, denominata fase precoce o arteriosa e la seconda, tardiva o venosa, dai 30 ai 120 secondi. L’enhancement delle lesioni pancreatiche è stato valutato in fase arteriosa. All’ecoendoscopia con contrasto, l’aspetto tipico di AP è definito in presenza di ipo-enhancement, mentre l’aspetto tipèico in caso di NET è definite in presenza di iper-enhancement arterioso. Successivamente all’elastometria è stata eseguita un’elastografia. Lo SH è stato calcolato automaticamente da un software in un’area scelta manualmente dall’operatore. 4 parametri sono stati presi in considerazione: lo SH medio (Msh), la deviazione standard, la kurtosis e lo swekness. 3 misure differenti sono state effettuate dallo stesso operatore e il valore medio delle misure è stato preso in considerazione. Dopo la misura elastografica è stato eseguito il prelievo bioptico. Il risultato istologico ottenuto tramite biopsia è stato utilizzato come referenza per definire la natura della lesione, eccetto in caso di pancreas normale. Risultati Nello studio sono stati inclusi 88 pazienti: 9 pancreas normali, 9 NET, 45 AP, 5 pancreatiti croniche e 20 lesioni miste. Solo I pazienti con AP, NET e pancreas normale sono stati inclusi nell’analisi finale. Alla somministrazione di contrasto, i pazienti con NET hanno presentato un pattern ipervascolare dopo somministrazione di contrasto, mentre tra i pazienti con AP, solo 37 hanno presentato un pattern tipico ipovascolare, mentre 5 hanno presentato un pattern ipervascolare e 2 un enhancement atipico (arterioso parziale). Per ciò che riguarda l’elastografia, abbiamo ottenuto una differenza statisticamente significativa tra il pancreas normale e le lesioni maligne, per tutti i 4 parametri valutati (media, deviazione standard, kurtosis e skewness). Invece, non abbiamo trovato una differenza statisticamente significativa tra i NET e l’AP. All’analisi univariata abbiamo trovato che tutti i parametri erano in grado di differenziare il pancreas benigno dal pancreas maligno, con un cut-off calcolato mediante la curva ROC di 43.250 per mSH, 44.63 per la deviazione standard, 1.5 per lo skewness and 5 per la kurtosis. All’analisi multivariata, solo il mSH è risultato statisticamente significativo. Abbiamo costruito un modello statistico tramite regressione logistica (9.8958 – 0.3170*mSH + 0.2989*SD + 0.7935*kurtosis – 7.0642*skewness), individuando un cut off di 0.57 per distinguere il pancreas normale dale lesioni maligne. Conclusioni Il mSH sembra efficace nella differenziazione tra lesioni pancreatiche maligne e pancreas benigno. Proponiamo pertanto l’uso dell’elastometria, e del nostro modello statistico, per definire le lesioni da operare o da sorvegliare in caso di biopsia negativa. Riteniamo infatti che, pur in caso di biopsia negativa, un indice elastografico superiore a 0.57 sia indicativo di una lesione maligna e pertanto necessiti di una presa in carico chirurgica.File | Dimensione | Formato | |
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URN:NBN:IT:UNIPD-81222