Il presente lavoro di ricerca è dedicato a quelle produzioni francesi e belghe a carattere autobiografico, che non hanno ricevuto una distribuzione al di fuori dei territori di provenienza, se non nell’ambito di singoli festival tematici. L’individuazione del corpus si è effettuata a partire da una cornice cronologica che si estende dal 1986, data del primo importante convegno internazionale dedicato al diffondersi nel campo cinematografico di espressioni autobiografiche, ad oggi. Attraverso la consultazione di numeri monografici di riviste del settore dedicati a l’écriture du je au cinema e di rassegne stampa di festival tematici presso archivi e biblioteche straniere, come la sede di Bois D’Arcy della Cinémathèque Française, la Cinémathèque stessa, il Centre Pompidou e la Bibliothèque Nationale de France, si è poi provveduto ad individuare il corpus, scegliendo quei film che vedono i registi in qualità di protagonisti dell’opera o attraverso la voce narrante, o con la loro apparizione in video secondo molteplici modalità. In deroga ad esso vi sono alcuni lavori in cui sono le dichiarazioni stesse dei cineasti a confermare la natura autobiografica dell’opera. L’analisi estetico formale dei film selezionati e l’individuazione di ricorrenze tematiche ed espressive ha favorito una suddivisione in singoli capitoli (journal filmé, autofiction, documentari a carattere soggettivo, film saggio), definiti anche attraverso un’indagine dei costrutti teorici che ne costituiscono la matrice. Oltre che arrivare ad una visione globale dello stato dell’arte rispetto agli studi che si sono sviluppati in ambito sia francofono che anglofono, la ricerca mira a rilevare quanto di innovativo i lavori esaminati rispetto a scelte estetiche, linguaggio espressivo e tematiche evidenzino. Il primo capitolo è incentrato su di un’esplorazione delle fonti teoriche che a nel corso del Novecento, hanno intensificato una prolifica speculazione sulle declinazioni letterarie del genere autobiografico, creando le premesse agli studi sulle produzioni a carattere soggettivo nell'audiovisivo. Compito del secondo capitolo è fornire una riflessione teorica sulle espressioni soggettive nell'audiovisivo, evidenziando le questioni nevralgiche che hanno stimolato e continuano ad animare il dibattito attorno a questa specifica produzione. Il terzo capitolo, dedicato all'esplorazione della produzione filmica ascrivibile al journal filmé, sono stati percorsi alcuni degli studi più significativi dedicati alla declinazione letteraria del diario, con lo scopo di far emergere le caratteristiche salienti effettivamente riprese o modificate all'interno delle opere analizzate. L’analisi ha preso in considerazione modalità diverse di realizzazione di un diario filmato che, nella loro eterogeneità, dimostrano come il genere testimoni di un ibridismo quale tratto pregnante del racconto del sé del quale ci stiamo occupando. Nel quarto capitolo è stato evidenziato come alcune delle tappe dell’evoluzione del genere documentario risultino direttamente implicate nella definizione di produzioni di forte impronta soggettiva a carattere documentaristico. Uno degli approcci teorici maggiormente implicati è quello dell'ethnic autobiography, una modalità che mira ad individuare nuove possibilità per un’indagine socio-culturale o antropologica che implichi un rapporto dialettico tra io e mondo. I film inclusi nel quinto capitolo costituiscono uno spazio di sperimentazione che manifesta una corto-circuitazione tra documentario e fiction, saggio e autobiografia, diario filmato e finzione convergendo verso un genere autofinzionale quale variante post-moderna dell’autobiografia. Infine nel sesto capitolo, dedicato alla forma saggio, è stato analizzato come i principali contributi di studi filosofici e letterari dedicati ad una definizione di opera saggistica abbiano contribuito a delineare gli aspetti fondanti anche di una produzione filmica.
"Le je filmé, scritture del sé nell'audiovisivo: declinazioni e sviluppi teorici nel cinema franco-belga contemporaneo dal 1986 ad oggi
BAROLO, CLAUDIA
2016
Abstract
Il presente lavoro di ricerca è dedicato a quelle produzioni francesi e belghe a carattere autobiografico, che non hanno ricevuto una distribuzione al di fuori dei territori di provenienza, se non nell’ambito di singoli festival tematici. L’individuazione del corpus si è effettuata a partire da una cornice cronologica che si estende dal 1986, data del primo importante convegno internazionale dedicato al diffondersi nel campo cinematografico di espressioni autobiografiche, ad oggi. Attraverso la consultazione di numeri monografici di riviste del settore dedicati a l’écriture du je au cinema e di rassegne stampa di festival tematici presso archivi e biblioteche straniere, come la sede di Bois D’Arcy della Cinémathèque Française, la Cinémathèque stessa, il Centre Pompidou e la Bibliothèque Nationale de France, si è poi provveduto ad individuare il corpus, scegliendo quei film che vedono i registi in qualità di protagonisti dell’opera o attraverso la voce narrante, o con la loro apparizione in video secondo molteplici modalità. In deroga ad esso vi sono alcuni lavori in cui sono le dichiarazioni stesse dei cineasti a confermare la natura autobiografica dell’opera. L’analisi estetico formale dei film selezionati e l’individuazione di ricorrenze tematiche ed espressive ha favorito una suddivisione in singoli capitoli (journal filmé, autofiction, documentari a carattere soggettivo, film saggio), definiti anche attraverso un’indagine dei costrutti teorici che ne costituiscono la matrice. Oltre che arrivare ad una visione globale dello stato dell’arte rispetto agli studi che si sono sviluppati in ambito sia francofono che anglofono, la ricerca mira a rilevare quanto di innovativo i lavori esaminati rispetto a scelte estetiche, linguaggio espressivo e tematiche evidenzino. Il primo capitolo è incentrato su di un’esplorazione delle fonti teoriche che a nel corso del Novecento, hanno intensificato una prolifica speculazione sulle declinazioni letterarie del genere autobiografico, creando le premesse agli studi sulle produzioni a carattere soggettivo nell'audiovisivo. Compito del secondo capitolo è fornire una riflessione teorica sulle espressioni soggettive nell'audiovisivo, evidenziando le questioni nevralgiche che hanno stimolato e continuano ad animare il dibattito attorno a questa specifica produzione. Il terzo capitolo, dedicato all'esplorazione della produzione filmica ascrivibile al journal filmé, sono stati percorsi alcuni degli studi più significativi dedicati alla declinazione letteraria del diario, con lo scopo di far emergere le caratteristiche salienti effettivamente riprese o modificate all'interno delle opere analizzate. L’analisi ha preso in considerazione modalità diverse di realizzazione di un diario filmato che, nella loro eterogeneità, dimostrano come il genere testimoni di un ibridismo quale tratto pregnante del racconto del sé del quale ci stiamo occupando. Nel quarto capitolo è stato evidenziato come alcune delle tappe dell’evoluzione del genere documentario risultino direttamente implicate nella definizione di produzioni di forte impronta soggettiva a carattere documentaristico. Uno degli approcci teorici maggiormente implicati è quello dell'ethnic autobiography, una modalità che mira ad individuare nuove possibilità per un’indagine socio-culturale o antropologica che implichi un rapporto dialettico tra io e mondo. I film inclusi nel quinto capitolo costituiscono uno spazio di sperimentazione che manifesta una corto-circuitazione tra documentario e fiction, saggio e autobiografia, diario filmato e finzione convergendo verso un genere autofinzionale quale variante post-moderna dell’autobiografia. Infine nel sesto capitolo, dedicato alla forma saggio, è stato analizzato come i principali contributi di studi filosofici e letterari dedicati ad una definizione di opera saggistica abbiano contribuito a delineare gli aspetti fondanti anche di una produzione filmica.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/81227
URN:NBN:IT:UNIPD-81227