Le abilità spaziali sono coinvolte in molte attività della vita quotidiana, pertanto risulta importante valutarle e comprendere le sue ripercussioni nella vita di tutti i giorni. Recenti studi suggeriscono che le abilità spaziali peggiorano nell'invecchiamento normale, ma non è chiaro quali specifiche componenti declinano all'aumentare dell'età, quali sono preservate e quando il deficit spaziale diventa così severo da suggerire la presenza di un disturbo cognitivo lieve o di patologia degenerativa. L'obiettivo principale della mia tesi di dottorato, sviluppata in tre diversi studi, è quello di esplorare lo sviluppo di deficit nelle abilità spaziali in una popolazione di anziani con invecchiamento normale, anziani con lieve compromissione cognitiva e pazienti con demenza degenerativa. Lo scopo della presente ricerca è dunque quello di a) sviluppare nuovi strumenti ecologici che ci consentano di valutare diverse componenti delle abilità spaziali, b) verificare se la valutazione delle abilità spaziali può aiutare nel discriminare tra compromissione cognitiva lieve e invecchiamento normale e se può essere considerata “marker” di demenza, c) valutare se le abilità spaziali possono giocare un ruolo e aiutare nella diagnosi differenziale tra Demenza di Alzheimer e Demenza a corpi di Lewy. I risultati dello Studio 1 confermano le ipotesi a priori, sottolineando l’efficacia di questi nuovi test spaziali nel misurare diverse componenti delle abilità spaziali: memoria di oggetti, memoria spaziale simultanea e memoria spaziale sequenziale. I risultati dello Studio 2 mostrano un elevato potere discriminativo delle nuove prove spaziali nel distinguere tra invecchiamento normale e compromissione cognitiva lieve. Inoltre, i dati di neuroimaging mostrano un diverso pattern di correlazioni tra deficit spaziali e materia grigia nei due gruppi. Infine, i risultati dello studio 3 mostrano deficit quantitativamente diversi tra il gruppo di pazienti con Demenza a corpi di Lewy e il gruppo di pazienti con Alzheimer in un test che valuta l'abilità visuopercettiva e che non richiede una manipolazione motoria. Si è dunque dimostrato che questo specifico deficit riflette un quadro di Demenza a corpi di Lewy ed è, invece, meno correlato con la patologia di Alzheimer. Tutte queste evidenze supportano l’idea che la valutazione delle abilità spaziali giochi un ruolo fondamentale nell’invecchiamento sia normale che patologico.
Visuospatial abilities in normal and pathological aging: cognitive processes and neuroimaging correlates
MITOLO, MICAELA
2013
Abstract
Le abilità spaziali sono coinvolte in molte attività della vita quotidiana, pertanto risulta importante valutarle e comprendere le sue ripercussioni nella vita di tutti i giorni. Recenti studi suggeriscono che le abilità spaziali peggiorano nell'invecchiamento normale, ma non è chiaro quali specifiche componenti declinano all'aumentare dell'età, quali sono preservate e quando il deficit spaziale diventa così severo da suggerire la presenza di un disturbo cognitivo lieve o di patologia degenerativa. L'obiettivo principale della mia tesi di dottorato, sviluppata in tre diversi studi, è quello di esplorare lo sviluppo di deficit nelle abilità spaziali in una popolazione di anziani con invecchiamento normale, anziani con lieve compromissione cognitiva e pazienti con demenza degenerativa. Lo scopo della presente ricerca è dunque quello di a) sviluppare nuovi strumenti ecologici che ci consentano di valutare diverse componenti delle abilità spaziali, b) verificare se la valutazione delle abilità spaziali può aiutare nel discriminare tra compromissione cognitiva lieve e invecchiamento normale e se può essere considerata “marker” di demenza, c) valutare se le abilità spaziali possono giocare un ruolo e aiutare nella diagnosi differenziale tra Demenza di Alzheimer e Demenza a corpi di Lewy. I risultati dello Studio 1 confermano le ipotesi a priori, sottolineando l’efficacia di questi nuovi test spaziali nel misurare diverse componenti delle abilità spaziali: memoria di oggetti, memoria spaziale simultanea e memoria spaziale sequenziale. I risultati dello Studio 2 mostrano un elevato potere discriminativo delle nuove prove spaziali nel distinguere tra invecchiamento normale e compromissione cognitiva lieve. Inoltre, i dati di neuroimaging mostrano un diverso pattern di correlazioni tra deficit spaziali e materia grigia nei due gruppi. Infine, i risultati dello studio 3 mostrano deficit quantitativamente diversi tra il gruppo di pazienti con Demenza a corpi di Lewy e il gruppo di pazienti con Alzheimer in un test che valuta l'abilità visuopercettiva e che non richiede una manipolazione motoria. Si è dunque dimostrato che questo specifico deficit riflette un quadro di Demenza a corpi di Lewy ed è, invece, meno correlato con la patologia di Alzheimer. Tutte queste evidenze supportano l’idea che la valutazione delle abilità spaziali giochi un ruolo fondamentale nell’invecchiamento sia normale che patologico.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/81326
URN:NBN:IT:UNIPD-81326