La diagnosi prenatale sta subendo una rapida evoluzione a causa dell’introduzione sempre più diffusa nella pratica clinica dei test genetici prenatali non invasivi su DNA fetale libero nel sangue materno periferico (NIPT). Ciò è dovuto al fatto che il NIPT è un test di semplice esecuzione, che può essere eseguito in un periodo molto precoce dell’età gestazionale e che permette di evitare il, seppur minimo, rischio di aborto insito nelle tecniche invasive. Inoltre, è risultato avere una maggiore sensibilità e specificità rispetto ai test prenatali attualmente in uso, ed è suscettibile di molte applicazioni. Un’analisi del dibattito in corso mette però in evidenza che esso solleva diversi interrogativi di carattere etico. Si segnalano, in particolare, quelli relativi all’autonomia riproduttiva, alla proporzionalità e alla giustizia distributiva. Nel presente lavoro tali interrogativi vengono analizzati alla luce di una particolare categoria antropologica, la genitorialità. L’ampliamento delle applicazioni tecnologiche nel contesto della vita nascente sfida questa categoria nelle sue componenti costitutive: responsabilità e amore incondizionato. Obiettivo della tesi è di arrivare a proporre dei criteri etico-normativi per la valutazione delle scelte nell’ambito della diagnosi prenatale nell’orizzonte di senso tracciato da queste due componenti.
I test genetici prenatali non invasivi su sangue materno (NIPT): questioni etiche e implicazioni antropologiche
TURATO, DANIELA
2017
Abstract
La diagnosi prenatale sta subendo una rapida evoluzione a causa dell’introduzione sempre più diffusa nella pratica clinica dei test genetici prenatali non invasivi su DNA fetale libero nel sangue materno periferico (NIPT). Ciò è dovuto al fatto che il NIPT è un test di semplice esecuzione, che può essere eseguito in un periodo molto precoce dell’età gestazionale e che permette di evitare il, seppur minimo, rischio di aborto insito nelle tecniche invasive. Inoltre, è risultato avere una maggiore sensibilità e specificità rispetto ai test prenatali attualmente in uso, ed è suscettibile di molte applicazioni. Un’analisi del dibattito in corso mette però in evidenza che esso solleva diversi interrogativi di carattere etico. Si segnalano, in particolare, quelli relativi all’autonomia riproduttiva, alla proporzionalità e alla giustizia distributiva. Nel presente lavoro tali interrogativi vengono analizzati alla luce di una particolare categoria antropologica, la genitorialità. L’ampliamento delle applicazioni tecnologiche nel contesto della vita nascente sfida questa categoria nelle sue componenti costitutive: responsabilità e amore incondizionato. Obiettivo della tesi è di arrivare a proporre dei criteri etico-normativi per la valutazione delle scelte nell’ambito della diagnosi prenatale nell’orizzonte di senso tracciato da queste due componenti.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/81420
URN:NBN:IT:UNIPD-81420