Ludwig Börne, scrittore pubblicista della Germania del Vormärz di orientamento liberale, e' stato ingiustamente trascurato dalla critica, che da sempre non vi vede che una debole controfigura di Heine e col tempo lo ha imprigionato nello stereotipo del giacobino rivoluzionario interessato solo ai fatti politici. Di certo il confronto con la politica costituisce uno dei perni fondamentali della sua opera, ma una visione che ne faccia l'unico punto di partenza per un' indagine sugli scritti dell'autore appare riduttiva. La raffinata sensibilita' di Börne va ben oltre il fatto politico in sè, riuscendo a cogliere e rielaborare letterariamente molti aspetti centrali, positivi come anche negativi, spesso ambigui e contraddittori della temperie sociale e culturale dellâ epoca, in cui andava dispiegandosi la nascente modernità. All'epoca in cui scrive Börne il simbolo del progresso è incarnato da Parigi, che con i suoi 700 0000 abitanti, è la più grande metropoli d' Europa. La capitale francese aveva sempre attirato l' attenzione di intellettuali ed artisti da tutta Europa, compresi molti tedeschi. Questi intellettuali avevano poi prodotto una serie di scritti su Parigi, pubblicati poi in Germania, soprattutto lettere e resoconti di viaggio, che avevano alla fine dato vita ad una cosiddetta Parisliteratur. In questi testi Parigi viene di volta in volta tratteggiata secondo gli aspetti che avevano destato l'interesse o impressionato la sensibilità di chi la visitava: Forster, che vi si reca per motivi politici durante la rivoluzione francese, ne analizza le strutture e ne coglie gli aspetti accentratori. Kleist, che ne parla nelle lettere private, la subisce come una realtà alienante, depersonalizzante e disumana. Börne stesso, che vi si reca due volte, per tornarci definitivamente una terza, mostra di avere con la metropoli un rapporto complesso e caratterizzato dall'ambivalenza, e per questo particolarmente interessante. Börne subisce una grande fascinazione dallâ apertura di Parigi verso la modernità ed il progresso, che, agli occhi di un tedesco, abituato a realtà urbane ben più modeste, la rende una città del futuro da ogni punto di vista: sociale, politico, culturale, economico, architettonico, urbanistico. Tuttavia, egli riesce anche a mostrare le storture che tali dinamiche possono produrre, riecheggiando un pensiero di matrice roussoiana, ed avvicinandosi con alcune intuizioni al pensiero di Marx, di Benjamin e di Simmel. Di fronte a tali deformazioni, Börne si ritrae e reagisce con il rifiuto: la grande città lo spinge a cercare l' isolamento e ad innalzare una serie di barriere intellettuali tra sè e la metropoli, nella paura di venirne travolto o contaminato. Per questo in molti dei suoi scritti egli appare spettatore distaccato della città , che viene ridotta ad oggetto d' analisi, e non viene mai esperita nella sua vitalità
L'immagine di Parigi nell'opera di Ludwig Boerne
FERRARO, ALESSIA
2013
Abstract
Ludwig Börne, scrittore pubblicista della Germania del Vormärz di orientamento liberale, e' stato ingiustamente trascurato dalla critica, che da sempre non vi vede che una debole controfigura di Heine e col tempo lo ha imprigionato nello stereotipo del giacobino rivoluzionario interessato solo ai fatti politici. Di certo il confronto con la politica costituisce uno dei perni fondamentali della sua opera, ma una visione che ne faccia l'unico punto di partenza per un' indagine sugli scritti dell'autore appare riduttiva. La raffinata sensibilita' di Börne va ben oltre il fatto politico in sè, riuscendo a cogliere e rielaborare letterariamente molti aspetti centrali, positivi come anche negativi, spesso ambigui e contraddittori della temperie sociale e culturale dellâ epoca, in cui andava dispiegandosi la nascente modernità. All'epoca in cui scrive Börne il simbolo del progresso è incarnato da Parigi, che con i suoi 700 0000 abitanti, è la più grande metropoli d' Europa. La capitale francese aveva sempre attirato l' attenzione di intellettuali ed artisti da tutta Europa, compresi molti tedeschi. Questi intellettuali avevano poi prodotto una serie di scritti su Parigi, pubblicati poi in Germania, soprattutto lettere e resoconti di viaggio, che avevano alla fine dato vita ad una cosiddetta Parisliteratur. In questi testi Parigi viene di volta in volta tratteggiata secondo gli aspetti che avevano destato l'interesse o impressionato la sensibilità di chi la visitava: Forster, che vi si reca per motivi politici durante la rivoluzione francese, ne analizza le strutture e ne coglie gli aspetti accentratori. Kleist, che ne parla nelle lettere private, la subisce come una realtà alienante, depersonalizzante e disumana. Börne stesso, che vi si reca due volte, per tornarci definitivamente una terza, mostra di avere con la metropoli un rapporto complesso e caratterizzato dall'ambivalenza, e per questo particolarmente interessante. Börne subisce una grande fascinazione dallâ apertura di Parigi verso la modernità ed il progresso, che, agli occhi di un tedesco, abituato a realtà urbane ben più modeste, la rende una città del futuro da ogni punto di vista: sociale, politico, culturale, economico, architettonico, urbanistico. Tuttavia, egli riesce anche a mostrare le storture che tali dinamiche possono produrre, riecheggiando un pensiero di matrice roussoiana, ed avvicinandosi con alcune intuizioni al pensiero di Marx, di Benjamin e di Simmel. Di fronte a tali deformazioni, Börne si ritrae e reagisce con il rifiuto: la grande città lo spinge a cercare l' isolamento e ad innalzare una serie di barriere intellettuali tra sè e la metropoli, nella paura di venirne travolto o contaminato. Per questo in molti dei suoi scritti egli appare spettatore distaccato della città , che viene ridotta ad oggetto d' analisi, e non viene mai esperita nella sua vitalitàFile | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/81428
URN:NBN:IT:UNIPD-81428