Lo studio dei pianeti extrasolari (o "esopianeti") è una branca della ricerca astronomica molto giovane e in rapidissima evoluzione. Il lavoro svolto nella presente tesi riguarda principalmente lo sviluppo di nuove tecniche di osservazione e di riduzione e analisi dati al fine di 1) caratterizzare pianeti extrasolari transitanti già noti attraverso fotometria differenziale di alta precisione, condotta da terra; e 2) fare uso degli stessi dati per cercare nuovi corpi in sistemi planetari già noti, sfruttando una tecnica di analisi nota come TTV (Transit Time Variation: variazione dei tempi di transito). Per entrambi gli scopi, ho sviluppato strumenti software indipendenti e mirati al fine di minimizzare o correggere ogni sorgente rilevante di errori sistematici (noto anche come "correlated noise" o "red noise"). Gran parte della mia tesi è focalizzata sulla progettazione e implementazione del progetto TASTE, una campagna osservativa multisito e a lungo termine per monitorare un campione selezionato di esopianeti con telescopi terrestri di classe piccola e media. Il contenuto di ciascun capitolo è riassunto in seguito. 1) Introduzione. In questo capitolo tratterò in breve la situazione attuale della ricerca sugli esopianeti, comprendente anche una panoramica sulle principali tecniche finora impiegate per rivelare e caratterizzare pianeti extrasolari. Quindi passerò a discutere perché e come la comunità scientifica si sta orientando verso la ricerca di pianeti sempre più piccoli e leggeri attorno a stelle brillanti, e illustrerò le tecniche sviluppate per aggirare i limiti attualmente imposti dagli strumenti. In particolare, descriverò in cosa consiste la tecnica TTV, quali sono i principi teorici sui quali si fonda e come questi possano essere applicati a misure reali. Passerò infine in rassegna i primi risultati ottenuti applicando questo metodo, sia da strumentazioni terrestri che dalle missioni spaziali Kepler e CoRoT. 2) Implementazione del progetto TASTE. In questo capitolo descriverò la progettazione e l'implementazione di TASTE nella configurazione originaria: ovvero, come un progetto concepito per un singolo telescopio (il riflettore Copernico da 1.82m presso l'Osservatorio Astrofisico di Asiago). Discuterò i requisiti tecnici imposti, i criteri adottati per la selezione del campione di oggetti, la strategia osservativa e la prima versione della pipeline software STARSKY, ottimizzata per eseguire fotometria differenziale di apertura su immagini appositamente sfuocate. Presenterò le prime curve di luce pubblicate da TASTE, dei pianeti cosiddetti "hot Jupiters" HAT-P-3b e HAT-P-14b, e dimostrerò che esse raggiungono l'accuratezza fotometrica necessaria per rilevare con la tecnica TTV pianeti perturbatori di massa terrestre, nel caso questi ultimi siano bloccati in una risonanza orbitale di basso ordine, come 3:2 o 2:1. Questo capitolo è basato sull'articolo: V. Nascimbeni, G. Piotto, L. R. Bedin, M. Damasso (2011): TASTE: The Asiago Search for Transit timing variations of Exoplanets. I. Overview and improved parameters for HAT-P-3b and HAT-P-14b, A&A, 527, A85. 3) Un nuovo studio osservativo di HAT-P-13b. In questo capitolo presenterò il primo studio TTV osservativo pubblicato dalla collaborazione TASTE. Questo lavoro è stato stimolato da un articolo di Pal et al. (2011) che rivendicava la scoperta di un considerevole segnale TTV nei transiti del pianeta HAT-P-13b (un caso interessante di "hot Jupiter" ospitato da un sistema planetario multiplo). Mostrerò che i dati raccolti da TASTE sono in accordo con le misure di Pal et al. (2011), il che conforta --assieme ad altri dati di archivio-- la possibile presenza di un segnale TTV periodico. Infine metterò in evidenza che lavori più recenti (Southworth et al. 2012, Fulton et al. 2012) hanno tentato di dimostrare che molte misure condotte in passato sono state pubblicate con errori di gran lunga sottostimati, a causa della presenza di red noise trascurato durante la fase di analisi di dati. Per questo motivo, oggi si ritiene probabile che la rivendicazione di Pal et al. (2011) sia spuria. Questo capitolo è basato sull'articolo: V. Nascimbeni, G. Piotto, L. R. Bedin, M. Damasso, L. Malavolta, L. Borsato (2011) TASTE II. A new observational study of transit time variations in HAT-P-13b, A&A, 532, A24. 4) Un'analisi omogenea del sistema WASP-3. In questo capitolo presenterò il primo lavoro del progetto TASTE basato su osservazioni condotte presso l'Observatorio del Teide dell'Instituto de Astrofisica de Canarias (IAC): sei curve di luce ad alta precisione ottenute con il telescopio IAC-80. Descriverò l'analisi approfondita che è stata svolta sia su dati di archivio che sulle nostre misure, facendo uso di tecniche e software di riduzione/analisi omogenei. Lo scopo è di derivare parametri del pianeta e misure di tempo di transito in modo completamente autoconsistente. Illustrerò come l'insieme dei dati disponibili non sia in accordo con il presunto segnale TTV periodico rivendicato da Maciejewski et al. (2010). Al contrario, dimostrerò che la dispersione delle misure TTV è statisticamente significativa, sebbene priva di qualsiasi tipo di periodicità rivelabile. Passerò quindi a discutere le possibili cause di questo comportamento, presentando un'effemeride aggiornata per WASP-3b e ricavando per lo stesso parametri fisici e orbitali aggiornati. Questo capitolo è basato sull'articolo: V. Nascimbeni, A. Cunial, S. Murabito, P. V. Sada, A. Aparicio, G. Piotto, L. R. Bedin, A. P. Milone, A. Rosenberg, L. Borsato, M. Damasso, V. Granata, and L. Malavolta (2012) TASTE III. A homogeneous study of transit time variations in WASP-3b, A&A, submitted. 5) Parametri fisici e orbitali di WASP-1b e HAT-P-20b. In questo capitolo analizzerò quattro curve di luce di alta precisione ottenute serendipicamente con il telescopio da 1.82m di Asiago (un transito di WASP-1b e tre transiti completi di HAT-P-20b). Rianalizzando anche i più accurati dati di archivio attualmente disponibili, derivererò un'effemeride e dei parametri fisici e orbitali più precisi per entrambi i pianeti. Nessuno dei due mostra un segnale TTV significativo. Discuterò infine quali limiti superiori possono essere stimati riguardo alla massa di un ipotetico pianeta perturbatore in base a questa misura nulla. Questo capitolo è basato sull'articolo: V. Granata, V. Nascimbeni, G. Piotto, L. R. Bedin, L. Borsato, M. Damasso, L. Malavolta (2012) TASTE IV. Refined ephemeris and parameters for WASP-1b and HAT-P-20b, A&A, in preparation. 6) Una ricerca di pianeti in NGC 6397 In questo capitolo descriverò una ricerca di pianeti transitanti e stelle variabili condotta in un campo stellare periferico dell'ammasso globulare NGC 6397, sfruttando osservazioni di archivio del telescopio spaziale Hubble. Il campione principale è costituito da un insieme di ~2200 nane rosse appartenenti all'ammasso. Descriverò gli algoritmi che ho sviluppato per correggere gli errori fotometrici sistematici presenti in un insieme di 252 immagini ultraprofonde riprese con la camera ACS nel 2006. Poiché non sono stati rivelati transiti, discuterò la significatività di questo risultato nullo. Infine, descriverò e caratterizzerò dodici stelle variabili di diverse tipologie scoperte per la prima volta. Tutte queste variabili sono sorgenti di campo, non appartenenti all'ammasso. Questo capitolo è basato sull'articolo: V. Nascimbeni, L. R. Bedin, G. Piotto, F. De Marchi, R. M. Rich (2012) An HST search for planets in the lower Main Sequence of the globular cluster NGC 6397, A&A, 541, A144. 7) Selezione del campo di vista di PLATO Nell'ultimo capitolo passerò in rassegna il lavoro che mi ha visto coinvolto nello studio preparatorio per PLATO. PLATO è una missione spaziale proposta all'ESA che cercherà principalmente pianeti "abitabili" di piccola massa attorno a stelle brillanti, coprendo alla fine della missione un angolo sferico pari al ~40% dell'intero cielo. I target adatti comprendono stelle nane e subgiganti di tipo spettrale F5V e più freddi, più brillanti della magnitudine V~13. Tali target devono essere selezionati prima dell'inizio della missione vera e propria, pertanto è necessaria una classificazione stellare su tutto il cielo, e molto più profonda di quelle attualmente disponibili. All'interno del gruppo di lavoro WP 131210 ("Analysis of photometric and astrometric catalogues") ho investigato la fattibilità e l'affidabilità delle tecniche di classificazione stellare basate sui cataloghi fotometrici e astrometrici, sia quelli disponibili che quelli di prossima realizzazione.
New techniques to detect and characterize transiting exoplanets
NASCIMBENI, VALERIO
2012
Abstract
Lo studio dei pianeti extrasolari (o "esopianeti") è una branca della ricerca astronomica molto giovane e in rapidissima evoluzione. Il lavoro svolto nella presente tesi riguarda principalmente lo sviluppo di nuove tecniche di osservazione e di riduzione e analisi dati al fine di 1) caratterizzare pianeti extrasolari transitanti già noti attraverso fotometria differenziale di alta precisione, condotta da terra; e 2) fare uso degli stessi dati per cercare nuovi corpi in sistemi planetari già noti, sfruttando una tecnica di analisi nota come TTV (Transit Time Variation: variazione dei tempi di transito). Per entrambi gli scopi, ho sviluppato strumenti software indipendenti e mirati al fine di minimizzare o correggere ogni sorgente rilevante di errori sistematici (noto anche come "correlated noise" o "red noise"). Gran parte della mia tesi è focalizzata sulla progettazione e implementazione del progetto TASTE, una campagna osservativa multisito e a lungo termine per monitorare un campione selezionato di esopianeti con telescopi terrestri di classe piccola e media. Il contenuto di ciascun capitolo è riassunto in seguito. 1) Introduzione. In questo capitolo tratterò in breve la situazione attuale della ricerca sugli esopianeti, comprendente anche una panoramica sulle principali tecniche finora impiegate per rivelare e caratterizzare pianeti extrasolari. Quindi passerò a discutere perché e come la comunità scientifica si sta orientando verso la ricerca di pianeti sempre più piccoli e leggeri attorno a stelle brillanti, e illustrerò le tecniche sviluppate per aggirare i limiti attualmente imposti dagli strumenti. In particolare, descriverò in cosa consiste la tecnica TTV, quali sono i principi teorici sui quali si fonda e come questi possano essere applicati a misure reali. Passerò infine in rassegna i primi risultati ottenuti applicando questo metodo, sia da strumentazioni terrestri che dalle missioni spaziali Kepler e CoRoT. 2) Implementazione del progetto TASTE. In questo capitolo descriverò la progettazione e l'implementazione di TASTE nella configurazione originaria: ovvero, come un progetto concepito per un singolo telescopio (il riflettore Copernico da 1.82m presso l'Osservatorio Astrofisico di Asiago). Discuterò i requisiti tecnici imposti, i criteri adottati per la selezione del campione di oggetti, la strategia osservativa e la prima versione della pipeline software STARSKY, ottimizzata per eseguire fotometria differenziale di apertura su immagini appositamente sfuocate. Presenterò le prime curve di luce pubblicate da TASTE, dei pianeti cosiddetti "hot Jupiters" HAT-P-3b e HAT-P-14b, e dimostrerò che esse raggiungono l'accuratezza fotometrica necessaria per rilevare con la tecnica TTV pianeti perturbatori di massa terrestre, nel caso questi ultimi siano bloccati in una risonanza orbitale di basso ordine, come 3:2 o 2:1. Questo capitolo è basato sull'articolo: V. Nascimbeni, G. Piotto, L. R. Bedin, M. Damasso (2011): TASTE: The Asiago Search for Transit timing variations of Exoplanets. I. Overview and improved parameters for HAT-P-3b and HAT-P-14b, A&A, 527, A85. 3) Un nuovo studio osservativo di HAT-P-13b. In questo capitolo presenterò il primo studio TTV osservativo pubblicato dalla collaborazione TASTE. Questo lavoro è stato stimolato da un articolo di Pal et al. (2011) che rivendicava la scoperta di un considerevole segnale TTV nei transiti del pianeta HAT-P-13b (un caso interessante di "hot Jupiter" ospitato da un sistema planetario multiplo). Mostrerò che i dati raccolti da TASTE sono in accordo con le misure di Pal et al. (2011), il che conforta --assieme ad altri dati di archivio-- la possibile presenza di un segnale TTV periodico. Infine metterò in evidenza che lavori più recenti (Southworth et al. 2012, Fulton et al. 2012) hanno tentato di dimostrare che molte misure condotte in passato sono state pubblicate con errori di gran lunga sottostimati, a causa della presenza di red noise trascurato durante la fase di analisi di dati. Per questo motivo, oggi si ritiene probabile che la rivendicazione di Pal et al. (2011) sia spuria. Questo capitolo è basato sull'articolo: V. Nascimbeni, G. Piotto, L. R. Bedin, M. Damasso, L. Malavolta, L. Borsato (2011) TASTE II. A new observational study of transit time variations in HAT-P-13b, A&A, 532, A24. 4) Un'analisi omogenea del sistema WASP-3. In questo capitolo presenterò il primo lavoro del progetto TASTE basato su osservazioni condotte presso l'Observatorio del Teide dell'Instituto de Astrofisica de Canarias (IAC): sei curve di luce ad alta precisione ottenute con il telescopio IAC-80. Descriverò l'analisi approfondita che è stata svolta sia su dati di archivio che sulle nostre misure, facendo uso di tecniche e software di riduzione/analisi omogenei. Lo scopo è di derivare parametri del pianeta e misure di tempo di transito in modo completamente autoconsistente. Illustrerò come l'insieme dei dati disponibili non sia in accordo con il presunto segnale TTV periodico rivendicato da Maciejewski et al. (2010). Al contrario, dimostrerò che la dispersione delle misure TTV è statisticamente significativa, sebbene priva di qualsiasi tipo di periodicità rivelabile. Passerò quindi a discutere le possibili cause di questo comportamento, presentando un'effemeride aggiornata per WASP-3b e ricavando per lo stesso parametri fisici e orbitali aggiornati. Questo capitolo è basato sull'articolo: V. Nascimbeni, A. Cunial, S. Murabito, P. V. Sada, A. Aparicio, G. Piotto, L. R. Bedin, A. P. Milone, A. Rosenberg, L. Borsato, M. Damasso, V. Granata, and L. Malavolta (2012) TASTE III. A homogeneous study of transit time variations in WASP-3b, A&A, submitted. 5) Parametri fisici e orbitali di WASP-1b e HAT-P-20b. In questo capitolo analizzerò quattro curve di luce di alta precisione ottenute serendipicamente con il telescopio da 1.82m di Asiago (un transito di WASP-1b e tre transiti completi di HAT-P-20b). Rianalizzando anche i più accurati dati di archivio attualmente disponibili, derivererò un'effemeride e dei parametri fisici e orbitali più precisi per entrambi i pianeti. Nessuno dei due mostra un segnale TTV significativo. Discuterò infine quali limiti superiori possono essere stimati riguardo alla massa di un ipotetico pianeta perturbatore in base a questa misura nulla. Questo capitolo è basato sull'articolo: V. Granata, V. Nascimbeni, G. Piotto, L. R. Bedin, L. Borsato, M. Damasso, L. Malavolta (2012) TASTE IV. Refined ephemeris and parameters for WASP-1b and HAT-P-20b, A&A, in preparation. 6) Una ricerca di pianeti in NGC 6397 In questo capitolo descriverò una ricerca di pianeti transitanti e stelle variabili condotta in un campo stellare periferico dell'ammasso globulare NGC 6397, sfruttando osservazioni di archivio del telescopio spaziale Hubble. Il campione principale è costituito da un insieme di ~2200 nane rosse appartenenti all'ammasso. Descriverò gli algoritmi che ho sviluppato per correggere gli errori fotometrici sistematici presenti in un insieme di 252 immagini ultraprofonde riprese con la camera ACS nel 2006. Poiché non sono stati rivelati transiti, discuterò la significatività di questo risultato nullo. Infine, descriverò e caratterizzerò dodici stelle variabili di diverse tipologie scoperte per la prima volta. Tutte queste variabili sono sorgenti di campo, non appartenenti all'ammasso. Questo capitolo è basato sull'articolo: V. Nascimbeni, L. R. Bedin, G. Piotto, F. De Marchi, R. M. Rich (2012) An HST search for planets in the lower Main Sequence of the globular cluster NGC 6397, A&A, 541, A144. 7) Selezione del campo di vista di PLATO Nell'ultimo capitolo passerò in rassegna il lavoro che mi ha visto coinvolto nello studio preparatorio per PLATO. PLATO è una missione spaziale proposta all'ESA che cercherà principalmente pianeti "abitabili" di piccola massa attorno a stelle brillanti, coprendo alla fine della missione un angolo sferico pari al ~40% dell'intero cielo. I target adatti comprendono stelle nane e subgiganti di tipo spettrale F5V e più freddi, più brillanti della magnitudine V~13. Tali target devono essere selezionati prima dell'inizio della missione vera e propria, pertanto è necessaria una classificazione stellare su tutto il cielo, e molto più profonda di quelle attualmente disponibili. All'interno del gruppo di lavoro WP 131210 ("Analysis of photometric and astrometric catalogues") ho investigato la fattibilità e l'affidabilità delle tecniche di classificazione stellare basate sui cataloghi fotometrici e astrometrici, sia quelli disponibili che quelli di prossima realizzazione.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/81544
URN:NBN:IT:UNIPD-81544