I poliossometallati (POMs) sono una classe di composti a base di ossidi polianionici discreti che presentano potenzialità di utilizzo in campi diversi, quali la catalisi, la scienza dei materiali e la medicina. Tali composti possono essere rappresentati da due formule generali: (a) [MmOy]p- isopolianioni; (b)[XxMmOy]q- eteropolianioni, dove M è un metallo delle serie di transizione (solitamente V, Mo o W) mentre X può essere un non metallo (P, Si, Ge, As, Sb, Te, etc.), o un diverso metallo di transizione. La diversità strutturale e di composizione che caratterizza i POMs, si riflette in un ampio spettro di proprietà, controllabili a livello molecolare, che coinvolgono forma, potenziale redox, distribuzione della carica superficiale, acidità e solubilità. In particolare, una delle possibili modificazioni della struttura di un poliossometallato consiste nella preparazione di un complesso vacante. Poichè tali derivati presentano dei difetti strutturali sulla loro superficie, caratterizzati dalla presenza di atomi di ossigeno con reattività nucleofila, possono essere sfruttati per preparare complessi ibridi organici-inorganici. Infatti, gli atomi di ossigeno che si trovano in prossimità della lacuna vengono funzionalizzati mediante reazioni con reagenti elettrofili per dare legami O-X-R, dove X = As, P, Si, Sn, e R = residuo organico. In questo modo, la funzionalizzazione di POMs con residui organici consente lo sviluppo di molecole e materiali ibridi che possono presentare diverse funzionalità. Per esempio, l'associazione di residui organici/organometallici ai poliossoanioni ha consentito lo sviluppo di aggregati supramolecolari estesi e di sistemi innovativi con applicazioni catalitiche bifunzionali e avanzate. Sulla base di queste premesse, in questo lavoro di tesi, sono state quindi studiate nuove strategie di sintesi, per la preparazione di derivati ibridi luminescenti basati su poliossometallati contenenti cromofori, quali dansile, pirene e fluoresceina e legati covalentemente al POM come organosilani (con formula generale (nBu4N)4[(R-Si)2O(gamma-SiW10O36)]) o come fosfonati chirali (con formula generale (nBu4N)3Na2[(R*PO)2(alfa-A-PW9O34)]). Nella strategia di funzionalizzazione, l’uso di un sale di tetrabutilammonio (nBu4NBr) promuove la solubilizzazione del POM in CH3CN. I derivati ibridi ottenuti sono stati caratterizzati allo stato solido ed in soluzione utilizzando una combinazione di tecniche diverse (NMR multinucleare, FT-IR, ESI-MS). La caratterizzazione ha suggerito una bis-funzionalizzazione dello scaffold inorganico: due molecole dello stesso fluoroforo organico sono ancorate sulla superficie del POM secondo un arrangiamento a tweezer. Sono state, quindi, studiate le proprietà ottiche e chiroottiche dei derivati ibridi luminescenti preparati e, in particolare, mediante indagini di fluorescenza, è stato possibile studiare la loro capacità come sensori verso ioni metallici (Cu2+ e Pb2+) e molecole organiche. I sistemi luminescenti proposti potranno essere utilizzati in diversi ambiti applicativi: sensoristica, catalisi, nanoelettronica, e fotochimica. Inoltre, considerando il potenziale utilizzo dei POMs in ambito biomedico, che include possibile attività antibatterica, antivirale e antitumorale, la loro associazione con domini organici e leganti è di interesse anche per disegnare nuove strategie di delivery e di targeting. In particolare, POMs ibridi luminescenti, possono essere utilizzati per il bio-imaging, consentendo anche lo sviluppo di protocolli terapeutici innovativi. A tale proposito, quindi, sono stati investigati i fenomeni di aggregazione e la stabilità dei poliossanioni in soluzione fisiologica mediante indagini di dynamic light scattering (DLS), microscopia a scansione elettronica (SEM) e microscopia a trasmissione elettronica (TEM). Le analisi hanno permesso di evidenziare, per tali derivati, la formazione di aggregati sferici con un' amplia distribuzione delle dimensioni. Inoltre, poichè la luminescenza di questi sistemi viene mantenuta anche in condizioni fisiologiche, essi sono stati veicolati all'interno delle cellule, e localizzati in diverse regioni subcellulari, come nei nucleosomi e nei mitocondri. Studi dell' attività biologica dei POMs ibridi hanno, in seguito, mostrato una ridotta tossicità a basse dosi. Questi risultati sono molto promettenti in quanto potrebbero aprire la strada all' utilizzo di POM ibridi, come farmaci o supporti biologici per molecole bioattive, in nanomedicina. Poichè, inoltre, la preparazione di derivati ibridi potrebbe essere una potente strategia per l'introduzione di siti di riconoscimento molecolare e il miglioramento della biocompatibilità del derivato stesso, sono stati condotti anche studi di interazione tra POMs e POMs ibridi con importanti macromolecole biologiche, come la ferritina e l'avidina. Ad esempio, abbiamo studiato l' interazione ionica fra due diversi tipi di POM, contenenti rispettivamente Ru(IV) (RuPOM) e Eu(III) (EuPOM), con la proteina ferritina (Ftn) mediante la combinazione di diverse tecniche che hanno incluso: DLS, zeta-potential, ITC (calorimetria isotermica di titolazione), fluorimetria, CD (dicroismo circolare) e TEM. In particolare, abbiamo osservato il completo quenching della luminescenza dei residui di triptofano, in seguito all' aggiunta di >24 equivalenti di POM, dovuto, probabilmente, a trasferimenti energetici tra il POM e la macromolecola. Infine, l'integrità della proteina è stata verificata mediante analisi DLS e CD. Inoltre, è stato preparato un POM ibrido biologico contenente due molecole di biotina, al fine di valutare la sua capacità di interazione con la proteina avidina. In particolare, questo tipo di studio ha permesso di investigare la possibilità di confinare POM ibridi in corrispondenza di siti specifici di legame delle proteina e di esplorare la progettazione di nuovi sistemi bioconiugati con proprietà di riconoscimento molecolare, sfruttabili in terapie di targeting. Infine, è stata studiata una strategia di sintesi di un complesso di iridio, contenente come legante un poliossoanione ibrido funzionalizzato con un gruppo imidazolico. Questo lavoro è stato svolto nel laboratori di ricerca del Prof. Martin Albrecht presso University College of Dublin, Dublino, Irlanda. In questo caso, Il POM ibrido, preparato è stato sperimentato nella riduzione di gruppi carbonilici, mediante trasferimento di atomi di idrogeno da agenti riducenti sacrificali (iPrOH). La riduzione di benzofenone a difenil metanolo in iPrOH è stata, quindi, utilizzata come reazione modello per investigare l'attività catalitica del complesso. In particolare, è stato possibile ottenere una conversione completa dopo 120 min, utilizzando tBuOK come base.

Functional molecular hybrids based on polyoxometalates: catalytic and biological studies

MODUGNO, GLORIA
2013

Abstract

I poliossometallati (POMs) sono una classe di composti a base di ossidi polianionici discreti che presentano potenzialità di utilizzo in campi diversi, quali la catalisi, la scienza dei materiali e la medicina. Tali composti possono essere rappresentati da due formule generali: (a) [MmOy]p- isopolianioni; (b)[XxMmOy]q- eteropolianioni, dove M è un metallo delle serie di transizione (solitamente V, Mo o W) mentre X può essere un non metallo (P, Si, Ge, As, Sb, Te, etc.), o un diverso metallo di transizione. La diversità strutturale e di composizione che caratterizza i POMs, si riflette in un ampio spettro di proprietà, controllabili a livello molecolare, che coinvolgono forma, potenziale redox, distribuzione della carica superficiale, acidità e solubilità. In particolare, una delle possibili modificazioni della struttura di un poliossometallato consiste nella preparazione di un complesso vacante. Poichè tali derivati presentano dei difetti strutturali sulla loro superficie, caratterizzati dalla presenza di atomi di ossigeno con reattività nucleofila, possono essere sfruttati per preparare complessi ibridi organici-inorganici. Infatti, gli atomi di ossigeno che si trovano in prossimità della lacuna vengono funzionalizzati mediante reazioni con reagenti elettrofili per dare legami O-X-R, dove X = As, P, Si, Sn, e R = residuo organico. In questo modo, la funzionalizzazione di POMs con residui organici consente lo sviluppo di molecole e materiali ibridi che possono presentare diverse funzionalità. Per esempio, l'associazione di residui organici/organometallici ai poliossoanioni ha consentito lo sviluppo di aggregati supramolecolari estesi e di sistemi innovativi con applicazioni catalitiche bifunzionali e avanzate. Sulla base di queste premesse, in questo lavoro di tesi, sono state quindi studiate nuove strategie di sintesi, per la preparazione di derivati ibridi luminescenti basati su poliossometallati contenenti cromofori, quali dansile, pirene e fluoresceina e legati covalentemente al POM come organosilani (con formula generale (nBu4N)4[(R-Si)2O(gamma-SiW10O36)]) o come fosfonati chirali (con formula generale (nBu4N)3Na2[(R*PO)2(alfa-A-PW9O34)]). Nella strategia di funzionalizzazione, l’uso di un sale di tetrabutilammonio (nBu4NBr) promuove la solubilizzazione del POM in CH3CN. I derivati ibridi ottenuti sono stati caratterizzati allo stato solido ed in soluzione utilizzando una combinazione di tecniche diverse (NMR multinucleare, FT-IR, ESI-MS). La caratterizzazione ha suggerito una bis-funzionalizzazione dello scaffold inorganico: due molecole dello stesso fluoroforo organico sono ancorate sulla superficie del POM secondo un arrangiamento a tweezer. Sono state, quindi, studiate le proprietà ottiche e chiroottiche dei derivati ibridi luminescenti preparati e, in particolare, mediante indagini di fluorescenza, è stato possibile studiare la loro capacità come sensori verso ioni metallici (Cu2+ e Pb2+) e molecole organiche. I sistemi luminescenti proposti potranno essere utilizzati in diversi ambiti applicativi: sensoristica, catalisi, nanoelettronica, e fotochimica. Inoltre, considerando il potenziale utilizzo dei POMs in ambito biomedico, che include possibile attività antibatterica, antivirale e antitumorale, la loro associazione con domini organici e leganti è di interesse anche per disegnare nuove strategie di delivery e di targeting. In particolare, POMs ibridi luminescenti, possono essere utilizzati per il bio-imaging, consentendo anche lo sviluppo di protocolli terapeutici innovativi. A tale proposito, quindi, sono stati investigati i fenomeni di aggregazione e la stabilità dei poliossanioni in soluzione fisiologica mediante indagini di dynamic light scattering (DLS), microscopia a scansione elettronica (SEM) e microscopia a trasmissione elettronica (TEM). Le analisi hanno permesso di evidenziare, per tali derivati, la formazione di aggregati sferici con un' amplia distribuzione delle dimensioni. Inoltre, poichè la luminescenza di questi sistemi viene mantenuta anche in condizioni fisiologiche, essi sono stati veicolati all'interno delle cellule, e localizzati in diverse regioni subcellulari, come nei nucleosomi e nei mitocondri. Studi dell' attività biologica dei POMs ibridi hanno, in seguito, mostrato una ridotta tossicità a basse dosi. Questi risultati sono molto promettenti in quanto potrebbero aprire la strada all' utilizzo di POM ibridi, come farmaci o supporti biologici per molecole bioattive, in nanomedicina. Poichè, inoltre, la preparazione di derivati ibridi potrebbe essere una potente strategia per l'introduzione di siti di riconoscimento molecolare e il miglioramento della biocompatibilità del derivato stesso, sono stati condotti anche studi di interazione tra POMs e POMs ibridi con importanti macromolecole biologiche, come la ferritina e l'avidina. Ad esempio, abbiamo studiato l' interazione ionica fra due diversi tipi di POM, contenenti rispettivamente Ru(IV) (RuPOM) e Eu(III) (EuPOM), con la proteina ferritina (Ftn) mediante la combinazione di diverse tecniche che hanno incluso: DLS, zeta-potential, ITC (calorimetria isotermica di titolazione), fluorimetria, CD (dicroismo circolare) e TEM. In particolare, abbiamo osservato il completo quenching della luminescenza dei residui di triptofano, in seguito all' aggiunta di >24 equivalenti di POM, dovuto, probabilmente, a trasferimenti energetici tra il POM e la macromolecola. Infine, l'integrità della proteina è stata verificata mediante analisi DLS e CD. Inoltre, è stato preparato un POM ibrido biologico contenente due molecole di biotina, al fine di valutare la sua capacità di interazione con la proteina avidina. In particolare, questo tipo di studio ha permesso di investigare la possibilità di confinare POM ibridi in corrispondenza di siti specifici di legame delle proteina e di esplorare la progettazione di nuovi sistemi bioconiugati con proprietà di riconoscimento molecolare, sfruttabili in terapie di targeting. Infine, è stata studiata una strategia di sintesi di un complesso di iridio, contenente come legante un poliossoanione ibrido funzionalizzato con un gruppo imidazolico. Questo lavoro è stato svolto nel laboratori di ricerca del Prof. Martin Albrecht presso University College of Dublin, Dublino, Irlanda. In questo caso, Il POM ibrido, preparato è stato sperimentato nella riduzione di gruppi carbonilici, mediante trasferimento di atomi di idrogeno da agenti riducenti sacrificali (iPrOH). La riduzione di benzofenone a difenil metanolo in iPrOH è stata, quindi, utilizzata come reazione modello per investigare l'attività catalitica del complesso. In particolare, è stato possibile ottenere una conversione completa dopo 120 min, utilizzando tBuOK come base.
20-gen-2013
Inglese
polyoxometalates, hybrids, luminescence, sensing, cellular uptake, transfer hydrogenation, poliossometallati, ibridi, luminescenza, sensori, assorbimento cellulare, trasferimento di idrogeno
CARRARO, MAURO
POLIMENO, ANTONINO
Università degli studi di Padova
197
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Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPD-81567