La ricerca si è posta come primo obiettivo quello di definire in modo critico la genesi dei palazzi del potere, quale tipologia architettonica manifestatasi nel fervore costruttivo dell’età dei Comuni ed espressione di una nuova ideologia laica. Nella prima parte si è voluto circoscrivere una precisa area d’interesse, limitata ai comuni del Nord Italia, nel periodo compreso tra il XII e il XIV secolo, per procedere all’identificazione degli aspetti collettivi dell’età comunale attraverso un’analisi dettagliata del fenomeno legato all’urbanistica e all’architettura delle nuove città. La ricerca è giunta a definire le principali caratteristiche del palazzo del potere nord italiano, come espressione di un’arte comunale, che trova suggestioni soprattutto nella più antica tradizione classica del palatium. Successivamente lo studio ha preso in esame nello specifico il monumento simbolo del potere comunale patavino: il Palazzo della Ragione, detto il “Salone”, presentandone una ricostruzione delle fasi edilizie dalla prima domus communis, di cui se ne propone una nuova localizzazione, fino all’imponente edificio trecentesco. Nel secondo capitolo si ripercorrono tutte le fonti storiche esistenti e si confrontano con le tracce archeologiche conosciute e gli assetti murari sopravvissuti ed inglobati nell’edificio successivo. Si giunge ad una ricostruzione puntuale del palazzo duecentesco che nella sua forma originale viene confrontato con gli edifici coevi presenti nel panorama nord italiano, per coglierne affinità ed originalità. La terza ed ultima area d’indagine analizza l’ampliamento del Palazzo della Ragione di Padova ad opera del frate agostiniano Giovanni degli Eremitani nel 1306, con una particolare attenzione rivolta alla copertura a padiglione eseguita come grande chiglia di nave capovolta a doppio scafo, espressione di un elaborato calcolo di stabilità e sicurezza ingegneristica, data dall’esperienza di un modello probabilmente già eseguito e collaudato. Nel corso della ricerca si delinea in modo puntuale l’origine e la diffusione in ambito Veneto del soffitto a carena di nave, trovando in quello padovano il primo esempio monumentale. Le analisi sulle tecniche di lavorazione del legno hanno permesso d’ipotizzare un collegamento dell’architetto eremitano con l’ambiente monastico nord europeo di metà XIII secolo, per l’affinità di assemblaggio delle travi e per il generale impatto dell’edificio. Inoltre le fonti supportano questa tesi riferendoci che il frate fu un grande viaggiatore, come la maggior parte di quella nuova categoria di architetti d’estrazione prevalentemente monastica, che manifestano la loro originalità attraverso una nuova mobilità cosmopolita
Il Palazzo della Ragione di Padova: definizione di un'architettura del potere
CORTELLA, ELISABETTA
2012
Abstract
La ricerca si è posta come primo obiettivo quello di definire in modo critico la genesi dei palazzi del potere, quale tipologia architettonica manifestatasi nel fervore costruttivo dell’età dei Comuni ed espressione di una nuova ideologia laica. Nella prima parte si è voluto circoscrivere una precisa area d’interesse, limitata ai comuni del Nord Italia, nel periodo compreso tra il XII e il XIV secolo, per procedere all’identificazione degli aspetti collettivi dell’età comunale attraverso un’analisi dettagliata del fenomeno legato all’urbanistica e all’architettura delle nuove città. La ricerca è giunta a definire le principali caratteristiche del palazzo del potere nord italiano, come espressione di un’arte comunale, che trova suggestioni soprattutto nella più antica tradizione classica del palatium. Successivamente lo studio ha preso in esame nello specifico il monumento simbolo del potere comunale patavino: il Palazzo della Ragione, detto il “Salone”, presentandone una ricostruzione delle fasi edilizie dalla prima domus communis, di cui se ne propone una nuova localizzazione, fino all’imponente edificio trecentesco. Nel secondo capitolo si ripercorrono tutte le fonti storiche esistenti e si confrontano con le tracce archeologiche conosciute e gli assetti murari sopravvissuti ed inglobati nell’edificio successivo. Si giunge ad una ricostruzione puntuale del palazzo duecentesco che nella sua forma originale viene confrontato con gli edifici coevi presenti nel panorama nord italiano, per coglierne affinità ed originalità. La terza ed ultima area d’indagine analizza l’ampliamento del Palazzo della Ragione di Padova ad opera del frate agostiniano Giovanni degli Eremitani nel 1306, con una particolare attenzione rivolta alla copertura a padiglione eseguita come grande chiglia di nave capovolta a doppio scafo, espressione di un elaborato calcolo di stabilità e sicurezza ingegneristica, data dall’esperienza di un modello probabilmente già eseguito e collaudato. Nel corso della ricerca si delinea in modo puntuale l’origine e la diffusione in ambito Veneto del soffitto a carena di nave, trovando in quello padovano il primo esempio monumentale. Le analisi sulle tecniche di lavorazione del legno hanno permesso d’ipotizzare un collegamento dell’architetto eremitano con l’ambiente monastico nord europeo di metà XIII secolo, per l’affinità di assemblaggio delle travi e per il generale impatto dell’edificio. Inoltre le fonti supportano questa tesi riferendoci che il frate fu un grande viaggiatore, come la maggior parte di quella nuova categoria di architetti d’estrazione prevalentemente monastica, che manifestano la loro originalità attraverso una nuova mobilità cosmopolitaFile | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/82132
URN:NBN:IT:UNIPD-82132