I mitocondri rappresentano il sito principale di origine e smaltimento delle specie reattive dell'ossigeno (ROS). Una delle più importanti fonti mitocondriali di ROS è rappresentata dalle monoammino ossidasi (MAO). Le MAO sono flavoenzimi situati nella membrana mitocondriale esterna, che catalizzano la deaminazione ossidativa di ammine biogeniche, producendo aldeidi, ammoniaca e perossido d'idrogeno (H2O2). È stato dimostrato che questi prodotti contribuiscono allo stress ossidativo che si verifica in cuori soggetti a condizioni patologiche, come ad esempio l'ischemia riperfusione e lo scompenso da ipertrofia. Dato che gli inibitori per le MAO proteggono significativamente il cuore in questi modelli di danno cardiaco, abbiamo focalizzato la nostra attenzione sui meccanismi molecolari alla base dell'attivazione di questi enzimi. A questo scopo è stata analizzata (i) la disponibilità dei substrati per le MAO in condizioni di stress ossidativo o danno cardiaco, e sono state valutate (ii) le principali fonti cellulari per questi substrati nel cuore. Mediante spettrometria di massa (MS) sono state identificate diverse ammine, rese disponibili in due differenti protocolli sperimentali d'induzione di stress cardiaco ex vivo. Particolare attenzione è stata data alla N-tele-Metilistamina (NMH) ed il suo precursore istamina, che rappresentavano la maggiore frazione di ammine sul contenuto totale nel cuore in queste condizioni di stress. Quindi, è stato valutato il contributo delle cellule miocitiche e non, come possibili fonti di substrati per le MAO. Anzitutto sono stati considerati i terminali sinaptici che innervano il cuore, e quindi eliminati iniettando gli animali con una neurotossina, la 6-idrossidopamina (6-OH-DOPA). I risultati così ottenuti dimostrano il contributo dei terminali nell'aumentare la disponibilità di substrati per le MAO nel modello ex vivo sottoposto a stress ossidativo. Sucessivamente, abbiamo considerato i cardiomiociti isolati, in quanto anch'essi subiscono lo stress ossidativo dipendente dalle MAO. Infatti abbiamo dimostrato che i cardiomiociti soggetti a stress ossidativo sono in grado di sintetizzare substrati per le MAO, promuovendo l'attività dell'enzima. Si stabilisce così per la prima volta un'importante relazione tra il metabolismo dell'istamina e l'attività dell'enzima MAO in condizioni di danno cardiaco, la quale non comporta alcuna dipendenza da un eventuale recettore istaminergico. Questi risultati spiegano come lo stress cellulare possa indurre l'attività enzimatica dell'enzima MAO amplificando l'iniziale stress ossidativo. È stato ampiamente dimostrato che l'infiammazione insorge durante le malattie cardiache e non solo, inoltre che le cellule infiammatorie coinvolte come monociti (Mn), macrofagi (MF) e mastociti sono particolarmente rilevanti ed attive. Pertanto la nostra attenzione è stata incentrata dalle cellule fagocitarie in cui il ruolo dell'enzima MAO non è stato ancora definito. In primo luogo, è stato dimostrato che entrambe le isoforme MAO (A e B) sono espresse sia nei MF M1 che M2. Poi ci siamo focalizzati su MAO A, in quanto è risultata essere l'isoforma principalmente espressa, soprattutto nei MF M2. In seguito è stato caratterizzato il suo meccanismo d'induzione, considerando due diversi stimoli: l'LPS e la combinazione delle citochine anti-infiammatorie IL-4 ed IL-13 (IL-4 + IL-13). È noto che, durante i processi di differenziamento e di polarizzazione, i MF generino ROS, che inducono l'attivazione di diverse vie di segnale. Tuttavia, i meccanismi che inducono la formazione di questi ROS non sono stati caratterizzati. In questo lavoro è stato dimostrato per la prima volta che l'isoforma A dell'enzima MAO svolge un ruolo rilevante nel differenziamento e nell'attivazione dei MF M2, mediante la produzione di H2O2. Questi nuovi risultati nelle cellule fagocitiche suggeriscono che questo enzima potrebbe rappresentare un nuovo bersaglio per modulare il differenziamento e l'attivazione dei MF. In particolare, in condizioni patologiche la loro modulazione potrebbe limitare gli effetti collaterali legati all'infiammazione, come ad esempio la fibrosi, il rimodellamento cardiaco, e l'amplificazione dello stress ossidativo nel danno da ischemia/riperfusione.
Characterization of the activation of monoamine oxidases in conditions of cardiac damage and inflammation
Costiniti, Veronica
2017
Abstract
I mitocondri rappresentano il sito principale di origine e smaltimento delle specie reattive dell'ossigeno (ROS). Una delle più importanti fonti mitocondriali di ROS è rappresentata dalle monoammino ossidasi (MAO). Le MAO sono flavoenzimi situati nella membrana mitocondriale esterna, che catalizzano la deaminazione ossidativa di ammine biogeniche, producendo aldeidi, ammoniaca e perossido d'idrogeno (H2O2). È stato dimostrato che questi prodotti contribuiscono allo stress ossidativo che si verifica in cuori soggetti a condizioni patologiche, come ad esempio l'ischemia riperfusione e lo scompenso da ipertrofia. Dato che gli inibitori per le MAO proteggono significativamente il cuore in questi modelli di danno cardiaco, abbiamo focalizzato la nostra attenzione sui meccanismi molecolari alla base dell'attivazione di questi enzimi. A questo scopo è stata analizzata (i) la disponibilità dei substrati per le MAO in condizioni di stress ossidativo o danno cardiaco, e sono state valutate (ii) le principali fonti cellulari per questi substrati nel cuore. Mediante spettrometria di massa (MS) sono state identificate diverse ammine, rese disponibili in due differenti protocolli sperimentali d'induzione di stress cardiaco ex vivo. Particolare attenzione è stata data alla N-tele-Metilistamina (NMH) ed il suo precursore istamina, che rappresentavano la maggiore frazione di ammine sul contenuto totale nel cuore in queste condizioni di stress. Quindi, è stato valutato il contributo delle cellule miocitiche e non, come possibili fonti di substrati per le MAO. Anzitutto sono stati considerati i terminali sinaptici che innervano il cuore, e quindi eliminati iniettando gli animali con una neurotossina, la 6-idrossidopamina (6-OH-DOPA). I risultati così ottenuti dimostrano il contributo dei terminali nell'aumentare la disponibilità di substrati per le MAO nel modello ex vivo sottoposto a stress ossidativo. Sucessivamente, abbiamo considerato i cardiomiociti isolati, in quanto anch'essi subiscono lo stress ossidativo dipendente dalle MAO. Infatti abbiamo dimostrato che i cardiomiociti soggetti a stress ossidativo sono in grado di sintetizzare substrati per le MAO, promuovendo l'attività dell'enzima. Si stabilisce così per la prima volta un'importante relazione tra il metabolismo dell'istamina e l'attività dell'enzima MAO in condizioni di danno cardiaco, la quale non comporta alcuna dipendenza da un eventuale recettore istaminergico. Questi risultati spiegano come lo stress cellulare possa indurre l'attività enzimatica dell'enzima MAO amplificando l'iniziale stress ossidativo. È stato ampiamente dimostrato che l'infiammazione insorge durante le malattie cardiache e non solo, inoltre che le cellule infiammatorie coinvolte come monociti (Mn), macrofagi (MF) e mastociti sono particolarmente rilevanti ed attive. Pertanto la nostra attenzione è stata incentrata dalle cellule fagocitarie in cui il ruolo dell'enzima MAO non è stato ancora definito. In primo luogo, è stato dimostrato che entrambe le isoforme MAO (A e B) sono espresse sia nei MF M1 che M2. Poi ci siamo focalizzati su MAO A, in quanto è risultata essere l'isoforma principalmente espressa, soprattutto nei MF M2. In seguito è stato caratterizzato il suo meccanismo d'induzione, considerando due diversi stimoli: l'LPS e la combinazione delle citochine anti-infiammatorie IL-4 ed IL-13 (IL-4 + IL-13). È noto che, durante i processi di differenziamento e di polarizzazione, i MF generino ROS, che inducono l'attivazione di diverse vie di segnale. Tuttavia, i meccanismi che inducono la formazione di questi ROS non sono stati caratterizzati. In questo lavoro è stato dimostrato per la prima volta che l'isoforma A dell'enzima MAO svolge un ruolo rilevante nel differenziamento e nell'attivazione dei MF M2, mediante la produzione di H2O2. Questi nuovi risultati nelle cellule fagocitiche suggeriscono che questo enzima potrebbe rappresentare un nuovo bersaglio per modulare il differenziamento e l'attivazione dei MF. In particolare, in condizioni patologiche la loro modulazione potrebbe limitare gli effetti collaterali legati all'infiammazione, come ad esempio la fibrosi, il rimodellamento cardiaco, e l'amplificazione dello stress ossidativo nel danno da ischemia/riperfusione.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/82205
URN:NBN:IT:UNIPD-82205