Nella presente tesi di dottorato è stata approfondita la tematica della compattazione del suolo, una delle “otto minacce” di degrado del suolo individuate dalla Commissione europea. Per valutare il rischio di compattazione sono stati utilizzati due modelli. Il metodo di Jones et al. (2003), adottato nel progetto ENVASSO dal JRC della Commissione europea, individua la suscettibilità alla compattazione sulla base di tessitura e densità apparente e, mediante un indice climatico di umidità del subsoil, consente la stima della vulnerabilità. Esso è stato applicato ai suoli di pianura della Regione Veneto individuati dalla carta dei suoli del Veneto in scala 1:250.000. La carta della vulnerabilità evidenzia che la maggior parte dei suoli non sono vulnerabili o lo sono moderatamente; il metodo, quindi, risulta più adatto ai paesi nord europei che al nostro territorio perché considera i suoli argillosi, già compattati, a bassa suscettibilità, mentre i suoli grossolani e quelli ricchi di sostanza organica, per niente compattati, a suscettibilità molto alta. Successivamente è stato utilizzato il modello dell’Agriculture and Agri-Food Canada (AAFC), che considera il contenuto di carbonio organico (CO) dell’orizzonte A, la tessitura superficiale e il drenaggio. E’ stata scelta come area di riferimento la DOC Piave e, utilizzando i database di ARPAV, sono state create le carte dei vari parametri e della vulnerabilità finale. I suoli con basso contenuto di CO (< 1,7%), fini o medio fini nell’orizzonte superficiale, con drenaggio buono o mediocre hanno un’alta vulnerabilità alla compattazione, ma anche i suoli franchi con basso contenuto di CO mal drenati. Risulta, quindi, che la maggior parte delle aree vitate della DOC Piave (l’82% delle unità cartografiche) è caratterizzata da una vulnerabilità quanto meno moderata che necessita l’adozione di adeguate pratiche di gestione del suolo per garantirne la conservazione. Il modello AAFC ha prodotto risultati coerenti con le aspettative, risultando molto più efficace del precedente. L’attività di validazione in campo è stata inizialmente condotta nell’azienda vitata di Giuseppe Cescon a Chiarano (TV), in cui ricadono più classi di vulnerabilità. Sono state effettuate misure di densità apparente e di resistenza alla penetrazione, nell’interfila e nella ruotata (ormaia), allo scopo di confrontare la situazione naturale con quella compattata a causa del passaggio dei macchinari. Sono stati scelti due siti in cui effettuare le misurazioni (il suolo F e il suolo FLA). I risultati dimostrano che la densità apparente sull’ormaia è maggiore di quella sull’interfila sia nel suolo F che nel suolo FLA, con i valori maggiori nel suolo più argilloso. Dalle misure con il penetrometro si nota che nel suolo più argilloso il passaggio delle trattrici causa un approfondimento del compattamento rispetto ai suoli sabbiosi. Si notano anche valori maggiori nel suolo FLA come media complessiva e nelle ormaie. Per estendere la verifica a tutto il territorio veneto sono state indagate 20 aziende vitate già coinvolte nel progetto europeo BIO-BIO attraverso l’indagine pedologica (trivellate), tessitura, CO e altri parametri chimici. Le aziende sono localizzate nell’area del Pramaggiore, nell’alto Trevigiano, nei Colli Euganei e nei colli veronesi. Tra le 20 aziende ne sono state scelte 5 coppie: entro ogni coppia avevamo una tipologia di suolo simile, una azienda a conduzione biologica e l’altra convenzionale; i parametri analizzati sono stati densità apparente, resistenza alla penetrazione e caratteristiche chimico-fisiche. Non sono state riscontrate differenze significative di densità apparente tra ormaia e interfila, anche se si riscontra un valore maggiore nella ruotata. Ci sono, invece, differenze significative di alcuni parametri chimici (TN, S, TC, TOC, SO, pH, EC) tra conduzione biologica e convenzionale. Dai dati di resistenza alla penetrazione si evidenzia che le aziende convenzionali hanno valori maggiori rispetto alle aziende biologiche, quindi risultano più compattabili, e il valore nell’ormaia è nettamente superiore a quello dell’interfila, sottolineando che nel passaggio del macchinario il terreno è più compresso. E’ stata inoltre valutata la profondità cui arriva la compattazione e si è visto che, entro le coppie, l’azienda convenzionale presenta valori maggiori. I suoli con maggior contenuto di sostanza organica sono risultati meno suscettibili alla compattazione (es. Azienda Filippi) mentre i suoli più ricchi in argilla sono più facilmente compattabili (es. Azienda Vicentini). In conclusione la sperimentazione in aziende vitate del modello AAFC ha restituito un insieme di valori in grado di rappresentare coerentemente la vulnerabilità dei suoli.

Valutazione della compattazione nei suoli vitati della Regione Veneto

PICCOLO, SABRINA
2012

Abstract

Nella presente tesi di dottorato è stata approfondita la tematica della compattazione del suolo, una delle “otto minacce” di degrado del suolo individuate dalla Commissione europea. Per valutare il rischio di compattazione sono stati utilizzati due modelli. Il metodo di Jones et al. (2003), adottato nel progetto ENVASSO dal JRC della Commissione europea, individua la suscettibilità alla compattazione sulla base di tessitura e densità apparente e, mediante un indice climatico di umidità del subsoil, consente la stima della vulnerabilità. Esso è stato applicato ai suoli di pianura della Regione Veneto individuati dalla carta dei suoli del Veneto in scala 1:250.000. La carta della vulnerabilità evidenzia che la maggior parte dei suoli non sono vulnerabili o lo sono moderatamente; il metodo, quindi, risulta più adatto ai paesi nord europei che al nostro territorio perché considera i suoli argillosi, già compattati, a bassa suscettibilità, mentre i suoli grossolani e quelli ricchi di sostanza organica, per niente compattati, a suscettibilità molto alta. Successivamente è stato utilizzato il modello dell’Agriculture and Agri-Food Canada (AAFC), che considera il contenuto di carbonio organico (CO) dell’orizzonte A, la tessitura superficiale e il drenaggio. E’ stata scelta come area di riferimento la DOC Piave e, utilizzando i database di ARPAV, sono state create le carte dei vari parametri e della vulnerabilità finale. I suoli con basso contenuto di CO (< 1,7%), fini o medio fini nell’orizzonte superficiale, con drenaggio buono o mediocre hanno un’alta vulnerabilità alla compattazione, ma anche i suoli franchi con basso contenuto di CO mal drenati. Risulta, quindi, che la maggior parte delle aree vitate della DOC Piave (l’82% delle unità cartografiche) è caratterizzata da una vulnerabilità quanto meno moderata che necessita l’adozione di adeguate pratiche di gestione del suolo per garantirne la conservazione. Il modello AAFC ha prodotto risultati coerenti con le aspettative, risultando molto più efficace del precedente. L’attività di validazione in campo è stata inizialmente condotta nell’azienda vitata di Giuseppe Cescon a Chiarano (TV), in cui ricadono più classi di vulnerabilità. Sono state effettuate misure di densità apparente e di resistenza alla penetrazione, nell’interfila e nella ruotata (ormaia), allo scopo di confrontare la situazione naturale con quella compattata a causa del passaggio dei macchinari. Sono stati scelti due siti in cui effettuare le misurazioni (il suolo F e il suolo FLA). I risultati dimostrano che la densità apparente sull’ormaia è maggiore di quella sull’interfila sia nel suolo F che nel suolo FLA, con i valori maggiori nel suolo più argilloso. Dalle misure con il penetrometro si nota che nel suolo più argilloso il passaggio delle trattrici causa un approfondimento del compattamento rispetto ai suoli sabbiosi. Si notano anche valori maggiori nel suolo FLA come media complessiva e nelle ormaie. Per estendere la verifica a tutto il territorio veneto sono state indagate 20 aziende vitate già coinvolte nel progetto europeo BIO-BIO attraverso l’indagine pedologica (trivellate), tessitura, CO e altri parametri chimici. Le aziende sono localizzate nell’area del Pramaggiore, nell’alto Trevigiano, nei Colli Euganei e nei colli veronesi. Tra le 20 aziende ne sono state scelte 5 coppie: entro ogni coppia avevamo una tipologia di suolo simile, una azienda a conduzione biologica e l’altra convenzionale; i parametri analizzati sono stati densità apparente, resistenza alla penetrazione e caratteristiche chimico-fisiche. Non sono state riscontrate differenze significative di densità apparente tra ormaia e interfila, anche se si riscontra un valore maggiore nella ruotata. Ci sono, invece, differenze significative di alcuni parametri chimici (TN, S, TC, TOC, SO, pH, EC) tra conduzione biologica e convenzionale. Dai dati di resistenza alla penetrazione si evidenzia che le aziende convenzionali hanno valori maggiori rispetto alle aziende biologiche, quindi risultano più compattabili, e il valore nell’ormaia è nettamente superiore a quello dell’interfila, sottolineando che nel passaggio del macchinario il terreno è più compresso. E’ stata inoltre valutata la profondità cui arriva la compattazione e si è visto che, entro le coppie, l’azienda convenzionale presenta valori maggiori. I suoli con maggior contenuto di sostanza organica sono risultati meno suscettibili alla compattazione (es. Azienda Filippi) mentre i suoli più ricchi in argilla sono più facilmente compattabili (es. Azienda Vicentini). In conclusione la sperimentazione in aziende vitate del modello AAFC ha restituito un insieme di valori in grado di rappresentare coerentemente la vulnerabilità dei suoli.
31-gen-2012
Italiano
vulnerabilità - densità apparente - resistenza alla penetrazione - carbonio organico
CONCHERI, GIUSEPPE
CORICH, VIVIANA
Università degli studi di Padova
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Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPD-82281