Di molti aspetti linguistici dell’italiano parlato oltre i confini nazionali si sa ancora poco. In questa tesi vengono usate le recenti metriche ritmiche di Ramus et al. (1999), Dellwo e Wagner (2003), Dellwo (2006) e Grabe e Low (2002) al fine di indagare il ritmo dell’italiano parlato da monolingui italiani e da bilingui di croato e italiano istriano (Croazia), e al contempo di descrivere le proprietà ritmiche del croato parlato dai monolingui. Tradizionalmente si ritiene che l’italiano appartenga alla “classe ritmica isosillabica”, mentre il croato sembra appartenere ad una classe ritmicamente mista, similmente al ceco e allo slovacco. La ricerca prende spunto dai recenti lavori nel campo del ritmo (ad es. Mok e Dellwo 2008, Tortel e Hirst 2010, Mairano 2011, Schmid e Dellwo 2012, 2013, Dellwo et al. 2012) e vuole rispondere ai seguenti quesiti: Quali caratteristiche ritmiche mostrano l’italiano e il croato? Ci sono differenze tra le due lingue? Quali sono le caratteristiche dell’italiano parlato dai bilingui istriani? È più simile al ritmo del croato o dell’italiano? Come dimostrato da Schmid e Dellwo (2012, 2013) il parlato dei bilingui può presentare caratteristiche di tipo nativo, riproducendo quindi il parlato dei monolingui dei due gruppi, oppure valori intermedi, posizionandosi tra le due lingue. Il corpus è costituito da registrazioni di parlato letto del testo The boy who cried wolf tradotto in italiano e croato per lo scopo della ricerca e letto da 8 studenti italiani monolingui dell’Università degli Studi di Padova (Italia), 8 studenti bilingui di croato e italiano dell’Istria (Pola, Gallesano, Valle, Cittanova e Umago) laureati o iscritti a corsi di laurea magistrali in lingua italiana all’Università “Juraj Dobrila” di Pola, e 8 studenti croati monolingui dell’Università “Juraj Dobrila”, anche loro tutti provenienti dall’Istria (Lisignano, Pola, Umago e Parenzo). Le registrazioni sono state segmentate manualmente in intervalli CV utilizzando Praat (Boersma, Weenink 2016). Successivamente sono state calcolate con Correlatore (Mairano 2014, v. 2.3.4) le metriche ritmiche sviluppate da Ramus et al. (1999), Grabe e Low (2002), Dellwo e Wagner (2003) e Dellwo (2006). La differenza nei valori tra i 4 corpus è stata verificata con il test statistico one-way ANOVA e con il test post-hoc Tukey HSD. Altri indici ritmico-prosodici come la velocità di articolazione (VdA) e la velocità di eloquio (VdE) e il parametro VtoV sono stati calcolati utilizzando gli script di Praat. L’uso delle diverse metriche ha portato a risultati diversi. I dati mostrano l’esistenza di una differenza tra l’italiano e il croato per quanto riguarda le metriche ∆C e %V (anche se statisticamente è significativa solo la differenza nei valori della metrica %V) di Ramus et al. (1999) e varcoV di White e Mattys (2007a). Tuttavia, con le metriche Crpvi e Vnpvi di Grabe e Low (2002) e varcoC di Wagner e Dellwo (2003) e Dellwo (2006) non sembra ci sia una 3 differenza rilevante tra le due lingue. I risultati della VdA e VdE confermano i risultati ottenuti in studi precedenti da Giannini (2000, 2005), Giannini e Pettorino (1998, 2010) per la lingua italiana, ma sembrano anche confermare che le lingue dalla struttura sillabica più complessa, come il croato, presentano valori minori di VdA e VdE. I risultati ottenuti per il parlato dei bilingui confermano entrambe le ipotesi di Schmid e Dellwo (2012, 2013). I bilingui presentano valori intermedi (collocandosi a metà strada tra i due gruppi di monolingui) nella lettura del testo italiano e valori nativi (più simili al parlato dei monolingui) nella lettura in croato. In base ai risultati ottenuti si potrebbe ipotizzare anche che i blingui siano più lenti nella lettura sia in croato che in italiano, rispetto ai due gruppi di monolingui. Questo studio rappresenta il primo tentativo di descrivere l’italiano parlato da bilingui istriani, e descrive contemporaneamente la lingua croata standard parlata in Istria, che non è stata studiata in precedenza applicando le metriche ritmiche. In studi futuri il corpus sarà esteso a più parlanti e a diversi tipi di parlato come ad esempio a quello semi-spontaneo o dialogico.

Strutture ritmico-prosodiche dell'italiano e del croato: monolingui e bilingui a confronto

MATTICCHIO, ISABELLA
2017

Abstract

Di molti aspetti linguistici dell’italiano parlato oltre i confini nazionali si sa ancora poco. In questa tesi vengono usate le recenti metriche ritmiche di Ramus et al. (1999), Dellwo e Wagner (2003), Dellwo (2006) e Grabe e Low (2002) al fine di indagare il ritmo dell’italiano parlato da monolingui italiani e da bilingui di croato e italiano istriano (Croazia), e al contempo di descrivere le proprietà ritmiche del croato parlato dai monolingui. Tradizionalmente si ritiene che l’italiano appartenga alla “classe ritmica isosillabica”, mentre il croato sembra appartenere ad una classe ritmicamente mista, similmente al ceco e allo slovacco. La ricerca prende spunto dai recenti lavori nel campo del ritmo (ad es. Mok e Dellwo 2008, Tortel e Hirst 2010, Mairano 2011, Schmid e Dellwo 2012, 2013, Dellwo et al. 2012) e vuole rispondere ai seguenti quesiti: Quali caratteristiche ritmiche mostrano l’italiano e il croato? Ci sono differenze tra le due lingue? Quali sono le caratteristiche dell’italiano parlato dai bilingui istriani? È più simile al ritmo del croato o dell’italiano? Come dimostrato da Schmid e Dellwo (2012, 2013) il parlato dei bilingui può presentare caratteristiche di tipo nativo, riproducendo quindi il parlato dei monolingui dei due gruppi, oppure valori intermedi, posizionandosi tra le due lingue. Il corpus è costituito da registrazioni di parlato letto del testo The boy who cried wolf tradotto in italiano e croato per lo scopo della ricerca e letto da 8 studenti italiani monolingui dell’Università degli Studi di Padova (Italia), 8 studenti bilingui di croato e italiano dell’Istria (Pola, Gallesano, Valle, Cittanova e Umago) laureati o iscritti a corsi di laurea magistrali in lingua italiana all’Università “Juraj Dobrila” di Pola, e 8 studenti croati monolingui dell’Università “Juraj Dobrila”, anche loro tutti provenienti dall’Istria (Lisignano, Pola, Umago e Parenzo). Le registrazioni sono state segmentate manualmente in intervalli CV utilizzando Praat (Boersma, Weenink 2016). Successivamente sono state calcolate con Correlatore (Mairano 2014, v. 2.3.4) le metriche ritmiche sviluppate da Ramus et al. (1999), Grabe e Low (2002), Dellwo e Wagner (2003) e Dellwo (2006). La differenza nei valori tra i 4 corpus è stata verificata con il test statistico one-way ANOVA e con il test post-hoc Tukey HSD. Altri indici ritmico-prosodici come la velocità di articolazione (VdA) e la velocità di eloquio (VdE) e il parametro VtoV sono stati calcolati utilizzando gli script di Praat. L’uso delle diverse metriche ha portato a risultati diversi. I dati mostrano l’esistenza di una differenza tra l’italiano e il croato per quanto riguarda le metriche ∆C e %V (anche se statisticamente è significativa solo la differenza nei valori della metrica %V) di Ramus et al. (1999) e varcoV di White e Mattys (2007a). Tuttavia, con le metriche Crpvi e Vnpvi di Grabe e Low (2002) e varcoC di Wagner e Dellwo (2003) e Dellwo (2006) non sembra ci sia una 3 differenza rilevante tra le due lingue. I risultati della VdA e VdE confermano i risultati ottenuti in studi precedenti da Giannini (2000, 2005), Giannini e Pettorino (1998, 2010) per la lingua italiana, ma sembrano anche confermare che le lingue dalla struttura sillabica più complessa, come il croato, presentano valori minori di VdA e VdE. I risultati ottenuti per il parlato dei bilingui confermano entrambe le ipotesi di Schmid e Dellwo (2012, 2013). I bilingui presentano valori intermedi (collocandosi a metà strada tra i due gruppi di monolingui) nella lettura del testo italiano e valori nativi (più simili al parlato dei monolingui) nella lettura in croato. In base ai risultati ottenuti si potrebbe ipotizzare anche che i blingui siano più lenti nella lettura sia in croato che in italiano, rispetto ai due gruppi di monolingui. Questo studio rappresenta il primo tentativo di descrivere l’italiano parlato da bilingui istriani, e descrive contemporaneamente la lingua croata standard parlata in Istria, che non è stata studiata in precedenza applicando le metriche ritmiche. In studi futuri il corpus sarà esteso a più parlanti e a diversi tipi di parlato come ad esempio a quello semi-spontaneo o dialogico.
2017
Italiano
Istria, bilinguismo, italiano, croato, metriche ritmiche / Istria, bilingualism, Italian, Croatian, rhythm metrics
BUSA', MARIA GRAZIA
Università degli studi di Padova
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/82516
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPD-82516