Negli ultimi anni è stato ampiamente dimostrato che le capacità numeriche non sono una prerogativa esclusivamente umana, infatti alcune abilità numeriche sono presenti anche in molte specie animali. Recentemente è stato dimostrato che anche i pesci sono in grado di compiere delle discriminazioni numeriche, e per questo sono stati utilizzati come modello sperimentale nel presente lavoro, allo scopo di approfondire lo studio dei meccanismi alla base delle abilità numeriche non verbali nei vertebrati. Una prima serie di esperimenti ha indagato se vi siano uno o due sistemi numerici non verbali nei pesci. I risultati, provenienti sia dagli esperimenti condotti con la procedura della scelta spontanea che da quelli condotti con la procedura di addestramento, hanno evidenziato come la capacità di discriminare grandi quantità (>4) sia fortemente influenzata dal rapporto numerico, mentre le discriminazioni tra piccole quantità (<4) non lo siano, in quanto discriminare 1 vs. 4 sarebbe facile quanto discriminare 3 vs. 4. Un secondo aspetto analizzato riguarda l’ontogenesi delle abilità numeriche. Questi esperimenti hanno evidenziato che nei pesci la capacità di discriminare piccole quantità è innata e presente fin dalla nascita, mentre quella di discriminare grandi quantità emerge più tardi come risultato della maturazione e dell’esperienza sociale. In seguito sono stati condotti una serie di esperimenti allo scopo di valutare il ruolo delle variabili non numeriche nelle discriminazioni di quantità: è emerso che i pesci sono in grado di discriminare diverse quantità anche quando l’accesso alle variabili non numeriche viene limitato; inoltre è stato dimostrato come per i pesci non sia più difficile apprendere una discriminazione sulla base della sola informazione numerica piuttosto che affidandosi alle sole variabili non numeriche, suggerendo che anche per i pesci il numero potrebbe essere una caratteristica primaria così come lo sono altre dimensioni degli stimoli. Infine in una serie di esperimenti le prestazioni dei pesci sono state confrontate con quelle degli esseri umani adulti in compiti paragonabili, allo scopo di verificare se i meccanismi alla base della discriminazione non verbale di quantità siano gli stessi in tutti i vertebrati. Nel loro insieme questi dati supportano l’ipotesi che sia nell’uomo che nei pesci le quantità siano elaborate attraverso dei sistemi che potrebbero essere evoluti da un comune antenato più di 450 milioni di anni fa.
L'ontogenesi e la filogenesi delle abilità numeriche
PIFFER, LAURA
2012
Abstract
Negli ultimi anni è stato ampiamente dimostrato che le capacità numeriche non sono una prerogativa esclusivamente umana, infatti alcune abilità numeriche sono presenti anche in molte specie animali. Recentemente è stato dimostrato che anche i pesci sono in grado di compiere delle discriminazioni numeriche, e per questo sono stati utilizzati come modello sperimentale nel presente lavoro, allo scopo di approfondire lo studio dei meccanismi alla base delle abilità numeriche non verbali nei vertebrati. Una prima serie di esperimenti ha indagato se vi siano uno o due sistemi numerici non verbali nei pesci. I risultati, provenienti sia dagli esperimenti condotti con la procedura della scelta spontanea che da quelli condotti con la procedura di addestramento, hanno evidenziato come la capacità di discriminare grandi quantità (>4) sia fortemente influenzata dal rapporto numerico, mentre le discriminazioni tra piccole quantità (<4) non lo siano, in quanto discriminare 1 vs. 4 sarebbe facile quanto discriminare 3 vs. 4. Un secondo aspetto analizzato riguarda l’ontogenesi delle abilità numeriche. Questi esperimenti hanno evidenziato che nei pesci la capacità di discriminare piccole quantità è innata e presente fin dalla nascita, mentre quella di discriminare grandi quantità emerge più tardi come risultato della maturazione e dell’esperienza sociale. In seguito sono stati condotti una serie di esperimenti allo scopo di valutare il ruolo delle variabili non numeriche nelle discriminazioni di quantità: è emerso che i pesci sono in grado di discriminare diverse quantità anche quando l’accesso alle variabili non numeriche viene limitato; inoltre è stato dimostrato come per i pesci non sia più difficile apprendere una discriminazione sulla base della sola informazione numerica piuttosto che affidandosi alle sole variabili non numeriche, suggerendo che anche per i pesci il numero potrebbe essere una caratteristica primaria così come lo sono altre dimensioni degli stimoli. Infine in una serie di esperimenti le prestazioni dei pesci sono state confrontate con quelle degli esseri umani adulti in compiti paragonabili, allo scopo di verificare se i meccanismi alla base della discriminazione non verbale di quantità siano gli stessi in tutti i vertebrati. Nel loro insieme questi dati supportano l’ipotesi che sia nell’uomo che nei pesci le quantità siano elaborate attraverso dei sistemi che potrebbero essere evoluti da un comune antenato più di 450 milioni di anni fa.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/82616
URN:NBN:IT:UNIPD-82616