Sebbene la chirurgia tradizionale sia la tecnica di scelta per il trattamento della stenosi aortica serrata, nella pratica clinica tuttavia circa un terzo dei pazienti non viene sottoposto a chirurgia sostitutiva per inoperabilità o eccessivo rischio chirurgico. Con l’aumentare dell’età media della popolazione, l’entità di questo problema è destinato ad aumentare, per cui vi è una sempre più ampia popolazione di pazienti che potrebbe beneficiare di tecniche operatorie meno invasive. L’impianto di valvola aortica per via transcatetere (TAVI) consente di applicare una protesi aortica evitando la sternotomia, l’arresto cardioplegico e senza la necessità di circolazione extracorporea. Questa tecnica è stato introdotta nel 2002 da Alain Cribier e dai suoi collaboratori e oggigiorno nel mondo sono stati eseguiti ormai oltre 20.000 interventi di TAVI. Attualmente esistono due dispositivi transcatetere approvati per uso clinico e disponibili in commercio in Europa, la valvola espandibile su palloncino (Edwards Sapien XT, Edwards Lifesciences) e la valvola auto-espandibile (CoreValve Revalving System, Medtronic). Il tasso di successo procedurale di questa procedura è attualmente in aumento e supera il 95% in mani esperte. Inoltre, diversi studi stanno dimostrando che queste protesi valvolari hanno buone caratteristiche emodinamiche sia a breve che a medio termine. Tuttavia, è necessario attendere risultati più a lungo termine sulle potenziali complicanze e sulla durata di queste valvole transcatetere, prima che questo tecnologia possa essere applicata anche in pazienti più giovani o a minor rischio chirurgico. In questo studio è riportata la nostra esperienza prospettica monocentrica nell’ambito della TAVI, raccolta in un centro ad alto volume, il Dipartimento di Scienze Cardiache, Toraciche e Vascolari dell'Università di Padova, utilizzando entrambi i dispositivi, espandibile su pallone ed autoespandibile, tramite tutti i gli approcci vascolari attualmente disponibili. Sono riportati i risultati immediati ed al follow-up, sia dal punto di vista del miglioramento clinico che della performance emodinamica delle protesi. Sono stati analizzati anche alcuni campi particolari di applicazione della metodica, come ad esempio il trattamento della disfunzione di bioprotesi, e abbiamo discusso sulle principali potenziali complicanze procedurali, come ad esempio i disturbi della conduzione cardiaca e i leak periprotesici. Dall’esperienza fino ad ora maturata, noi siamo fermamente convinti che, non appena alcune attuali limitazioni ed alcune perplessità saranno chiarite, questa tecnica emergente subirà una rapidissima ed ampia diffusione. Tuttavia non bisogna dimenticare che, per continuare a garantire lo straordinario successo di questa nuova metodica, il concetto di heart team, e quindi di una stretta collaborazione fra diversi specialisti, deve rimanere un punto centrale e irrinunciabile, per poter selezionare la miglior protesi ed il più appropriato approccio in ogni paziente, oltre che per garantire un perfetto risultato tecnico e le necessarie cure ed assistenze post-procedurali.
Transcatheter aortic valve implantation
FRACCARO, CHIARA
2012
Abstract
Sebbene la chirurgia tradizionale sia la tecnica di scelta per il trattamento della stenosi aortica serrata, nella pratica clinica tuttavia circa un terzo dei pazienti non viene sottoposto a chirurgia sostitutiva per inoperabilità o eccessivo rischio chirurgico. Con l’aumentare dell’età media della popolazione, l’entità di questo problema è destinato ad aumentare, per cui vi è una sempre più ampia popolazione di pazienti che potrebbe beneficiare di tecniche operatorie meno invasive. L’impianto di valvola aortica per via transcatetere (TAVI) consente di applicare una protesi aortica evitando la sternotomia, l’arresto cardioplegico e senza la necessità di circolazione extracorporea. Questa tecnica è stato introdotta nel 2002 da Alain Cribier e dai suoi collaboratori e oggigiorno nel mondo sono stati eseguiti ormai oltre 20.000 interventi di TAVI. Attualmente esistono due dispositivi transcatetere approvati per uso clinico e disponibili in commercio in Europa, la valvola espandibile su palloncino (Edwards Sapien XT, Edwards Lifesciences) e la valvola auto-espandibile (CoreValve Revalving System, Medtronic). Il tasso di successo procedurale di questa procedura è attualmente in aumento e supera il 95% in mani esperte. Inoltre, diversi studi stanno dimostrando che queste protesi valvolari hanno buone caratteristiche emodinamiche sia a breve che a medio termine. Tuttavia, è necessario attendere risultati più a lungo termine sulle potenziali complicanze e sulla durata di queste valvole transcatetere, prima che questo tecnologia possa essere applicata anche in pazienti più giovani o a minor rischio chirurgico. In questo studio è riportata la nostra esperienza prospettica monocentrica nell’ambito della TAVI, raccolta in un centro ad alto volume, il Dipartimento di Scienze Cardiache, Toraciche e Vascolari dell'Università di Padova, utilizzando entrambi i dispositivi, espandibile su pallone ed autoespandibile, tramite tutti i gli approcci vascolari attualmente disponibili. Sono riportati i risultati immediati ed al follow-up, sia dal punto di vista del miglioramento clinico che della performance emodinamica delle protesi. Sono stati analizzati anche alcuni campi particolari di applicazione della metodica, come ad esempio il trattamento della disfunzione di bioprotesi, e abbiamo discusso sulle principali potenziali complicanze procedurali, come ad esempio i disturbi della conduzione cardiaca e i leak periprotesici. Dall’esperienza fino ad ora maturata, noi siamo fermamente convinti che, non appena alcune attuali limitazioni ed alcune perplessità saranno chiarite, questa tecnica emergente subirà una rapidissima ed ampia diffusione. Tuttavia non bisogna dimenticare che, per continuare a garantire lo straordinario successo di questa nuova metodica, il concetto di heart team, e quindi di una stretta collaborazione fra diversi specialisti, deve rimanere un punto centrale e irrinunciabile, per poter selezionare la miglior protesi ed il più appropriato approccio in ogni paziente, oltre che per garantire un perfetto risultato tecnico e le necessarie cure ed assistenze post-procedurali.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/82711
URN:NBN:IT:UNIPD-82711