Negli ultimi anni, la comunità scientifica ha largamente riconosciuto la possibilità di impiegare i fenomeni legati alle risonanze plasmoniche nei metalli, sfruttandone le particolari caratteristiche per il miglioramento delle performance di dispositivi optoelettronici. Tali soluzioni sono spesso ampiamente vantaggiose, ad esempio nel campo della sensoristica, in termini di miglioramento dell’efficienza nella rivelazione di specie chimiche e biologiche. Un altro campo di crescente attenzione è l’applicazione delle plasmonica al fotovoltaico. In tal caso, la capacità dei reticoli plasmonici di rimodulare lo spettro della radiazione solare incidente consente di migliorare l’efficienza di conversione energetica. In questo contesto si colloca questo lavoro, incentrato nel corso di questi tre anni, nello studio, nella realizzazione e nella caratterizzazione di reticoli plasmonici con l’intento di integrarli in dispositivi più complessi, come le celle fotovoltaiche a silicio cristallino. In primo luogo, si è proceduto sviluppando un modello semplificato di reticolo metallico, posto al di sopra di uno strato semi-infinito di silicio, al fine di chiarire il ruolo e le potenzialità delle risonanze ottiche che si generano quando il dispositivo viene irradiato dall’alto da una sorgente monocromatica polarizzata. Successivamente, è stata condotta una ulteriore analisi di ottimizzazione globale dei parametri geometrici e dei materiali su diverse configurazioni di celle solari, al fine di individuare le caratteristiche tecniche migliori che garantissero un guadagno in assorbimento, integrato sulla più ampia porzione di spettro solare. Le fasi di simulazione e ottimizzazione sono state infine seguite dal design di un processo di nanofabbricazione che permettesse l’integrazione delle nanostrutture metalliche ottimizzate su celle solari a silicio cristallino. Parte del lavoro è stato mirato alla progettazione e realizzazione di un sistema di litografia per la nanofabbricazione di reticoli plasmonici su grandi aree, chiamato Litografia Interferenziale che, dai primi mesi del 2010 è operativo presso l’Istituto IOM – CNR di Trieste. Mediante l’utilizzo di questa tecnica sono stati messi a punto diversi processi di nanofabbricazione, tra i quali quello per la realizzazione di reticoli con profilo sinusoidale e la loro integrazione in un biosensore per la rivelazione di DNA e lo studio delle potenzialità in termini litografici di materiali di tipo solgel ibridi organici\inorganici. Il processo per la realizzazione dei reticoli sulle celle solari è stato messo a punto e i campioni realizzati sono stati analizzati mediante misure morfologiche (SEM, AFM) e ottiche. Infine, le celle solari ottenute sono state caratterizzate mediante le misure delle principali figure di merito, tra cui le caratteristiche di densità di corrente-tensione (JV) e l’efficienza quantica esterna (EQE). Dalle misure JV è stato riscontrato un significativo aumento di efficienza per le celle integranti i reticoli plasmonici, in confronto a quelle convenzionali usate come riferimento, principalmente dovuto all’aumento della densità di corrente di corto circuito. Gli spettri di EQE mostrano un aumento nella regione del vicino infrarosso, per luce incidente polarizzata in modo tale da eccitare anche risonanze plasmoniche, come atteso dai risultati del modello sviluppato. I risultati raggiunti e presentati in questa tesi dimostrano l’effettiva possibilità dell’uso di nanostrutture metalliche per il rimodulazione e altresì il controllo del fenomeno di assorbimento della luce all’interno delle celle fotovoltaiche a silicio cristallino. I risultati soddisfano ampiamente le ipotesi in quanto aprono una nuova frontiera per l’applicazione anche ad altri tipologie di celle quali ad esempio quelle a film sottile o organiche. In tali dispositivi, infatti, la riduzione del materiale assorbente, al fine di massimizzare la raccolta della carica e di ridurre i costi, rende di primaria importanza la ricerca di queste nuove soluzioni per il miglioramento dell’assorbimento della luce. La direzione verso cui si stanno concentrando enormi sforzi di ricerca negli ultimi anni è quella della realizzazione di dispositivi “spessi dal punto di vista della luce incidente e sottili per la raccolta della carica generata”.

Plasmonic Nanostructures for Enhanced Photovoltaics

ZACCO, GABRIELE
2012

Abstract

Negli ultimi anni, la comunità scientifica ha largamente riconosciuto la possibilità di impiegare i fenomeni legati alle risonanze plasmoniche nei metalli, sfruttandone le particolari caratteristiche per il miglioramento delle performance di dispositivi optoelettronici. Tali soluzioni sono spesso ampiamente vantaggiose, ad esempio nel campo della sensoristica, in termini di miglioramento dell’efficienza nella rivelazione di specie chimiche e biologiche. Un altro campo di crescente attenzione è l’applicazione delle plasmonica al fotovoltaico. In tal caso, la capacità dei reticoli plasmonici di rimodulare lo spettro della radiazione solare incidente consente di migliorare l’efficienza di conversione energetica. In questo contesto si colloca questo lavoro, incentrato nel corso di questi tre anni, nello studio, nella realizzazione e nella caratterizzazione di reticoli plasmonici con l’intento di integrarli in dispositivi più complessi, come le celle fotovoltaiche a silicio cristallino. In primo luogo, si è proceduto sviluppando un modello semplificato di reticolo metallico, posto al di sopra di uno strato semi-infinito di silicio, al fine di chiarire il ruolo e le potenzialità delle risonanze ottiche che si generano quando il dispositivo viene irradiato dall’alto da una sorgente monocromatica polarizzata. Successivamente, è stata condotta una ulteriore analisi di ottimizzazione globale dei parametri geometrici e dei materiali su diverse configurazioni di celle solari, al fine di individuare le caratteristiche tecniche migliori che garantissero un guadagno in assorbimento, integrato sulla più ampia porzione di spettro solare. Le fasi di simulazione e ottimizzazione sono state infine seguite dal design di un processo di nanofabbricazione che permettesse l’integrazione delle nanostrutture metalliche ottimizzate su celle solari a silicio cristallino. Parte del lavoro è stato mirato alla progettazione e realizzazione di un sistema di litografia per la nanofabbricazione di reticoli plasmonici su grandi aree, chiamato Litografia Interferenziale che, dai primi mesi del 2010 è operativo presso l’Istituto IOM – CNR di Trieste. Mediante l’utilizzo di questa tecnica sono stati messi a punto diversi processi di nanofabbricazione, tra i quali quello per la realizzazione di reticoli con profilo sinusoidale e la loro integrazione in un biosensore per la rivelazione di DNA e lo studio delle potenzialità in termini litografici di materiali di tipo solgel ibridi organici\inorganici. Il processo per la realizzazione dei reticoli sulle celle solari è stato messo a punto e i campioni realizzati sono stati analizzati mediante misure morfologiche (SEM, AFM) e ottiche. Infine, le celle solari ottenute sono state caratterizzate mediante le misure delle principali figure di merito, tra cui le caratteristiche di densità di corrente-tensione (JV) e l’efficienza quantica esterna (EQE). Dalle misure JV è stato riscontrato un significativo aumento di efficienza per le celle integranti i reticoli plasmonici, in confronto a quelle convenzionali usate come riferimento, principalmente dovuto all’aumento della densità di corrente di corto circuito. Gli spettri di EQE mostrano un aumento nella regione del vicino infrarosso, per luce incidente polarizzata in modo tale da eccitare anche risonanze plasmoniche, come atteso dai risultati del modello sviluppato. I risultati raggiunti e presentati in questa tesi dimostrano l’effettiva possibilità dell’uso di nanostrutture metalliche per il rimodulazione e altresì il controllo del fenomeno di assorbimento della luce all’interno delle celle fotovoltaiche a silicio cristallino. I risultati soddisfano ampiamente le ipotesi in quanto aprono una nuova frontiera per l’applicazione anche ad altri tipologie di celle quali ad esempio quelle a film sottile o organiche. In tali dispositivi, infatti, la riduzione del materiale assorbente, al fine di massimizzare la raccolta della carica e di ridurre i costi, rende di primaria importanza la ricerca di queste nuove soluzioni per il miglioramento dell’assorbimento della luce. La direzione verso cui si stanno concentrando enormi sforzi di ricerca negli ultimi anni è quella della realizzazione di dispositivi “spessi dal punto di vista della luce incidente e sottili per la raccolta della carica generata”.
30-gen-2012
Inglese
Plasmonics, Photovoltaics, Laser Interference Lithography
ROMANATO, FILIPPO
VITTURI, ANDREA
Università degli studi di Padova
125
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/82783
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPD-82783