Scopo del presente lavoro è riflettere sulle condizioni di accesso al mondo nel pensiero di Jan Patočka. Il tema, strettamente connesso alla riflessione husserliana sul mondo naturale, interroga alla fine il mondo come mondo (als solcher), nella sua struttura. Il mondo naturale è una via pre-teorica allo svelamento di una dimensione più originaria: la concezione fenomenologico-trascendentale di mondo. Partendo da questo punto, Patočka tenta di cogliere l'emergenza originaria del fenomenale. Il primo capitolo descrive l'evoluzione del problema del mondo e introduce il concetto di totalità: essa rende possibile l'esperienza poiché svela le possibilità di ciò che appare in quanto tale. Questo concetto di mondo ci permette di pensare la continuabilità dell'esperienza perché la garanzia dell'esperienza non è una cosa, e il corso degli abbozzi può non confermare le nostre anticipazioni. Il secondo capitolo critica alcune figure dell'oggettivazione. Si tratta di modelli che condizionano la nostra esperienza e precludono un accesso originario al mondo. Storicamente, tale problema ha assunto il nome di idealizzazione e di oggettivazione: la cosa non è la sua realtà effettiva, individuale, ma è sempre un fenomeno. Il focus del terzo capitolo è l'epoché, porta di accesso (Eingangstor) alla fenomenologia. L'epoché fa passare dalla concezione del mondo come pluralità additiva degli enti al mondo come condizione dell'apparire degli enti. Generata dai vissuti negativi e non dal soggetto trascendentale, l'epoché è resa autonoma dalla riduzione e acquisisce una dimensione evenemenziale. Questa torsione dell'epoché influisce sull'intenzionalità, rinuncia all'intuizionismo, non conferisce alcun privilegio ai vissuti di coscienza, libera la priorità dell'apparire, e fa di questo a priori la condizione stessa dell'apparire del soggetto. Il quarto capitolo riguarda la manifestazione del mondo. Il problema filosofico "che cos'è l'ente?" è implicato in un'altra domanda: "come l'ente si manifesta?". La risposta alla seconda domanda risponde anche alla prima. Il quinto capitolo riassume l'indagine attorno a quattro termini: mondo, epoché, manifestazione, soggetto. Mirando alla desoggettivazione dell'apparire, Patočka giunge a una concezione della fenomenalità nella quale l'apparire è concepibile solo attraverso una struttura a priori. Nonostante ne rivendichi sempre il carattere fenomenale, questa struttura formale può essere solo pensata, non mostrata. L'apparire in questo modo assume un carattere più teorico che fenomenale. Di conseguenza l'ontologia del mondo dev'essere articolata meglio con una teoria fenomenologica della conoscenza basata sull'esperienza del soggetto.

Le condizioni di accesso al mondo nel pensiero di Jan Patocka. Una lettura fenomenologica.

BARCARO, MARCO
2015

Abstract

Scopo del presente lavoro è riflettere sulle condizioni di accesso al mondo nel pensiero di Jan Patočka. Il tema, strettamente connesso alla riflessione husserliana sul mondo naturale, interroga alla fine il mondo come mondo (als solcher), nella sua struttura. Il mondo naturale è una via pre-teorica allo svelamento di una dimensione più originaria: la concezione fenomenologico-trascendentale di mondo. Partendo da questo punto, Patočka tenta di cogliere l'emergenza originaria del fenomenale. Il primo capitolo descrive l'evoluzione del problema del mondo e introduce il concetto di totalità: essa rende possibile l'esperienza poiché svela le possibilità di ciò che appare in quanto tale. Questo concetto di mondo ci permette di pensare la continuabilità dell'esperienza perché la garanzia dell'esperienza non è una cosa, e il corso degli abbozzi può non confermare le nostre anticipazioni. Il secondo capitolo critica alcune figure dell'oggettivazione. Si tratta di modelli che condizionano la nostra esperienza e precludono un accesso originario al mondo. Storicamente, tale problema ha assunto il nome di idealizzazione e di oggettivazione: la cosa non è la sua realtà effettiva, individuale, ma è sempre un fenomeno. Il focus del terzo capitolo è l'epoché, porta di accesso (Eingangstor) alla fenomenologia. L'epoché fa passare dalla concezione del mondo come pluralità additiva degli enti al mondo come condizione dell'apparire degli enti. Generata dai vissuti negativi e non dal soggetto trascendentale, l'epoché è resa autonoma dalla riduzione e acquisisce una dimensione evenemenziale. Questa torsione dell'epoché influisce sull'intenzionalità, rinuncia all'intuizionismo, non conferisce alcun privilegio ai vissuti di coscienza, libera la priorità dell'apparire, e fa di questo a priori la condizione stessa dell'apparire del soggetto. Il quarto capitolo riguarda la manifestazione del mondo. Il problema filosofico "che cos'è l'ente?" è implicato in un'altra domanda: "come l'ente si manifesta?". La risposta alla seconda domanda risponde anche alla prima. Il quinto capitolo riassume l'indagine attorno a quattro termini: mondo, epoché, manifestazione, soggetto. Mirando alla desoggettivazione dell'apparire, Patočka giunge a una concezione della fenomenalità nella quale l'apparire è concepibile solo attraverso una struttura a priori. Nonostante ne rivendichi sempre il carattere fenomenale, questa struttura formale può essere solo pensata, non mostrata. L'apparire in questo modo assume un carattere più teorico che fenomenale. Di conseguenza l'ontologia del mondo dev'essere articolata meglio con una teoria fenomenologica della conoscenza basata sull'esperienza del soggetto.
16-gen-2015
Italiano
fenomenologia, mondo, epoché, manifestazione, asoggettivo
ILLETTERATI, LUCA
Università degli studi di Padova
538
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/82872
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPD-82872