La mastite subclinica è causa di importanti perdite economiche per gli allevatori di vacche da latte. Il monitoraggio dello stato di salute della mammilla negli allevamenti è generalmente effettuato tramite la Conta delle Cellule Somatiche (SCC) ma a causa della scarsa sensibilità di questa metodica c’è la necessità di trovare nuove tecniche diagnostiche in grado di identificare rapidamente infezioni subcliniche della mammella. Ad aggiungersi alle difficolta nella diagnosi di mastite negli ultimi anni sono comparse forme di mastite causate da batteri multiresistenti che causano un fallimento delle terapie antibiotiche. Uno dei batteri di primaria importanza sia per gli aspetti di antibioticoresistenza che per l’importanza quale agente zoonosico è lo Staphylococcus aureus meticillino-resistente (MRSA). Lo scopo di questa tesi è stato quello di investigare due tematiche relative alla mastite bovina, in un primo studio è stata valutata l’applicazione di un nuovo strumento diagnostico per la diagnosi delle infezioni subcliniche, mentre nel secondo studio è stata valutata la presenza nel territorio Veneto di un patogeno emergente, L'MRSA. Nel primo studio è stato valutato lo stato sanitario della mammella di 98 vacche di razza Frisona con elevata SCC, suddivise in 4 allevamenti della Regione Veneto. Da ogni vacca sono stati raccolti campioni di latte raccolti in maniera asettica su cui è stata eseguita la conta cellulare, l’esame batteriologico e la cultura per Mycoplasma spp.. Sono state inoltre raccolte immagini termografiche per la rilevazione delle temperature superficiali di tutti i quarti e i capezzoli funzionali. Al fine di valutare le differenti techinche diagnostiche sono state effettuate Correlazioni di Pearson, Analisi della Varianza (ANOVA) e curve ROC. Il patogeno isolato con maggiore frequenza è lo Staphylococcus aureus seguito dagli Stafilococchi coagulasi negativi (CNS), Streptococcus uberis, Streptococcus agalactiae e altri isolati con minore frequenza. Il Somatic Cell Score (SCS), calcolato sulla base della conta delle cellule somatiche è stato in grado di discriminare (p<0.05) i quarti positivi per un patogeno rispetto ai quarti negativi, con l’eccezione dei quarti infetti a causa di CNS. Lae temperature rilevate con l’analisi delle immagini termografiche sono positivamente correlate al SCS (p<0.05) ma non sono in state in grado di discriminare tra quarti sani e quarti infetti. In conclusione la termografia sembra uno strumento promettente per una valutazione veloce ed economica dello stato infiammatorio della mammella e si è rivelata adatta all'applicazione in campo in quanto compatibile con la routine di mungitura ma i nostri risultati dimostrano uno scarso potere diagnostico. Nel secondo studio è stata oggetto di indagine la presenza e la prevalenza nel territorio Veneto degli MRSA negli allevamenti di vacche da latte. Sono stati raccolti campioni di latte individuale e tamponi nasali in 70 allevamenti del Veneto di almeno 100 capi. Sui campioni raccolti è stata effettuato un’esame batteriologico specifico per l’isolamento di MRSA. I ceppi isolati sono stati caratterizzati dal punto di vista genetico per valutare la presenza di geni codificanti la resistenza ad importanti classi antibiotiche e per valutarne le caratteristiche epidemiologiche. Sono stati isolati 15 ceppi di MRSA da 6 allevamenti. 13 da campioni di latte e 2 da tampon nasali. La prevalenza degli MRSA nel territorio oggetto di indagine si è rivelata simile a quella ottenuta in indagini condotte in diversi paesi europei. La prevalenza intraaziendale si è rivelata molto contenuta e non si sono registrati allevamenti positivi contemporaneamente nel latte e nelle cavità nasali. La bassa prevalenza a livello nasale è un dato sorprendente considerate l’altissima prevalenza intra e inter aziendale negli allevamenti di vitelli destinati a produrre carne bianca, dove una considerevole percentuale degli animali è costituita da vitelli di razza Frisona maschi provenienti da allevamenti di vacche da latte. Le caratterizzazioni genetiche hanno determinato l’appartenenza dei ceppi isolati a cloni (CC1, CC97 e CC398) ben adattati agli animali di interesse zootecnico (Livestock Associated MRSA) e distinti da quelli circolanti nelle comunità ospedaliere (Hospital Associated MRSA). Si tratta comunque di ceppi molto diffusi con capacità di causare zoonosi e che rappresentano quindi non solo una nuova sfida nella lotta alla mastite bovina ma anche un potenziale rischio per il personale esposto.
Bovine mastitis, an evolving disease: Application of infrared thermography for the diagnosis of subclinical forms and presence of methicillin resistant Stahpylococcus aureus in dairy farms
BORTOLAMI, ALESSIO
2016
Abstract
La mastite subclinica è causa di importanti perdite economiche per gli allevatori di vacche da latte. Il monitoraggio dello stato di salute della mammilla negli allevamenti è generalmente effettuato tramite la Conta delle Cellule Somatiche (SCC) ma a causa della scarsa sensibilità di questa metodica c’è la necessità di trovare nuove tecniche diagnostiche in grado di identificare rapidamente infezioni subcliniche della mammella. Ad aggiungersi alle difficolta nella diagnosi di mastite negli ultimi anni sono comparse forme di mastite causate da batteri multiresistenti che causano un fallimento delle terapie antibiotiche. Uno dei batteri di primaria importanza sia per gli aspetti di antibioticoresistenza che per l’importanza quale agente zoonosico è lo Staphylococcus aureus meticillino-resistente (MRSA). Lo scopo di questa tesi è stato quello di investigare due tematiche relative alla mastite bovina, in un primo studio è stata valutata l’applicazione di un nuovo strumento diagnostico per la diagnosi delle infezioni subcliniche, mentre nel secondo studio è stata valutata la presenza nel territorio Veneto di un patogeno emergente, L'MRSA. Nel primo studio è stato valutato lo stato sanitario della mammella di 98 vacche di razza Frisona con elevata SCC, suddivise in 4 allevamenti della Regione Veneto. Da ogni vacca sono stati raccolti campioni di latte raccolti in maniera asettica su cui è stata eseguita la conta cellulare, l’esame batteriologico e la cultura per Mycoplasma spp.. Sono state inoltre raccolte immagini termografiche per la rilevazione delle temperature superficiali di tutti i quarti e i capezzoli funzionali. Al fine di valutare le differenti techinche diagnostiche sono state effettuate Correlazioni di Pearson, Analisi della Varianza (ANOVA) e curve ROC. Il patogeno isolato con maggiore frequenza è lo Staphylococcus aureus seguito dagli Stafilococchi coagulasi negativi (CNS), Streptococcus uberis, Streptococcus agalactiae e altri isolati con minore frequenza. Il Somatic Cell Score (SCS), calcolato sulla base della conta delle cellule somatiche è stato in grado di discriminare (p<0.05) i quarti positivi per un patogeno rispetto ai quarti negativi, con l’eccezione dei quarti infetti a causa di CNS. Lae temperature rilevate con l’analisi delle immagini termografiche sono positivamente correlate al SCS (p<0.05) ma non sono in state in grado di discriminare tra quarti sani e quarti infetti. In conclusione la termografia sembra uno strumento promettente per una valutazione veloce ed economica dello stato infiammatorio della mammella e si è rivelata adatta all'applicazione in campo in quanto compatibile con la routine di mungitura ma i nostri risultati dimostrano uno scarso potere diagnostico. Nel secondo studio è stata oggetto di indagine la presenza e la prevalenza nel territorio Veneto degli MRSA negli allevamenti di vacche da latte. Sono stati raccolti campioni di latte individuale e tamponi nasali in 70 allevamenti del Veneto di almeno 100 capi. Sui campioni raccolti è stata effettuato un’esame batteriologico specifico per l’isolamento di MRSA. I ceppi isolati sono stati caratterizzati dal punto di vista genetico per valutare la presenza di geni codificanti la resistenza ad importanti classi antibiotiche e per valutarne le caratteristiche epidemiologiche. Sono stati isolati 15 ceppi di MRSA da 6 allevamenti. 13 da campioni di latte e 2 da tampon nasali. La prevalenza degli MRSA nel territorio oggetto di indagine si è rivelata simile a quella ottenuta in indagini condotte in diversi paesi europei. La prevalenza intraaziendale si è rivelata molto contenuta e non si sono registrati allevamenti positivi contemporaneamente nel latte e nelle cavità nasali. La bassa prevalenza a livello nasale è un dato sorprendente considerate l’altissima prevalenza intra e inter aziendale negli allevamenti di vitelli destinati a produrre carne bianca, dove una considerevole percentuale degli animali è costituita da vitelli di razza Frisona maschi provenienti da allevamenti di vacche da latte. Le caratterizzazioni genetiche hanno determinato l’appartenenza dei ceppi isolati a cloni (CC1, CC97 e CC398) ben adattati agli animali di interesse zootecnico (Livestock Associated MRSA) e distinti da quelli circolanti nelle comunità ospedaliere (Hospital Associated MRSA). Si tratta comunque di ceppi molto diffusi con capacità di causare zoonosi e che rappresentano quindi non solo una nuova sfida nella lotta alla mastite bovina ma anche un potenziale rischio per il personale esposto.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/82882
URN:NBN:IT:UNIPD-82882