Riassunto La presente ricerca ha come obiettivo lo studio archeometrico del vetro circolante nell’Italia nordorientale a cavallo tra epoca romana e tarda antichità, con il fine di caratterizzarne le materie prime e le tecnologie di produzione. Diversamente dall’approccio generalmente utilizzato nello studio del vetro, che si focalizza su una delle due classi di materiali, l’oggettistica in vetro e le tessere musive vitree sono qui affrontate parallelamente con lo scopo di ottenere una più ampia visione sulla circolazione del vetro e delle tecnologie nell’area in esame. L’oggettistica vitrea qui esaminata proviene dai due più importanti siti portuali nord Adriatici del periodo considerato: ossia Classe e Aquileia. La campionatura di Classe, composta prevalentemente da indicatori e scarti di lavorazione e forme potorie datate ai secoli V-VIII d.C., deriva da un probabile atelier dell’area produttiva del porto. La campionatura di Aquileia, datata tra I e VIII secolo e rinvenuta nella domus di Tito Macro comprende invece prevalentemente vasellame da mensa e alcuni indicatori di lavorazione e pani di vetro. La possibilità di analizzare contestualmente oggetti e indicatore di lavorazione provenienti dai due siti permette di avanzare ipotesi sul tipo di vetro lavorato, sulle fonti di approvvigionamento delle materie prime e sulle rotte commerciali. Le tessere musive vitree provengono da tre siti: tessere sciolte provenienti dagli edifici romani rinvenuti sotto la cattedrale di Santa Maria Maggiore a Trento (II-IV sec d.C.), tessere sciolte provenienti dalla villa romana di Torre di Pordenone (I-V sec d.C.) e il mosaico in-situ della Domus delle bestie Ferite di Aquileia (seconda metà del IV sec d.C.). Le tessere sono caratterizzate da un’ampia gamma cromatica comparabile tra i tre siti considerati permettendo così di fare confronti puntuali L’analisi chimica, mineralogica, isotopica e tessiturale è stata condotta per mezzo di un articolato insieme di tecniche analitiche dotate di elevati standard di accuratezza e precisione delle misure. Per ogni tipologia di materiale qui considerato sono state privilegiate le tecniche analitiche che garantissero l’accurata ed esaustiva caratterizzazione e la massima salvaguardia dei campioni in esame. I metodi utilizzati sono OM, SEM-EDS, XRF, EMPA, MS-ICP-MS, XRPD, FORS, EPR e Spettroscopia Micro Raman. I due siti di Classe sono caratterizzati dalla presenza di vetri a composizione ascrivibile all’epoca tardoantica e da un elevato grado di comparabilità in termini di composizioni chimiche e segnature isotopiche, che permettono di ipotizzare per le due città in epoca tardoantica le medesime rotte commerciali provenienti da analoghe località di produzione primaria localizzare sulle coste del Mediterraneo orientale. L’esame delle tessere musive ha invece evidenziato una certa uniformità composizionale nelle tessere dei siti di Pordenone e Trento, nei quali vetro di base, coloranti e opacizzanti sono caratteristici dell’epoca Romana mentre nel mosaico Aquileiese è stata riscontrata una maggiore varietà di composizioni chimiche e tecniche di colorazione e opacizzazione anche ascrivibili all’epoca tardoantica, indicative di una pronta ricezione delle novità tecnologiche.
Roman and late-Roman glass from north-eastern Italy: comparing raw materials and production technologies of vessels and mosaic tesserae
MALTONI, SARAH
2015
Abstract
Riassunto La presente ricerca ha come obiettivo lo studio archeometrico del vetro circolante nell’Italia nordorientale a cavallo tra epoca romana e tarda antichità, con il fine di caratterizzarne le materie prime e le tecnologie di produzione. Diversamente dall’approccio generalmente utilizzato nello studio del vetro, che si focalizza su una delle due classi di materiali, l’oggettistica in vetro e le tessere musive vitree sono qui affrontate parallelamente con lo scopo di ottenere una più ampia visione sulla circolazione del vetro e delle tecnologie nell’area in esame. L’oggettistica vitrea qui esaminata proviene dai due più importanti siti portuali nord Adriatici del periodo considerato: ossia Classe e Aquileia. La campionatura di Classe, composta prevalentemente da indicatori e scarti di lavorazione e forme potorie datate ai secoli V-VIII d.C., deriva da un probabile atelier dell’area produttiva del porto. La campionatura di Aquileia, datata tra I e VIII secolo e rinvenuta nella domus di Tito Macro comprende invece prevalentemente vasellame da mensa e alcuni indicatori di lavorazione e pani di vetro. La possibilità di analizzare contestualmente oggetti e indicatore di lavorazione provenienti dai due siti permette di avanzare ipotesi sul tipo di vetro lavorato, sulle fonti di approvvigionamento delle materie prime e sulle rotte commerciali. Le tessere musive vitree provengono da tre siti: tessere sciolte provenienti dagli edifici romani rinvenuti sotto la cattedrale di Santa Maria Maggiore a Trento (II-IV sec d.C.), tessere sciolte provenienti dalla villa romana di Torre di Pordenone (I-V sec d.C.) e il mosaico in-situ della Domus delle bestie Ferite di Aquileia (seconda metà del IV sec d.C.). Le tessere sono caratterizzate da un’ampia gamma cromatica comparabile tra i tre siti considerati permettendo così di fare confronti puntuali L’analisi chimica, mineralogica, isotopica e tessiturale è stata condotta per mezzo di un articolato insieme di tecniche analitiche dotate di elevati standard di accuratezza e precisione delle misure. Per ogni tipologia di materiale qui considerato sono state privilegiate le tecniche analitiche che garantissero l’accurata ed esaustiva caratterizzazione e la massima salvaguardia dei campioni in esame. I metodi utilizzati sono OM, SEM-EDS, XRF, EMPA, MS-ICP-MS, XRPD, FORS, EPR e Spettroscopia Micro Raman. I due siti di Classe sono caratterizzati dalla presenza di vetri a composizione ascrivibile all’epoca tardoantica e da un elevato grado di comparabilità in termini di composizioni chimiche e segnature isotopiche, che permettono di ipotizzare per le due città in epoca tardoantica le medesime rotte commerciali provenienti da analoghe località di produzione primaria localizzare sulle coste del Mediterraneo orientale. L’esame delle tessere musive ha invece evidenziato una certa uniformità composizionale nelle tessere dei siti di Pordenone e Trento, nei quali vetro di base, coloranti e opacizzanti sono caratteristici dell’epoca Romana mentre nel mosaico Aquileiese è stata riscontrata una maggiore varietà di composizioni chimiche e tecniche di colorazione e opacizzazione anche ascrivibili all’epoca tardoantica, indicative di una pronta ricezione delle novità tecnologiche.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/83154
URN:NBN:IT:UNIPD-83154