I derivati del platino sono ampiamente utilizzati come farmaci antitumorali, nonostante i gravi effetti collaterali e i fenomeni di farmaco-resistenza. Nel corso degli ultimi anni, una nuova classe di composti contenenti un metallo diverso dal platino, chiamati RDCs (ruthenium-derived compounds), è stata introdotta con lo scopo di superare queste limitazioni. Gli RDCs, e in particolare RDC11, hanno mostrato interessanti e peculiari proprietà biologiche: una buona attività antitumorale in vivo, una ridotta tossicità sui tessuti sani e la capacità di indurre l'apoptosi attraverso un meccanismo DNA-indipendente che implica l'induzione della via di segnalazione di CHOP/DDIT3. Contrariamente ai farmaci a base di platino, è stato suggerito che i derivati di rutenio possano esercitare la loro citotossicità indipendentemente dall’interazione con il DNA e attraverso la modulazione diretta dell'attività di enzimi ossido-riduttivi. In questo studio, abbiamo confrontato l'attività dei derivati del platino (cisplatino) e rutenio (RDC11) sulle vie di segnalazione di HIF-1 e mTOR, due vie sensibili al metabolismo cellulare. Abbiamo dimostrato come, a differenza del cisplatino, RDC11 sia in grado di diminuire i livelli di espressione delle proteine HIF-1α e HIF-1β in condizioni di normossia e ipossia, portando alla riduzione dell'espressione dei geni bersaglio di HIF-1α, come VEGF e GLUT1. Abbiamo dimostrato che la down-regulation dei livelli proteici di HIF-1α implica un complesso meccanismo che associa le variazioni della stabilità proteica di HIF-1α con la traduzione dell'mRNA di HIF-1α e la sua sintesi. Dal momento che mTOR controlla la traduzione di HIF-1α, abbiamo analizzato la regolazione di questa via da parte di RDC11. Abbiamo dimostrato che, diversamente dal cisplatino, RDC11 riduce la fosforilazione della proteina ribosomiale S6 e Akt su siti specifici che sono i marcatori per l'attività dei complessi mTORC1 e mTORC2 di mTOR. Questa osservazione è correlata con una riduzione dei livelli di mRNA di RICTOR e RAPTOR, due componenti di mTOR. Infine, abbiamo dimostrato come l'effetto inibitorio di RDC11 sulle vie di HIF-1 e mTOR sia coerente con la sua capacità di ridurre l'angiogenesi e di potenziare l'attività antitumorale della rapamicina, inibitore di mTOR, in vivo. Complessivamente, i nostri risultati hanno dimostrato che i derivati del rutenio hanno un forte impatto su diverse vie metaboliche. In parallelo all'individuazione dei target diretti degli RDCs, è stato avviata un’analisi struttura/attività con lo scopo di migliorare le caratteristiche chimiche e farmacologiche di questi composti. Abbiamo dimostrato come, variando i ligandi attorno all’atomo di rutenio, sia possibile modulare diversi parametri, come il valore redox e lo stato di lipofilicità/idrofilicità, si possa influenzare la capacità degli RDCs di entrare nelle cellule, di interagire con i bersagli intracellulari e di alterare le loro funzioni, così come di modificare le loro proprietà farmacocinetiche e la distribuzione nei tessuti. Abbiamo dimostrato che gli RDCs ottimizzati riducono la crescita tumorale in diversi modelli murini e che sono più potenti induttori del processo apoptotico nelle cellule tumorali attraverso la produzione di specie reattive dell'ossigeno e l'attivazione della caspasi 8, pur mantenendo la loro capacità di indurre la via di CHOP/DDIT3. Il fatto che RDC11 agisca su vie di segnalazione cellulare (come quella di HIF-1α e Akt) direttamente coinvolte nella regolazione del processo metastatico, ci ha indotti a pensare ad un suo possibile effetto su tale processo. Per tale ragione, abbiamo intrapreso uno studio separato al fine di definire un modello cellulare in vitro per testare nuove molecole potenzialmente capaci di bersagliare in maniera selettiva le metastasi tumorali, piuttosto che essere dei composti citotossici non selettivi. Abbiamo creato le condizioni di coltura cellulare ideali per riprodurre in vitro la metastatizzazione di cellule tumorali colorettali verso il fegato, il sito preferenziale del carcinoma colorettale metastatico, in un prototipo di bioreattore chiamato "plastic mouse". Abbiamo dimostrato che le tre diverse linee cellulari selezionate per il nostro studio sono in grado di crescere nel medesimo ambiente, senza subire modifiche della vitalità e morfologia, rappresentando così un buon modello per il nostro obiettivo. In conclusione, i risultati ottenuti durante la mia tesi di dottorato ci hanno permesso di identificare un nuovo meccanismo d'azione di RDC11, diverso da quello dei classici farmaci contenenti un metallo, sottolineando che i derivati del platino e del rutenio possano agire diversamente, anche se questi ultimi sono stati inizialmente progettati per imitare il cisplatino. Il secondo studio ha dimostrato l'importanza che le modificazioni dei ligandi attorno all’atomo di rutenio svolgono nel modulare la citotossicità e la selettività dei nuovi RDCs verso diversi tipi di tumori. Questo può essere spiegato grazie alla loro capacità di interferire con diverse vie di segnalazione, cruciali per il metabolismo delle cellule tumorali. Infine, abbiamo compiuto un passo avanti nello sviluppo di uno prototipo sperimentale per studiare il processo metastatico in vitro. Il plastic mouse risulterà utile in futuro per lo screening di potenziali farmaci antimetastatici.
Characterization of the anticancer properties of ruthenium-derived compounds: mode of action, optimization and development of experimental tools.
VIDIMAR, VANIA
2012
Abstract
I derivati del platino sono ampiamente utilizzati come farmaci antitumorali, nonostante i gravi effetti collaterali e i fenomeni di farmaco-resistenza. Nel corso degli ultimi anni, una nuova classe di composti contenenti un metallo diverso dal platino, chiamati RDCs (ruthenium-derived compounds), è stata introdotta con lo scopo di superare queste limitazioni. Gli RDCs, e in particolare RDC11, hanno mostrato interessanti e peculiari proprietà biologiche: una buona attività antitumorale in vivo, una ridotta tossicità sui tessuti sani e la capacità di indurre l'apoptosi attraverso un meccanismo DNA-indipendente che implica l'induzione della via di segnalazione di CHOP/DDIT3. Contrariamente ai farmaci a base di platino, è stato suggerito che i derivati di rutenio possano esercitare la loro citotossicità indipendentemente dall’interazione con il DNA e attraverso la modulazione diretta dell'attività di enzimi ossido-riduttivi. In questo studio, abbiamo confrontato l'attività dei derivati del platino (cisplatino) e rutenio (RDC11) sulle vie di segnalazione di HIF-1 e mTOR, due vie sensibili al metabolismo cellulare. Abbiamo dimostrato come, a differenza del cisplatino, RDC11 sia in grado di diminuire i livelli di espressione delle proteine HIF-1α e HIF-1β in condizioni di normossia e ipossia, portando alla riduzione dell'espressione dei geni bersaglio di HIF-1α, come VEGF e GLUT1. Abbiamo dimostrato che la down-regulation dei livelli proteici di HIF-1α implica un complesso meccanismo che associa le variazioni della stabilità proteica di HIF-1α con la traduzione dell'mRNA di HIF-1α e la sua sintesi. Dal momento che mTOR controlla la traduzione di HIF-1α, abbiamo analizzato la regolazione di questa via da parte di RDC11. Abbiamo dimostrato che, diversamente dal cisplatino, RDC11 riduce la fosforilazione della proteina ribosomiale S6 e Akt su siti specifici che sono i marcatori per l'attività dei complessi mTORC1 e mTORC2 di mTOR. Questa osservazione è correlata con una riduzione dei livelli di mRNA di RICTOR e RAPTOR, due componenti di mTOR. Infine, abbiamo dimostrato come l'effetto inibitorio di RDC11 sulle vie di HIF-1 e mTOR sia coerente con la sua capacità di ridurre l'angiogenesi e di potenziare l'attività antitumorale della rapamicina, inibitore di mTOR, in vivo. Complessivamente, i nostri risultati hanno dimostrato che i derivati del rutenio hanno un forte impatto su diverse vie metaboliche. In parallelo all'individuazione dei target diretti degli RDCs, è stato avviata un’analisi struttura/attività con lo scopo di migliorare le caratteristiche chimiche e farmacologiche di questi composti. Abbiamo dimostrato come, variando i ligandi attorno all’atomo di rutenio, sia possibile modulare diversi parametri, come il valore redox e lo stato di lipofilicità/idrofilicità, si possa influenzare la capacità degli RDCs di entrare nelle cellule, di interagire con i bersagli intracellulari e di alterare le loro funzioni, così come di modificare le loro proprietà farmacocinetiche e la distribuzione nei tessuti. Abbiamo dimostrato che gli RDCs ottimizzati riducono la crescita tumorale in diversi modelli murini e che sono più potenti induttori del processo apoptotico nelle cellule tumorali attraverso la produzione di specie reattive dell'ossigeno e l'attivazione della caspasi 8, pur mantenendo la loro capacità di indurre la via di CHOP/DDIT3. Il fatto che RDC11 agisca su vie di segnalazione cellulare (come quella di HIF-1α e Akt) direttamente coinvolte nella regolazione del processo metastatico, ci ha indotti a pensare ad un suo possibile effetto su tale processo. Per tale ragione, abbiamo intrapreso uno studio separato al fine di definire un modello cellulare in vitro per testare nuove molecole potenzialmente capaci di bersagliare in maniera selettiva le metastasi tumorali, piuttosto che essere dei composti citotossici non selettivi. Abbiamo creato le condizioni di coltura cellulare ideali per riprodurre in vitro la metastatizzazione di cellule tumorali colorettali verso il fegato, il sito preferenziale del carcinoma colorettale metastatico, in un prototipo di bioreattore chiamato "plastic mouse". Abbiamo dimostrato che le tre diverse linee cellulari selezionate per il nostro studio sono in grado di crescere nel medesimo ambiente, senza subire modifiche della vitalità e morfologia, rappresentando così un buon modello per il nostro obiettivo. In conclusione, i risultati ottenuti durante la mia tesi di dottorato ci hanno permesso di identificare un nuovo meccanismo d'azione di RDC11, diverso da quello dei classici farmaci contenenti un metallo, sottolineando che i derivati del platino e del rutenio possano agire diversamente, anche se questi ultimi sono stati inizialmente progettati per imitare il cisplatino. Il secondo studio ha dimostrato l'importanza che le modificazioni dei ligandi attorno all’atomo di rutenio svolgono nel modulare la citotossicità e la selettività dei nuovi RDCs verso diversi tipi di tumori. Questo può essere spiegato grazie alla loro capacità di interferire con diverse vie di segnalazione, cruciali per il metabolismo delle cellule tumorali. Infine, abbiamo compiuto un passo avanti nello sviluppo di uno prototipo sperimentale per studiare il processo metastatico in vitro. Il plastic mouse risulterà utile in futuro per lo screening di potenziali farmaci antimetastatici.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/83352
URN:NBN:IT:UNIPD-83352