La prassi di creare la musica improvvisando su uno strumento ha radici antiche. Mentre, attraverso la scrittura, moltissime musiche del passato si sono salvate dall'oblio, quelle improvvisate sono andate irrimediabilmente perdute almeno fino all'avvento della tecnica di registrazione. La presente ricerca si propone di far riemergere le musiche improvvisate e le prassi che le hanno generate, considerando un arco storico che dalla fine del XVIII secolo arriva alla prima metà del XX. Lo studio si focalizza in particolare sulla musica per strumenti a tastiera, essendo essi i pió utilizzati dagli improvvisatori/compositori, specialmente per le loro possibilità polifoniche. Una serie di testimonianze storiche ha permesso di verificare la continuità del fenomeno improvvisativo, all'interno della musica colta in ambito europeo, per tutto l'arco storico considerato facendo emergere personalità, contesti e istituzioni che hanno assorbito, stimolato e proiettato le modalità estemporanee di produzione musicale. Alcuni trattati teorico-pratici (TÅrk, Czerny, Kalkbrenner) da noi presi in considerazione hanno permesso di conoscere il percorso di studio richiesto per apprendere le tecniche di improvvisazione e i modelli a cui riferirsi. All'interno delle varie possibilità, sono stati individuati due topoi esemplari nei quali il performer esercitava la sua arte: il preludio e la cadenza. Analizzando e comparando i modelli con un'ampia serie di composizioni stampate sono emerse le similitudini di linguaggio, le strutture armoniche, le modalità decorative e una serie di gesti sicuramente nati da una stretta relazione manuale con lo strumento prescelto. Tali comparazioni consentono di ipotizzare l'esito delle modalità improvvisative pur considerando la forte componente di imprevedibilità che le caratterizza. Diversi documenti riferiti al rapporto tra l'improvvisazione e la musica organistica francese e soprattutto la fondamentale importanza che essa ha avuto nello sviluppo di una lunga serie di autorevoli personalità, hanno permesso di riconoscere l'apporto che l'improvvisazione ha dato allo sviluppo dei linguaggi offerti all'aprirsi del '900. Una precisa conferma delle prassi, delle tecniche e delle possibilità espressive dell'improvvisazione ä stata offerta dall'analisi di cinque improvvisazioni originali al pianoforte dell'improvvisatore/compositore francese Raphael Fumet.
Relazioni tra improvvisazione e musica scritta dallo stile galante alle soglie dell'alea
SANVIDO, NILDO
2014
Abstract
La prassi di creare la musica improvvisando su uno strumento ha radici antiche. Mentre, attraverso la scrittura, moltissime musiche del passato si sono salvate dall'oblio, quelle improvvisate sono andate irrimediabilmente perdute almeno fino all'avvento della tecnica di registrazione. La presente ricerca si propone di far riemergere le musiche improvvisate e le prassi che le hanno generate, considerando un arco storico che dalla fine del XVIII secolo arriva alla prima metà del XX. Lo studio si focalizza in particolare sulla musica per strumenti a tastiera, essendo essi i pió utilizzati dagli improvvisatori/compositori, specialmente per le loro possibilità polifoniche. Una serie di testimonianze storiche ha permesso di verificare la continuità del fenomeno improvvisativo, all'interno della musica colta in ambito europeo, per tutto l'arco storico considerato facendo emergere personalità, contesti e istituzioni che hanno assorbito, stimolato e proiettato le modalità estemporanee di produzione musicale. Alcuni trattati teorico-pratici (TÅrk, Czerny, Kalkbrenner) da noi presi in considerazione hanno permesso di conoscere il percorso di studio richiesto per apprendere le tecniche di improvvisazione e i modelli a cui riferirsi. All'interno delle varie possibilità, sono stati individuati due topoi esemplari nei quali il performer esercitava la sua arte: il preludio e la cadenza. Analizzando e comparando i modelli con un'ampia serie di composizioni stampate sono emerse le similitudini di linguaggio, le strutture armoniche, le modalità decorative e una serie di gesti sicuramente nati da una stretta relazione manuale con lo strumento prescelto. Tali comparazioni consentono di ipotizzare l'esito delle modalità improvvisative pur considerando la forte componente di imprevedibilità che le caratterizza. Diversi documenti riferiti al rapporto tra l'improvvisazione e la musica organistica francese e soprattutto la fondamentale importanza che essa ha avuto nello sviluppo di una lunga serie di autorevoli personalità, hanno permesso di riconoscere l'apporto che l'improvvisazione ha dato allo sviluppo dei linguaggi offerti all'aprirsi del '900. Una precisa conferma delle prassi, delle tecniche e delle possibilità espressive dell'improvvisazione ä stata offerta dall'analisi di cinque improvvisazioni originali al pianoforte dell'improvvisatore/compositore francese Raphael Fumet.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/83377
URN:NBN:IT:UNIPD-83377